Repubblica spagnola di Haiti

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Repubblica spagnola di Haiti
Dati amministrativi
Nome completoStato Indipendente di Haiti
Nome ufficiale(ES) República del Haití Español
Lingue ufficialispagnolo
Lingue parlatespagnolo, creolo haitiano
CapitaleSanto Domingo
Politica
Forma di governoRepubblica presidenziale (de jure), dittatura (de facto)
Nascita1º dicembre 1821 con José Núñez de Cáceres
CausaDichiarazione d'indipendenza
Fine9 febbraio 1822 con José Núñez de Cáceres
CausaOccupazione haitiana
Territorio e popolazione
Bacino geograficoIsola di Hispaniola
Massima estensione48442 km² nel 1822
Economia
Valutareal di Santo Domingo
Religione e società
Religioni preminenticattolicesimo
Religione di Statocattolicesimo
Religioni minoritariepaganesimo, protestantesimo
Evoluzione storica
Preceduto da Capitaneria generale di Santo Domingo
Succeduto da Repubblica di Haiti (1820-1849)
Ora parte diBandiera di Haiti Haiti

La Repubblica spagnola di Haiti, detta anche Stato indipendente di Haiti spagnola[1][2] fu uno stato indipendente che si originò dalla sconfitta dei coloni spagnoli di Santo Domingo il 9 novembre 1821 sotto la guida del generale José Núñez de Cáceres.[3][4]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

I preparativi per l'indipendenza (1820–1821)[modifica | modifica wikitesto]

Il presidente haitiano Boyer decise di preparare adeguatamente il suo paese dopo aver udito voci secondo le quali la Spagna avrebbe voluto avanzare verso la repubblica haitiana.

Nel 1820, Boyer inviò il colonnello Dezir Dalmassi nei villaggi vicini come Las Matas, San Juan de la Maguana e Azua per convincere i locali ad unirsi alla repubblica che avrebbe dato loro lavoro e benefici.[5] Al posto di attendere il ritorno di Dalmassi ad Haiti, Boyer decise di invadere la parte orientale dell'isola prima ancora che Jose Nuñez de Caceres potesse finalizzare l'adesione allo stato della Gran Colombia.[6]

Il 1 dicembre 1821, Haiti spagnola inviò la petizione allo stato di Gran Colombia per una unificazione. Lo stato della repubblica spagnola di Haiti non venne supportato dalla popolazione locale che non voleva un governo di soli bianchi e preferiva unirsi ad Haiti che, seguendo l'esempio francese, aveva abolito la schiavitù.[7]

Alla fine del 1821 ed all'inizio del 1822, Haiti inviò degli emissari nella parte centrale e settentrionale dell'Haiti spagnola per promuovere l'unione delle due parti con la repubblica di Haiti ad ovest, e le persone iniziarono effettivamente a innalzare la bandiera haitiana in molti luoghi pubblici e in diverse città come Hinche, Puerto Plata (13 dicembre 1821), Dajabón (15 dicembre), Santiago (29 dicembre) e La Vega (4 gennaio 1822),[8][9][10] e questo portò alla dichiarazione d'indipendenza dalla Spagna.[11]

L'indipendenza (1821–1822)[modifica | modifica wikitesto]

Il 30 dicembre 1821 alle 23:30 le tropas de morenos ("truppe di colore"), guidate da Pablo Ali e José Núñez de Cáceres, presero di sorpresa le guardie della Fortaleza Ozama e imprigionarono il governatore Pascual Real nella Torre de Homenaje di Santo Domingo.[5] La mattina successiva, alle 6:00, spararono il cannone per segnare l'inizio di una nuova era.

Un gruppo di ufficiali militari e politici continuarono comunque a propugnare l'unione con Haiti, in quanto molte erano el famiglie dell'élite locale che vedevano maggiore stabilità sotto il presidente haitiano Jean-Pierre Boyer. Una grande fazione posta di base nella parte settentrionale della regione di Cibao si opponeva all'unione con la Gran Colombia e quindi preferiva pure schierarsi col presidente Boyer. Boyer, dal canto suo, cercava di proteggere il suo paese dalla possibilità che Francia o Spagna riprendessero l'Haiti spagnola e poi si muovessero alla conquista della sua repubblica. Egli cercava non solo di mantenere l'indipendenza haitiana, ma anche di mantenere la libertà agli ex schiavi che vi vivevano e anche di liberare gli schiavi ancora presenti nell'Haiti spagnola. Dopo aver promesso la sua protezione al governo di Núñez de Cáceres, Boyer entrò con una forza di 12.000 soldati nel febbraio del 1822 nella parte orientale dell'isola e gran parte delle città decisero di proclamare l'annessione alla repubblica di Haiti tra il novembre del 1821 ed il gennaio del 1822, incluse Puerto Plata (13 dicembre 1821) e Santiago (29 dicembre 1821).[8][11][12][13]

Il 9 febbraio 1822, Boyer entrò formalmente nella capitale di Santo Domingo, dove venne accolto con entusiasmo e ricevuto da Núñez de Cáceres che gli offrì le chiavi del palazzo del governo. Boyer rifiutò l'offerta dicendo: "Io non vengo in questa città da conquistatore ma per volontà dei suoi abitanti".[8] L'isola vennecosì unita da "Capo Tiburon a Capo Samana in un solo governo"[11].

Riforme politiche[modifica | modifica wikitesto]

Il primo atto pubblico di Boyer fu l'abolizione della schiavitù in tutto il territorio della repubblica e la promessa di terre a tutti gli schiavi liberati di modo che potessero dedicare la loro vita all'agricoltura su terreni donati dallo stato.

Ad Haiti, il sistema francese della privatizzazione della terra era ormai un fatto acclarato, mentre nella parte spagnola dell'isola era stato per lungo tempo predominante il sistema dei terreni comuni. Il 15 giugno Boyer impedì ai dominicani bianchi di possedere della terra, privando i principali possidenti dell'area dei loro possedimenti.[14]

Quella parte di schiavi liberati che non voleva continuare a lavorare coi loro ex padroni, non ebbe altra opzione che entrare nell'esercito, costituendo il 22 battaglione coi morenos libres (liberi mulatti) sotto il comando del colonnello Pablo Ali che fu la principale forza armata della parte orientale dell'isola.[5]

Altri cambiamenti drastici furono l'eliminazione di tutti quei riferimenti culturali e linguistici che rimandavano in qualche modo alla spagna.[14]

Boyer emise un Codice Rurale che venne “disegnato per portare ad un'esportazione su vasta scala di beni prodotti in loco. La nazione, ad ogni modo, mancava dei mezzi, dell'entusiasmo e della disciplina per rispettare tale codice”.[6]

Il governo haitiano dell'isola perdurò per 22 anni, divenendo sempre più impopolare a causa della pesante crisi economica che colpì il paese che si trovò a pagare una pesante indennità d'indipendenza alla Francia e a causa dei molti complotti interni. Nel 1844, venne proclamata la nascita della Repubblica Dominicana.[3][8][11][12]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (ES) José Nuñez de Cáceres, in Educando.edu.do, 23 marzo 2007. URL consultato il 6 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 13 maggio 2014).
  2. ^ (ES) De la Ocupación Haitiana a la Independencia, in Mundo Dominicano, 23 marzo 2007. URL consultato il 6 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2011).
  3. ^ a b Jalisco Lancer, The Conflict Between Haiti and the Dominican Republic, su All Empires Online History Community. URL consultato il 14 aprile 2018.
  4. ^ Haiti - Historical Flags, in Flags of the World. URL consultato il 24 dicembre 2007 (archiviato dall'url originale il 5 maggio 2005).
  5. ^ a b c M. F Ponz, Manual de Historia Dominicana, Santo Domingo, Caribbean, 2000, p. 225.
  6. ^ a b R. S. Haggerty, Country Studies: Federal Research Division, in Federal Research Division, VI, 1989, p. 218.
  7. ^ (ES) Franklin J. Franco Pichardo, Capítulo XIII: Nueva Guerra de España con Inglaterra, in Historia del Pueblo Dominicano, 8th, Santo Domingo, Ediciones Taller, 2009, p. 115.
  8. ^ a b c d (ES) Franklin J. Franco Pichardo, Capítulo XVII: El Período de la España Boba / Capítulo XVIII: Período de Integración con Haití, in Historia del Pueblo Dominicano, 8th, Santo Domingo, Ediciones Taller, 2009, pp. 176-216.
  9. ^ (ES) Amín Arias, Algo más sobre la "invasión haitiana de 1822", in Blog: Al Otro Lado del Charco, 25 luglio 2012. URL consultato il 3 ottobre 2012.
    «(...) desde primeros de noviembre de 1821, semanas antes de la proclama de Núñez de Cáceres, muchos cabildos hispanos de la zona fronteriza habían proclamado su pertenencia a la República de Haití. Esas proclamas se sucedieron por todo el Norte y el Sur dominicano, hasta, por ponerle como ejemplo, que Pablo Báez, Alcalde de Azua, hombre blanco, terrateniente, amancebado con una negra liberta, padre de Buenaventura Báez, quien fuera presidente de la República Dominicana durante cinco períodos... se unió a Haití, luego de las proclamas de San Juan de La Maguana, Bánica, Hincha, San Rafael, San Miguel, Neyba, Puerto Plata, etc., etc.

    Todo esto sucedió en los cabildos y en las plazas de la parte Este de la isla sin que Boyer hubiera movido un dedo. Los dominicanos del este (porque es el gentilicio de todos los nacidos en la isla de Santo Domingo, como comunmente se conoce a nuestra isla) no querían una República independiente como la de Núñez de Cáceres que no abolía la esclavitud y que continuaba con la estratificación establecida por los colonizadores respecto a las clases y las razas. Es decir, los mulatos dominicanos (que eran la mayoría) querían ver reconocidos sus derechos al igual que los blancos. Los negros querían dejar de ser esclavos. Y eso la nueva república de Núñez de Cáceres no lo garantizaba.

    Sin embargo, ser parte de Haití les permitía a todos ese derecho. Cuando Boyer llegó a Santo Domingo ya todas las ciudades de la línea del Sur se habían proclamado haitianas. Él no fue quien las proclamó. Ellas mismas atendieron al llamado del Presidente de una de las Repúblicas más pujantes de la época, como era la haitiana, la primera república latinoamericana y la segunda, después de los Estados Unidos, en todo el continente americano. Boyer recibió las llaves de la ciudad porque los miembros de la élite comercial dominicana, representanda por Núñez de Cáceres, no encontraron apoyo ni siquiera en Simón Bolívar, libertador de América, quien sí apoyaba a la República de Haití porque era un país que abolió desde el primer momento la esclavitud.»
  10. ^ (ES) Pablo Rodríguez, Puerto plata: Perfil histórico y económico, Ediciones Renovación, 2002, p. 42, ISBN 978-99934-22-78-5. URL consultato il 21 maggio 2014.
    «En diciembre de 1821, Puerto Plata, Santiago y algunos habitantes de Cotuí se manifestaron a favor del partido pro-haitiano. A esta proclamación a favor de un estado pro-haitiano con un gobierno en la isla, se unieron en 1822 La Vega, San Francisco de Macorís, Azua, San Juan de la Maguana y Neiba.»
  11. ^ a b c d Henry Louis Gates e Appiah, Anthony, Dominican-Haitian Relations [collegamento interrotto], in Africana: The Encyclopedia of the African and African American Experience, 1999. URL consultato il 24 dicembre 2007.
  12. ^ a b Eugenio Matibag, Haitian-Dominican Counterpoint: Nation, State, and Race on Hispaniola, 2003. URL consultato il 24 dicembre 2007.
  13. ^ Bob Corbett, 1818-1843 The rule of Jean-Pierre Boyer, in The History of Haiti. URL consultato il 24 dicembre 2007.
  14. ^ a b Manuel Moreno Fraginals, Frank Moya Pons e Stanley L. Engerman (a cura di), Between Slavery and Free Labor: The Spanish-Speaking Caribbean in the Nineteenth Century, Baltimore and London, Johns Hopkins University Press, 1985, ISBN 978-0-8018-3224-6.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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