Ritratto di Ariosto
Ritratto di Ariosto | |
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Autore | Tiziano |
Data | 1510 circa |
Tecnica | Olio su tela |
Dimensioni | 81,2×66,3 cm |
Ubicazione | National Gallery, Londra |
Il cosiddetto Ritratto di Ariosto è un dipinto a olio su tela (81,2x66,3 cm) di Tiziano, databile al 1510 circa e conservato nella National Gallery di Londra.
Storia
L'opera si trovava nelle collezioni di Alfonso López e poi forse in quella di van Dyck, dopo che era passato sul mercato d'arte di Amsterdam nel 1639 nella collezione di Alfonso Lòpez. Famosa nel Seicento, venne conosciuta da Rembrandt (che la citò nell'Autoritratto con camicia ricamata) e dal Sandrart.
Giunse al museo nel 1904, per acquisto dalla collezione di Lord Darnley. L'identificazione con il poeta Ariosto è puramente tradizionale e all'origine di più di un dubbio nella critica moderna: è infatti tradizionale ma basata unicamente su un'incisione seicentesca. Alcuni hanno messo in relazione con il ritratto di un gentiluomo di casa Barbarigo (Girolamo?) descritto con precisione da Giorgio Vasari («un gentiluomo da Ca’ Barbarigo amico suo, che fu tenuto molto bello, essendo la somiglianza della carnagione propria e naturale, e sì ben distinti i capelli l’uno dall’altro, che si conterebbono, come anco si farebbono i punti d’un giubone di raso inargentato, che fece in quell’opera; insomma fu tenuto sì ben fatto e con tanta diligenza, che se Tiziano non vi avesse scritto in ombra il suo nome, sarebbe stato tenuto opera di Giorgione»[1]).
Le lettere "T. V." sul parapetto vengono di solito lette come le iniziali del pittore, anche se sono strettamente analoghe alle più misteriose "V. V." che si leggono in diverse opere attribuite a Giorgione, come il Ritratto Giustiniani o il Gentiluomo con un libro.
Attribuzione e datazione si basano su dati stilistici e analogie con altre opere, come La Schiavona, nello stesso museo.
Descrizione e stile
Su uno sfondo scuro uniforme un uomo è ritratto a mezza figura con un braccio poggiato su un parapetto su cui si leggono le lettere "T. V." incise. Egli è col busto di profilo, rivolto a destra, e la testa girata verso lo spettatore di tre quarti, in una posa estremamente colloquiale e accattivante. La veste è ricca ed elegante, con la grande e gonfia manica di raso che domina, come un vero capolavoro cromatico, la rappresentazione. Notevoli sono gli effetti di virtuosismo nel comporre i riflessi del materiale (lucidi sul raso, opachi sulla pelliccia che borda il mantello nero), così come nella rappresentazione specifica e intensamente psicologica del ritratto. L'uomo ha la barba lunga e capelli neri a caschetto, un naso dritto e affilato, occhi espressivi e la bocca serrata, che sembra tradire un sentimento di dignitosa compostezza.
Il prototipo dell'opera è sicuramente la ritrattistica giorgionesca, anche se qui Tiziano se ne distaccò evitando la dolcezza modulata del collega e creando una figura di viva e pulsante umanità.
Note
Voci correlate
Bibliografia
- Francesco Valcanover, L'opera completa di Tiziano, Rizzoli, Milano 1969.
- Cecilia Gibellini (a cura di), Tiziano, I Classici dell'arte, Milano, Rizzoli, 2003.
- Stefano Zuffi, Tiziano, Mondadori Arte, Milano 2008. ISBN 978-88-370-6436-5
- Marion Kaminski, Tiziano, Könemann, Colonia 2000. ISBN 3-8290-4553-0
- Louise Govier, The National Gallery, guida per i visitatori, Louise Rice, Londra 2009. ISBN 9781857094701