Programma di Tolomei

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Il 15 luglio 1923, nel teatro civico di Bolzano, Ettore Tolomei rese pubblico il suo programma (programma di Tolomei) di assimilazione e italianizzazione dell'Alto Adige, abitato per oltre il 90% da persone di lingua tedesca.

Si doveva proibire l'impiego del nome geografico Tirolo, di cui l'Alto Adige aveva fatto parte per secoli. La toponomastica tedesca doveva essere abolita e sostituita con il Prontuario dei nomi locali dell'Alto Adige, di cui lo stesso Tolomei era autore. Fu addirittura proposto di italianizzare tutti i cognomi tedeschi. A ciò dovevano accompagnarsi misure come la rimozione del monumento di Walther von der Vogelweide a Bolzano o la trasformazione del museo a Bolzano.

Anche la stampa doveva essere italianizzata, censurandosi tutti i giornali di lingua tedesca meno che la neofondata "Alpenzeitung", di ispirazione fascista.

Per sottrarre il controllo dell'economia ai tedescofoni, tutte le banche di lingua tedesca dovevano essere soppresse. Per permettere l'arrivo di coloni di lingua italiana anche la legge sul maso chiuso andava abolita.

L'amministrazione pubblica doveva essere in mani italiane: a questo scopo Tolomei suggeriva il licenziamento dei dipendenti tedeschi e la loro sostituzione. Era indispensabile insediare podestà fascisti e segretari comunali italofoni. Per garantire un accentramento più forte, Trento e Bolzano si sarebbero costituite in provincia unica.

Tolomei voleva anche un controllo poliziesco della regione, con un forte contingente di Carabinieri e un aumento della presenza delle Forze Armate.

Ovviamente l'italiano doveva imporsi come unica lingua. L’italianizzazione della scuola costituì uno dei punti nodali e nel 1923-1924 quella italiana divenne l’unica lingua d’insegnamento. Questo causò la nascita delle Katakombenschulen.

Il programma di italianizzazione dell’Alto Adige venne inizialmente adottato dal Gran Consiglio del fascismo con voto unanime ed entusiasta.

Il programma non fu attuato però fino in fondo: vennero ad esempio create le due province di Trento e Bolzano.

Alla strada dell'assimilazione si affiancò poi quella dell'immigrazione dal resto della penisola, per italianizzare l'Alto Adige.

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