Prato salino del mare di Bohai

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Prato salino del mare di Bohai
Bohai Sea saline meadow
Imbarcazioni turistiche nel delta del Fiume Giallo
EcozonaPaleartica (PA)
BiomaPraterie e savane inondabili
Codice WWFPA0902
Superficie11 600 km²
ConservazioneIn pericolo critico
StatiBandiera della Cina Cina
Cartina dell'ecoregione
Scheda WWF

L'ecoregione del prato salino del mare di Bohai (WWF ID: PA0902) copre i delta costieri del Fiume Giallo e del Luan nel punto in cui si gettano nel mare di Bohai, in Cina. I prati salini e le distese fangose intertidali forniscono un importante punto di sosta per gli uccelli che migrano lungo la rotta che collega l'Asia orientale all'Australasia. La regione è sottoposta a una forte pressione ecologica dovuta allo sviluppo umano.[1][2]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

L'ecoregione delimita la linea costiera a forma di mezzaluna della baia di Bohai, nella parte nord-occidentale del mare di Bohai. I delta dei fiumi si stanno espandendo grazie ai sedimenti che il Fiume Giallo e il Luan trasportano dalle regioni ricche di löss situate rispettivamente a ovest e a nord.

Nella regione si trovano estese distese di zone umide, sia naturali che artificiali. Quelle naturali – canneti e piane di marea – sono andate notevolmente diminuendo negli ultimi anni a causa della conversione in impianti di acquacoltura e, in linea generale, dello sviluppo antropico. Le zone umide artificiali comprendono risaie, saline, bacini idrici e stagni.[3] Una parte della regione è stata dichiarata zona umida di importanza internazionale della Convenzione di Ramsar.[4] Nel sottosuolo della riserva naturale Dongying-Huang He si trova il secondo giacimento petrolifero più grande della Cina.[1]

Clima[modifica | modifica wikitesto]

La regione ha un clima continentale umido con estati calde e inverni secchi (Dwa secondo la classificazione dei climi di Köppen). Questo clima è caratterizzato da elevate escursioni termiche stagionali e da estati calde (almeno un mese con temperatura media superiore a 22 °C) e da inverni freddi con precipitazioni mensili inferiori a un decimo di quelle del mese estivo più piovoso.[5][6] La regione riceve in media 592 mm di precipitazioni annue, con variazioni anche del 20%.[4]

Flora e fauna[modifica | modifica wikitesto]

È presente un'ampia varietà di microhabitat locali, influenzati dall'interazione tra l'acqua dolce e il limo trasportati dai fiumi e l'acqua salata del mare. Le distese erbose nell'interno sono caratterizzate dall'erba Imperata cylindrica, i prati salini da piante alofile come Suaeda sp. Gli specchi d'acqua dolce nell'entroterra sono stati per lo più convertiti in risaie e stagni per l'acquacoltura.[1]

La regione è un importante scalo migratorio per la gru della Manciuria (Grus japonensis) e la gru bianca asiatica (Leucogeranus leucogeranus), minacciate di estinzione. Il gabbiano di Saunders (Chroicocephalus saundersi), una specie vulnerabile, ha in questa regione uno dei suoi pochi siti di nidificazione.[1] La biodiversità è molto elevata: gli scienziati hanno registrato 367 specie di uccelli e 197 specie di pesci nel solo delta dello Shandong.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Bohai Sea saline meadow, su World Wildlife Federation (WWF). URL consultato il 28 dicembre 2019.
  2. ^ Map of Ecoregions 2017, su Resolve, using WWF data. URL consultato il 14 settembre 2019.
  3. ^ Bohai Sea - Environmental Risk Assessment, su scribd.com, First Institute of Oceanography, State Oceanic Administration, China; Bohai Sea Environmental Management Project, People’s Republic of China; and GEF/UNDP/IMO Regional Programme on Partnerships in Environmental Management for the Seas of East Asia. URL consultato il 16 febbraio 2020.
  4. ^ a b c Shandong Yellow River Delta Wetland, su rsis.ramsar.org, Ramsar Convention. URL consultato il 16 febbraio 2020.
  5. ^ M. Kottek, J. Grieser, C. Beck, B. Rudolf e F. Rubel, World Map of Koppen-Geiger Climate Classification Updated (PDF), su koeppen-geiger.vu-wien.ac.at, Gebrüder Borntraeger 2006, 2006. URL consultato il 14 settembre 2019.
  6. ^ Dataset - Koppen climate classifications, su datacatalog.worldbank.org, World Bank. URL consultato il 14 settembre 2019.

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