Coordinate: 44°24′20″N 8°56′04.87″E

Porta Soprana

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File:Genova7.jpg
Le torri di Porta Soprana

Porta Soprana (da Superana) era un tempo la principale porta d'accesso alla città di Genova.
È una delle principali architetture medioevali in pietra del capoluogo ligure ed è situata sulla sommità del Piano di Sant'Andrea, a breve distanza dal quartiere storico di Ravecca, l'antico oppidum cittadino.

Poco distante da essa si trova la casa-museo di Cristoforo Colombo. Sia i poli museali delle torri della porta sia la casa di Colombo sono aperti al pubblico visitabili.

L'iscrizione di presentazione del Portale come emblema della Città

Nell'arco di attraversamento della porta - costituita da due alte torri e da un'ampia volta - è incisa una inscrizione nella quale il varco stesso si fa interprete, attraverso le seguenti parole, delle intenzioni della città:

(LA)

Ǡ; In nomine omnipotentis Dei, Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.
Sum munita viris, muris circumdata miris
et virtute mea pello procul hostica tela.
Si pacem portas licet has tibi tangere portas,
si bellum queres tristis victusque recedes.
Auster et Occasus, Septemptrio novit et Ortus
quantos bellorum superavi Ianua motus.
In consulatu comunis Wilielmi Porci, Oberti Cancellarii, Iohannis Malaucelli et Wilielmi Lusii et placitorum Boiamundi de Odone, Bonivassalli de Castro, Wilielmi Stanconis, Wilielmi Cigale, Nicole Roce et Oberti Recalcati»

(IT)

Ǡ;; Nel nome di Dio onnipotente, Padre Figlio e Spirito Santo. Amen
Sono sorvegliata da soldati, circondata da splendide mura
e scaccio lontano con il mio valore i dardi nemici.
Se pace tu porti, accostati pure a queste porte,
se guerra tu cerchi, triste e battuto ti ritirerai.
Il Meridione e il Ponente, il Settentrione e l'Oriente sanno
su quali enormi fremiti di guerre io Genova abbia prevalso.
Nel consolato del comune di Guglielmo Porco, Oberto Cancelliere, Giovanni Maluccelli, e Guglielmo Lusio, e dei placiti (giudici)

Boemondo di Odone, Bonvassallo di Castro, Guglielmo Stangone, Gugliemo Cigala, Nicola Roca e Oberto Recalcati»


Porta della città
Porta soprana Porta soprana - base Porta soprana - retro
Nelle immagini: alcune vedute dell'antica Porta Soprana

L'iscrizione celebrativa delle imprese di Tortosa e Almeria

Un'altra inscrizione riporta poi:

(LA)

«Marte mei populi fuit hactenus, Affrica mota post Asie partes et ab hinc Yspania tota; Almariam cepi Tortosamque subegi, septimus annus ab hac et erat bis quartus ab illa. Hoc ego munimen cum feci Ianua pridem undecies centeno cum tociensque quino anno post partum venerande Virginis almum.
In consulatu comunis Wilielmi Lusii, Iohannis Maliaucelli, Oberti Cancellarii, Wilielmi Porci; de placitis Oberti Recalcati, Nicole Roce, Wilielmi Cigale, Wilielmi Stangoni, Bonivassalli de Castro et Boiamundi de Odone»

(IT) «
Inscrizione sulla Porta Soprana
Da guerra del mio popolo fu scossa finora l'Africa oltre le regioni dell'Asia da qui tutta la Spagna. Conquistai Almeria e soggiogai Tortosa, sette anni fa questa e otto anni fa quella, quando in un primo momento io Genova innalzai questa fortificazione nel millecentocinquantacinquesimo anno dopo il glorioso parto della Santa Vergine.

Nel consolato del comune di Guglielmo Lusio, Giovanni Maloccello, Oberto Cancelliere, Guglielmo Porzio; dei placiti Oberto Recalcati, Nicola Roca, Guglielmo Cigala, Guglielmo Stangone, Bonvassallo di Castro e Boemondo di Odone»

I restauri

Le due torri di Porta Soprana

La porta rimase inghiottita dallo sviluppo edilizio a cominciare dal XIV secolo e, sull'arco di entrata tra le due torri, venne costruita una casa ad un piano (aumentata poi di un altro nell'Ottocento), nelle cui stanze abitò il figlio di Samson (il boia che aveva ghigliottinato Luigi XVI al tempo della rivoluzione francese).

Le due torri, sempre nell'Ottocento, furono adibite a carcere così come avvenne per il vicino convento di Sant'Andrea (la prigione "della Torre"), ed in essa trovava posto anche l'abitazione dei carcerieri.

Il monumento, ridotto a fine secolo in una serie di edifici, una volta scomparsi i merli dai suoi spalti venne restaurato a cominciare all'incirca dal 1890 ad opera dell'architetto Alfredo d'Andrade, direttore della Sovrintendenza di Belle Arti.

Sempre a cura del laboratorio di d'Andrade venne ripristinata in questo periodo la torre settentrionale e, con essa, anche l'arco che sovrasta l'entrata della porta; furono integrate pure le sculture dei capitelli (le aquile di stile romanico pisano).

La torre meridionale rimase invece racchiusa nel perimetro di un edificio di civile abitazione sino agli anni 1930 quando, con la demolizione del quartiere di Ponticello, la struttura venne restaurata sotto la direzione di Orlando Grosso.

Bibliografia

Lo stesso argomento in dettaglio: Bibliografia su Genova.

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