Quinto Opimio (tribuno della plebe)

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Quinto Opimio[1] (latino Quintus Opimius; ... – ...; fl. I secolo a.C.) è stato un senatore e tribuno della plebe romano del I secolo a.C.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Quinto Opimio è figlio di un Quinto della tribù Orazia che fu nel consiglio del console Gneo Pompeo. Fu probabilmente nipote dell'omonimo Quinto Opimio e fratello di Lucio Opimio [1].

Carriera politica[modifica | modifica wikitesto]

Quinto Opimio fu senatore e tribuno della plebe e, come tale, attraverso la sua carica, contribuì a combattere le proposte di Silla facendo in modo che il console Gaio Aurelio Cotta, con una nuova legge, annullasse l'esclusione dei tribuni da tutte le cariche più alte [1]. L'esclusione dei plebei dalle magistrature patrizie fu stabilita dalla legge Cornelia dell'81 a.C. promossa da Silla: questa, infatti, stabiliva che i tribunali plebei non potessero essere amministrati dai patrizi. La norma, però, fu abrogata nel 74 a.C.[2].

Come Cicerone spiega nelle Verrine [3], la scelta di condurre Opimio a giudizio per aver posto il divieto alla legge Cornelia fu solo un pretesto [4]. Opimio, così, senatore del popolo romano, fu spogliato di tutti i suoi averi, del suo patrimonio e di tutti i suoi privilegi. La pesante multa che gravò su Opimio porterà il Senato a discutere sull'opportunità di abolire questo tipo di multe. L'azione di Opimio nel porre il suo veto sulla legge di Silla è stata discussa dallo Pseudo Asconio che sottolinea i punti cardine della legge di Cotta, atta a rimuovere la proibizione dei compiti dei tribuni [5]; inoltre, nell'argumentum di In Verrem de praetura urbana [6] c'è una notazione de iudicio publico contro Quinto Opimio.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Vd. Realenencyclopädie der Classischen Altertumswissenschaft, Band XVIII, 1, Olympia-Orpheus 1939, pp.679-680
  2. ^ Cfr. Thèodore Mommsen, Manuel des Antiquités Romaines, Ernest Thorin èditeur, Paris 1892, Tomo 2 pp. 134-135, Tomo 3 pp. 354-355
  3. ^ Vd. Marco Tullio Cicerone, Il processo di Verre, Vol. I, Bur classici greci e latini, Milano 1992, pp.342-345
  4. ^ Vd. Thomas Stangl, Ciceronis Orationum Scholiastae, Georg Olms Verlagsbuchhandlung Hildesheim, 1964, p. 255: Intercessisset contra legem Corneliam. Ut tribuni pl. aliorum quoque magistratuum capessendorum potestatem haberent. Persuasisse hanc legem dicitur Opimius
  5. ^ Vd. B.A. Marshall, A Historical Commentary on Asconius, University of Missouri Press Columbia, 1985, p. 19
  6. ^ Vd. Thomas Stangl, Orationum Scholiastae, Commentarii, Georg Olms Verlagsbuchhandlung Hildesheim, 1964

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Realenencyclopädie der Classischen Altertumswissenschaft
  • Thèodore Mommsen, Manuel des Antiquités Romaines
  • Marco Tullio Cicerone, Il processo di Verre
  • Thomas Stangl, Ciceronis Orationum Scholiastae
  • B.A. Marshall, A Historical Commentary on Asconius
  • Thomas Stangl, Orationum Scholiastae, Commentarii
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