Portale:Antica Siracusa/Geo1

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Insenature marine nella costa di Siracusa città

La storia dell'area geografica di Siracusa è strettamente connessa a quella dei monti Iblei, poiché il suo territorio ne fa geologicamente parte. Il suolo dove è sorta Siracusa è venuto totalmente in emersione non prima della fine del Pleistocene superiore (Tirreniano): circa 12 000 anni fa, ma da questa stessa data, che si estende anche al periodo della colonizzazione greca, il mare aveva cominciato nuovamente a trasgredire, con un innalzamento medio calcolato dai 2 ai 5 metri: ne sono testimonianza i tanti resti sommersi rinvenuti lungo la costa di Siracusa; compresi letti di antichi fiumi e cave di pietra. Proprio le cave di pietra, denominate latomie, sono state modellate dai primi Siracusani, grazie alla morbida, bianca roccia calcarea che ha consentito loro la realizzazione massiccia delle più svariate architetture. Un tempo il territorio di Siracusa era molto più paludoso; all'arrivo dei Greci vi erano una serie di paludi denominate Lisimelie, tra le quali si annovera Syraka (oggi internata sotto le costruzioni della città), alimentate da fiumi non più visibili. L'acqua dei numerosi fiumi di Siracusa - odiernamente sono rimasti visibili l'Anapo e il Ciane; celebri già in epoca antica - deve essere stata l'elemento fondamentale per l'insediamento delle prime civiltà. I terremoti hanno da sempre interessato l'area di Siracusa, in quanto le faglie di Monte Tauro-Siracusa-Penisola della Maddalena costituiscono le principali strutture di collasso e fragilità della crosta terrestre nel Mediterraneo.