Santa Isabel (1916)

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Santa Isabel
Il piroscafo Santa Isabel negli estuari della Galizia, fotografia su Vida Gallega nel 1921
Descrizione generale
Tipopiroscafo
ProprietàSocietà Transatlantica Spagnola
Ordine18 agosto 1914
Destino finaleaffondato il 2 gennaio 1921
Caratteristiche generali
Dislocamento1 184
Stazza lorda2500 tsl
Lunghezza86 m
Larghezza12 m
Passeggeri524 persone
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Il Santa Isabel è stato un piroscafo postale spagnolo appartenente alla Società Transatlantica Spagnola, famoso per la tragedia avvenuta allo stesso il 2 gennaio 1921 nei pressi dell'isola di Sálvora, nella regione della Galizia, in Spagna, mentre si dirigeva verso la città di Cadice.[1]

Naufragio[modifica | modifica wikitesto]

La Santa Isabel partì alle 1:00 PM con destinazione Vilagarcía de Arousa, con a bordo ottantaquattro membri dell'equipaggio e centottantacinque passeggeri, sotto il comando di Esteban García Muñiz. A seguito l'arrivo di una forte tormenta, il capitano García Muñiz decise di ridurre la velocità del piroscafo. Alle 01:30 del 2 gennaio la Santa Isabel si incagliò duecento metri a sud-ovest dell'isola di Sálvora, vicino all'estuario dell'Arosa. Le rocce aprirono diverse falle nello scafo della nave e l'acqua cominciò ad entrare al suo interno. La Santa Isabel era dotata di un radiotelefono, ma l'unico messaggio emesso dalla nave prima che l'elettricità a bordo venisse a mancare a causa dell'allagamento della sua sala macchine è stato: “Estamos encima de las rocas de Sál…” (Siamo sulle rocce di Sál…). Sebbene il messaggio sia stato ricevuto da altre navi, queste non sono state in grado di prestare soccorso.[2]

Le giovani María Fernández Oujo, Josefa Fermata e Cipriana Oujo Maneiro, di 14, 16 e 24 anni rispettivamente, hanno salvato tra le quindici e le venti persone in vari viaggi a bordo di pescherecci partiti da Sálvora. Il naufragio provocò la morte di duecentotredici persone. Sopravvissero cinquantasei persone, tra le quali il capitano García Muñiz e il macchinista Juan Antonio Pérez Cano.[3][4][5]

Nel 2019, la regista spagnola Paula Cons ha portato al cinema il dramma della Santa Isabel con il titolo "La isla de las mentiras" (L'isola delle bugie).[6][7][8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (ES) Sálvora, triste escenario del "Titanic" gallego, su farodevigo.es, 26 aprile 2018.
  2. ^ (ES) El naufragio del Santa Isabel, la mayor tragedia marítima civil de Galicia en el siglo XX, su vadebarcos.net, 5 gennaio 2019.
  3. ^ (ES) La increíble y olvidada historia del Titanic gallego: las tres heroínas que rescataron a sus pasajeros, su elespanol.com, 23 luglio 2020.
  4. ^ (ES) La tragedia del ‘Santa Isabel’, el ‘Titanic’ de la costa gallega, su elcorreogallego.es, 2 gennaio 2021.
  5. ^ (ES) 'El Santa Isabel': el 'Titanic' gallego, su elcorreo.com, 14 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2021).
  6. ^ (ES) Javier Ocaña, El ‘Titanic’ gallego, su elpais.com, 23 luglio 2020.
  7. ^ (ES) "Horrible siniestro; más de 200 muertos": así se hundió el 'Titanic' gallego, su elconfidencial.com, 18 marzo 2019.
  8. ^ (ES) 'La isla de las mentiras', un thriller sobre del 'Titanic' de Sálvora y sus heroínas, su RTVE.es, 20 maggio 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Santos Zas, Margarita. (2015). EL AUTÓGRAFO DE "LAS MUJERES DE SÁLVORA. TRAGEDIA GRIEGA" (LEGADO VALLE-INCLÁN ALSINA). Society of Spanish & Spanish-American Studies.
  • Oliveira, Juan A. (2019), "El naufragio del Santa Isabel, la mayor tragedia marítima civil de Galicia en el siglo XX", in: Va de Barcos (un blog navale di Juan A. Oliveira).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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