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Pomezia nasce a seguito della bonifica della palude pontina, voluta dal governo fascista di Benito Mussolini con la legge di bonifica integrale del 1928, allo stesso modo in cui nascono le città di Littoria (in seguito ribattezzata Latina), Sabaudia, Pontinia ed Aprilia e svariati altri centri rurali minori comunemente appellati "borghi". Il primo nome della città era Ausonia, mutato in Pomezia all'inizio dei lavori. Il piano urbanistico si deve agli architetti Petrucci, Tufaroli, Paolini e Silenzi, vincitori - non senza difficoltà - del concorso bandito dall'ONC il 1º ottobre 1937. La prima pietra della nuova città fu posta da Mussolini il 25 aprile 1938, e la città venne inaugurata il 29 ottobre 1939.
La struttura base della città si rifà agli antichi borghi contadini, con le strade principali che si incontrano nella piazza principale della città (ex Piazza dell'Impero oggi Piazza Indipendenza).
Affacciati alla piazza sorgono il Municipio, la Torre Comunale (ricostruita dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale), l'ex Casa del Fascio e la Chiesa madre.
La città è stata progettata secondo lo stile vigente nel ventennio fascista, avendo come linee guida la semplicità delle linee, l'uso di materiali di costruzione italiani, con preferenza per i materiali esistenti sul posto e, dove possibile, escludendo le strutture in ferro ed in cemento armato.