Reccopolis

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Reccopolis
Un arco nella basilica
Localizzazione
StatoBandiera della Spagna Spagna
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 40°19′14″N 2°53′37″W / 40.320556°N 2.893611°W40.320556; -2.893611
L'Hispania nel 586

Reccopolis (spagnolo: Recópolis), situata nei pressi della piccola odierna città di Zorita de los Canes in provincia di Guadalajara, Castiglia-La Mancia (Spagna), fu una delle almeno quattro piccole città fondate in Hispania dai Visigoti.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Reccopolis venne fondata nel 578[2] dal re visigoto Leovigildo e chiamata così in onore del figlio Recaredo I, al fine di essere usata come sede di Recaredo stesso, nella provincia di Celtiberia, ad est della Carpetania, dove si trovava la principale capitale visigota, Toledo. In questa città, nell'VIII secolo, i visigoti si sottomisero ai musulmani in cambio della loro protezione. I Mori non distrussero la città, chiamandola Madinät Raqquba, nonostante riciclassero il materiale da costruzione per erigere una fortezza su una collina accanto alla città. La città subì un declino ed il sito venne incendiato, saccheggiato, razziato ed infine abbandonato nel X secolo. Le sue "vaste rovine"[3] a Cerro de la Olíva rimasero dimenticate fino al XII secolo.[4] Il suo nucleo urbano, con paralleli bizantini, è centrato su un palazzo con funzioni reali ed amministrative, connesso ad una cappella palatina.

Struttura della città[modifica | modifica wikitesto]

Gli scavi archeologici svolti a Reccopolis hanno portato alla luce tracce delle mura cittadine costruite con torri ogni trenta metri, un acquedotto[5], quartieri residenziali e commerciali che occupano trenta ettari, mercati ed una zecca. Sulla parete occidentale si trova una sola porta d'entrata. All'interno una seconda porta permette l'accesso alla "città alta" comprendente il palazzo e la cappella, mentre la "città bassa" conteneva le case dei normali cittadini, quartieri commerciali e caserme.

Il palazzo[modifica | modifica wikitesto]

Il palazzo era strutturato su due piani. Al piano inferiore si trovava una singola stanza (forse un granaio) con una base di colonne che sostenevano il piano superiore che, giudicando dai resti del pavimento, era probabilmente il piano nobile. Il soffitto era fatto a mosaico, come si usava in tempi romani. La cappella del palazzo, sostituita in seguito dalla Nuestra Señora de Recatel in stile romanico, rappresenta forse l'ultima chiesa ariana. Era costruita come una basilica, con una navata centrale separata con mura dalle laterali, che permettevano l'accesso al transetto, ma non permettevano il passaggio diretto nella navata centrale; l'abside semicircolare appariva rettangolare vista dall'esterno. Ad un profondo nartece si accedeva tramite una sola entrata centrale. Nella basilica venne scoperto un nascondiglio di monete, che permettono di datare la costruzione a prima del 580-83. Le monete permettono anche di dimostrare un certo livello culturale, con pezzi d'oro della serie merovingia, monete sueve provenienti dal regno di Galizia ed alcune raffiguranti Giustiniano II Rinotmeto, oltre ovviamente a monete della stessa Hispania visigota.[6] A Reccopolis esisteva anche una zecca, le cui monete sono state datate al regno di Witiza del primo VIII secolo.[7]

Parco archeologico[modifica | modifica wikitesto]

Il sito cittadino, di cui solo una parte è stata scavata, è protetto dal progetto Parque Arqueológico Recópolis.[8] Nel 2007 il Museo Arqueológico Regional Alcala de Henares ha organizzato una mostra intitolata "Recópolis: un paseo por la ciudad Visigoda".

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Secondo E. A Thompson, The Barbarian Kingdoms in Gaul and Spain, Nottingham Mediaeval Studies, 7 (1963:4n11), le altre furono (i) Victoriacum, fondata da Leovigildo e forse identificabile con Vitoria, anche se fonti contemporanee ne fanno risalire la fondazione al XII secolo, (ii) Lugo id est Luceo nelle Asturie, citata da Isidoro di Siviglia, e (iii) Ologicus (forse Ologitis), fondata grazie alla manodopera basca nel 621 da Suintila come fortificazione contro i baschi, e corrisponde all'odierna Olite. Tutte queste città vennero fondate per motivi militari ed almeno Reccopolis, Victoriacum ed Ologicus per celebrare delle vittorie. Una possibilie quinta città è Baiyara (forse l'odierna Montoro), citata tra le città fondate da Recaredo nell'opera del XV secolo Kitab al-Rawd al-Mitar, cfr. José María Lacarra, Panorama de la historia urbana en la Península Ibérica desde el siglo V al X, La città nell'alto medioevo, 6 (1958:319–358). Ristampato in Estudios de alta edad media española (Valencia: 1975), pp25–90
  2. ^ La data si trova nelle cronache di Giovanni di Biclaro, nell'anno visigoto 213: Luivigildus rex extinctis undique tyrannis, et pervasoribus Hispaniae superatis sortitus requiem propiam cum plebe resedit civitatem in Celtiberia ex nomine filii condidit, quae Recopolis nuncupatur: quam miro opere et in moenibus et suburbanis adornans privilegia populo novae Urbis instituit
  3. ^ C. Bradford Welles, Archaeological News, American Journal of Archaeology, 52.2 (aprile 1948:199-270) p. 266
  4. ^ La prima esplorazione professionale del sito venne svolta con la supervisione di J. Cabré nel 1944-45 (Fernando Miranda, in Patrimonio Archiviato il 30 aprile 2009 in Internet Archive.)
  5. ^ Martínez Jiménez, J. 2015. A preliminary study of the aqueduct of Reccopolis. Oxford Journal of Archaeology 343(3), pp. 301-20.
  6. ^ Welles 1948:266
  7. ^ E. A. Thompson, The Goths in Spain, Oxford: Clarendon Press, 1969:64
  8. ^ Unicef:Parque Arqueológico Recópolis Archiviato il 27 ottobre 2007 in Internet Archive.

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