Secunda (Exapla)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

La Secunda è una traslitterazione in caratteri greci del testo ebraico della Bibbia ebraica, ed è il più antico testo ebraico coerente ancora esistente.[1] Come tale è un importante strumento per la filologia ebraica, in particolare per lo studio della fonologia dell'Ebraico biblico. È la seconda colonna della Exapla: la comparazione tra Bibbia ebraica e versioni greche compilata da Origene.[2]

Attribuzione[modifica | modifica wikitesto]

È ancora dibattuto il fatto che la Secunda sia opera di Origene piuttosto che di un contemporaneo, oppure sia una copia di un testo preesistente.[1] Alcuni suppongono che Origene stesso scrisse il testo, forse aiutato da ebrei.[1] Altri suppongono che la Secunda sia un testo preesistente aggiunto alla Exapla come un aiuto per il lettore.[1] Ci sono prove del fatto che gli ebrei del tempo facevano ricorso a trascrizioni, per esempio un passaggio del Talmud di Gerusalemme descrive come gli ebrei di Cesarea avrebbero confuso il tetragrammaton con il graficamente simile <πιπι>, suggerendo l'utilizzo di testi trascritti con il tetragrammaton mantenuto in caratteri ebraici.[3] Ci sono anche prove fonetiche che la Secunda è un testo preesistente: all'epoca di Origene <η αι> erano pronunciate [iː ɛː], una fusione che era già iniziata attorno al 100 a.C., mentre nella Secunda vengono utilizzate per rappresentare le ebraiche /eː aj/.[3]

Ortografia[modifica | modifica wikitesto]

Nel testo della Secunda sono usati vari segni diacritici dell'alfabeto greco:

Un ¨ è usato sul carattere iota (<ι> diventa <ϊ>) ogni volta che la iota ricorre dopo una vocale, eccetto quando <ει> indica /iː/;[4] in ebraico questo è completamente indipendente dal fatto che il segmento sia consonantico o vocalico, come dimostrano i seguenti esempi:[4]

<αλαϊ> = tiberiense /ʕaːlaj/
<φεδιων> = tiberiense /piðjoːn/

la dieresi è un'aggiunta successiva, dell'VIII o IX secolo, alla Secunda.[4]

L'uso dei segni diacritici di spirito aspro e dolce non segue un modello evidente; per esempio, confronta

<ἀμιμ> = tiberiense /ʕamːiːm/

con

<ἁφαρ> = tiberiense /ʕaːfaːr/[5]

anche questi segni sono un'aggiunta dell'VIII o IX secolo.[5]

L'uso di accenti nella Secunda non corrisponde a quello dell'ebraico tiberiense, la loro presenza resta un enigma.[6]

Riflessi di vocali proto-semitiche[7]
Vocali
originali:
a i u
Secunda lungo
α

η

ω
aː/oː
α/ω
iː/eː
ι/η
uː/oː
ου/ω
corto æ
α
e
ε
o
ο
ridotto ə
α/ε/-
ə
α/ε/-
ə
α/ε/-

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Janssens, p. 13.
  2. ^ Janssens, pp. 11–12.
  3. ^ a b Janssens, p. 14.
  4. ^ a b c Janssens, pp. 38-39.
  5. ^ a b Janssens, pp. 39-40.
  6. ^ Janssens, p. 40.
  7. ^ Janssens, p. 54.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti
  • Frederick Field, Origenis hexaplorum quae supersunt sive veterum interpretum Graecorum in totum vetus testamentum fragmenta. Post Flaminium nobilium, Drusium, et Montefalconium, adhibita etiam versione Syro-Hexaplari, Oxford 1875
Studi
  • E. Brønno, "Samaritan Hebrew and Origen's Secunda", Journal of Semitic Studies, XIII, 1968, pp. 192-201.
  • (EN) Gerard Janssens, Studies in Hebrew Historical Linguistics Based on Origen's Secunda, in Orientalia Gandensia, vol. 9, Leuven University Press, 1982, ISBN 2-8017-0189-0.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]