Riflesso dilatatorio anale

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

il riflesso dilatatorio anale (RAD) è la dilatazione dell'ano umano a un diametro superiore a due centimetri in risposta alla separazione dei glutei o alla stimolazione anale, come il lavaggio con uno strumento medico.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

In Inghilterra, nel 1986, la dottoressa Marietta Higgs ha appreso della connessione RAD con violenza sessuale in una conferenza in cui è stata presentata da Christopher J Hobbs.[1] Il dott. Higgs ha usato questa diagnosi RAD ampiamente l'anno seguente, portando allo scandalo sugli abusi dei bambini di Cleveland, è stato screditato durante il processo come l'unica indicazione di abuso sessuale, determinato a essere considerato un segno di violenza sessuale da parte di una piccola minoranza di medici britannici.[2] Il RAD, attualmente, come marker clinico per gli abusi sessuali è ora considerato screditato.[3][4]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il RAD è stato teorizzato per essere un marker clinico associato all' abuso sessuale anale nei bambini,[5] ed è stato associato ad altri segni di violenza sessuale[6] ma appare anche nei bambini con grave costipazione cronica e quelli sottoposti a trattamenti medici invasivi dell'ano.[7] Il ritrovamento del RAD da solo non è considerato indicativo di abuso sessuale,[8] e un campione di bambini non sospettati di aver subito abusi sessuali ha rilevato che il 49% dei bambini mostrava una dilatazione anale in modo continuo o intermittente, sebbene la dilatazione superi i 20 mm in solo l'1,2% dei casi.[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ https://www.dailymail.co.uk/femail/article-438208/The-women-went-ordeal-belief.html
  2. ^ ISBN 0-415-15894-X.
  3. ^ ISBN 1-85959-165-5.
  4. ^ vol. 14, DOI:10.1186/1471-2431-14-128, PMID 24884914, https://oadoi.org/10.1186/1471-2431-14-128.
  5. ^ vol. 32, DOI:10.1136/gut.32.6.670, PMID 2060876, http://gut.bmj.com/cgi/pmidlookup?view=long&pmid=2060876.
  6. ^ vol. 48, PMID 14640283.
  7. ^ vol. 63, DOI:10.1136/adc.63.7.832, PMID 3415302, https://oadoi.org/10.1136/adc.63.7.832.
  8. ^ ISBN 0-19-517217-5.
  9. ^ vol. 13, DOI:10.1016/0145-2134(89)90005-7, PMID 2743179, https://oadoi.org/10.1016/0145-2134(89)90005-7.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]