Sinfonia n. 1, in quattro tempi come le quattro stagioni
Sinfonia n. 1, in quattro tempi come le quattro stagioni | |
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Compositore | Gian Francesco Malipiero |
Tipo di composizione | Sinfonia |
Epoca di composizione | 1933 |
Prima esecuzione | Firenze, 2 aprile 1934 |
Durata media | 23 minuti |
Movimenti | |
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La Sinfonia n. 1, in quattro tempi come le quattro stagioni è una composizione sinfonica di Gian Francesco Malipiero. Terminata ad Asolo nel febbraio del 1933, essa rappresenta la prima sinfonia numerata dell'autore veneziano che, complessivamente, ne compose diciassette tra il 1905 e il 1969. Alfredo Casella ne curò la prima esecuzione al Teatro Comunale di Firenze il 2 aprile 1934, nel contesto del Festival della S.I.M.C. (Società Internazionale di Musica Contemporanea).
Genesi dell'opera[modifica | modifica wikitesto]
Nel Catalogo annotato fino al 1952, l'autore si sofferma a spiegare le origini della sinfonia, che, un po' causticamente, avrebbe voluto chiamare "prima e ultima": Quando vivevo in campagna, qualche volta sentivo la nostalgia per Venezia (sono grato a coloro che mi hanno guarito, e per sempre, da questa dolcissima sofferenza), leggevo spesso i poeti veneziani e fra questi preferivo il Lamberti per le sue Stagioni, che sono otto, quattro cittadine e quattro campestri. Da principio volevo quasi musicarne qualche frammento, quelli che più mi commovevano perché mi ricordavano la Venezia della mia fanciullezza, una Venezia ormai sparita per sempre. A poco a poco eliminai, mio malgrado, ogni diretta allusione a Venezia e al Lamberti, e, chi sa come, si mantenne a galla, dopo una delle solite benefiche tempeste, non un relitto, ma la prima sinfonia in quattro tempi, come le quattro stagioni. Non è musica a programma; perciò della poesia lambertiana nulla è rimasto, salvo appunto la nostalgia per quello che è andato perduto.
Struttura[modifica | modifica wikitesto]
Malipiero non intende il termine "sinfonia" nel senso che le hanno attribuito i maestri austro-tedeschi, rifacendosi piuttosto alla musica strumentale italiana scritta tra fine '600 e fine '700. Pertanto il profilo di questa e delle altre sinfonie, svincolato da rigide clausole formali, è squisitamente libero e improvvisativo, rispondente solo alle spinte espressive interiori. Benché allergico allo sviluppo dei temi, Malipiero colloca qua e là nella pagina alcuni motivi ricorrenti su cui innestare il discorso musicale. I riferimenti alle stagioni servono all'autore a chiarire il carattere dei quattro movimenti, senza che essi costituiscano le didascalie di una "musica a programma": il primo " Quasi andante. Sereno" (primavera) è un pezzo dai delicati accenti pastorali; il secondo, "Allegro", ha il vigore di un caldo giorno d'estate; il terzo è un "Lento, ma non troppo", imbevuto di malinconia autunnale; il quarto movimento "Allegro, quasi allegretto", nelle parole del compositore, "ha dell'inverno, l'allegria del carnevale o la giocondità della neve che, specialmente nelle sue fugaci apparizioni in Italia, non dà mai un senso di tristezza, tutt'altro".
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Gian Francesco Malipiero, Catalogo delle opere annotato dall'autore, in L’opera di G.F. Malipiero, a cura di Gino Scarpa, Libreria Canova, Treviso, 1952.
- Giacomo Manzoni, Guida all'ascolto della musica sinfonica, ventisettesima edizione (2006), pp.262-263