Petriccio

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Petriccio
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Toscana
Provincia  Siena
Città Siena
Codice postale53100
Abitanti4 248 ab.[1]
Coordinate: 43°19′59.78″N 11°18′06.19″E / 43.333273°N 11.30172°E43.333273; 11.30172

Petriccio (talvolta Pietriccio) è un quartiere della città di Siena, in Toscana.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La località del Petriccio, o anche Pietriccio, prende il nome da un ruscello che scivola lungo un declivio a nord del centro storico di Siena. In età medievale, questa località era conosciuta per le cave di "pietra da torre", un tipo di calcare cavernoso che veniva estratto in alcune zone della Montagnola Senese.[2] Si ritiene che le cave di Petriccio, insieme a quelle di Montalbuccio, fornirono la maggior quantità di calcare impiegato da Siena per la costruzione degli edifici e monumenti della città in epoca medievale.[2]

La località fu compresa nelle Masse di Siena, ma rimase a carattere rurale e agricolo fino alla metà del XX secolo, quando la città iniziò a espandersi in seguito al piano regolatore generale di Luigi Piccinato del 1956. Nascono così a Siena le cosiddette «periferie di seconda generazione», ovvero quei quartieri (Petriccio, Marciano, Scacciapensieri, Vico Alto) progettati nei quadranti nord e nord-est della città e pensati come borghi autonomi e centri di aggregazione sociale.[3]

Il quartiere conobbe una forte urbanizzazione tra gli anni sessanta e gli anni ottanta, nell'area sottostante il centro ricerche Sclavo dell'Istituto vaccinogeno sieroterapico toscano, e anche a causa di questo interessato da un boom demografico data la necessità di alloggio di numerosi lavoratori.[4] Il piano di edilizia economica popolare (PEEP) ha continuato a espandersi con la costruzione di nuove aree residenziali (Uncinello, Le Terrazze) e singoli interventi di saturazione edilizia, tra i quali si ricordano gli alloggi sociali progettati dagli architetti Mario Rodolfo Terrosi (1992-1996)[5] e Riccardo Roda (2004-2008).[6]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di Santa Maria Regina
Chiesa di San Bernardo Tolomei
La chiesa di San Bernardo Tolomei è la chiesa parrocchiale del quartiere, situata al limite nord del quartiere presso l'Uncinello. La parrocchia fu istituita dall'arcivescovo Mario Jsmaele Castellano nel 1962 e posta inizialmente sotto la cura dell'abbazia di Monte Oliveto. La chiesa venne realizzata a partire dal 1966.[7] Nel 2009, in seguito alla canonizzazione del beato Bernardo Tolomei, la chiesa ha aggiornato la dedicazione con cerimonia solenne celebrata il 26 aprile 2009.[7] La chiesa, insieme all'intero complesso parrocchiale, presenta una struttura in calcestruzzo armato e laterizi, con travi e pilastri a vista, e una copertura piana, ancora in calcestruzzo. La chiesa, su base trapezoidale e ad aula unica, si estende lungo un pendio tra due strade che permette il raggiungimento di "quota zero" nella parte posteriore.[7]
Chiesa di Santa Maria Regina
Situata vicino alla piazza centrale di Petriccio, la chiesa di Santa Maria Regina è un edificio religioso sussidiario della parrocchia di San Bernardo Tolomei, costruita pochi anni dopo la chiesa parrocchiale.[8] L'edificio presenta una facciata a capanna, interamente rivestita in pietra: sulla fascia inferiore, si trovano il portale d'accesso rettangolare e due tagli verticali disposti simmetricamente ai lati; sulla fascia superiore, si trovano invece tre finestre triangolari, sovrastate da un crocifisso. La copertura è a capanna in legno lamellare. L'interno, a base trapezoidale ad aula unica, presenta il presbiterio rialzato.[8]

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Centro ricerche GSK Vaccines
Il centro ricerche venne costruito dall'Istituto sieroterapico e vaccinogeno toscano (ISVT) "Sclavo" tra il 1967 e il 1973, all'interno di un'area scientifica di propria proprietà che stava andando a configurarsi come "cittadella della scienza".[9][10] L'intero complesso subì ampliamenti e rinnovamenti negli anni successivi. Nel 1998 la Sclavo venne acquisita dalla Chiron Corporation. Dal 2015 è proprietà dalla casa farmaceutica britannica GlaxoSmithKline (GSK).[11]
Villa del Petriccio
La villa del Petriccio, o villa Carlo Corazzesi, è una residenza padronale situata poco fuori dall'abitato, lungo la strada di Petriccio e Belriguardo. La villa, a pianta rettangolare e sviluppata su tre piani fuori terra, risale alla fine del XVIII secolo e conserva ancora elementi originari di pregio, quali l'antico cortile con muro di cinta, il cancello d'ingresso e soprattutto un monumentale arco posizionato trasversalmente alla strada d'accesso.[12]
Ninfeo di villa Bargagli Petrucci
La villa Bargagli Petrucci, già villa Gori, è nota per la presenza di un ninfeo con fontane risalente al 1612, anno in cui il granduca Cosimo II de' Medici dette il consenso al nobile Giulio Corti per la sua costruzione. È probabile che la vasca fosse parte della proprietà della villa di Marciano, già proprietà dei Corti prima di essere acquisita dai Gori. Nei primi del XIX secolo il ninfeo divenne proprietà del pittore Antonio di Giovanni Francesco Piccolomini Bellanti.[13]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Scuole[modifica | modifica wikitesto]

Nel quartiere si trovano la International School of Siena (Scuola Internazionale di Siena) e l'Istituto comprensivo Federigo Tozzi, entrambi situati tra la via principale (strada di Petriccio e Belriguardo) e la sede della GSK Vaccines.

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Urbanistica[modifica | modifica wikitesto]

Il quartiere si sviluppa nel settore nord-ovest dell'area urbana della città di Siena, nella valle formata dal ruscello Petriccio, ed è delimitato a est dalla via Fiorentina (ex strada statale 2 Via Cassia) e a sud dal quartiere di Marciano. Si possono localizzare al Petriccio quattro aree principali: l'Uncinello, che sale verso la parte opposta alla città della valle, Le Terrazze, che scendono verso la parte più vecchia del quartiere, il Petriccio Alto e il Petriccio Basso (dove i nomi si riferiscono all'altitudine) dove si trova la piazza Enrico Lachi, punto principale di aggregazione. Con il tempo (specialmente all'inizio della costruzione del quartiere di San Miniato) la zona è stata "risanata" dalla situazione in cui si trovava (ospitava quasi esclusivamente alloggi popolari, senza servizi né aree verdi); sono stati realizzati molti parchi e campi sportivi (calcio e basket). Inoltre è stata costruita una piccola stazione di autobus, per poi creare più linee urbane che servissero tutto il quartiere.[14][15]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ B. Bernardo Tolomei al Pietriccio, su CEI. URL consultato il 16 marzo 2024.
  2. ^ a b Marie-Ange Causarano, La cattedrale e la città. Il cantiere del duomo di Siena tra XI e XIV secolo, Sesto Fiorentino, All'Insegna del Giglio, 2017, p. 143.
  3. ^ Stefano Maggi, Siena: periferia e qualità della vita nel Novecento (PDF), in Andrea Maria Locatelli, Claudio Besana e Nicola Martinelli (a cura di), Periferie europee. Istituzioni sociali, politiche, luoghi: una prospettiva storica, vol. 1, Milano, Franco Angeli, 2021, p. 76.
  4. ^ Storia della GSK in Italia, su GSK Italia. URL consultato il 7 marzo 2024.
  5. ^ AA.VV., Progettare nella città contemporanea. Progetti ed opere per Siena, Firenze, Alinea, 2002, p. 45.
  6. ^ Enrica Burroni e Riccardo Roda, Sostenibilità, ecologia, alta efficienza. Esperienze di eccellenza del movimento cooperativo di abitazione, Firenze, Alinea, 2008, pp. 60-63.
  7. ^ a b c Chiesa di San Bernardo Tolomei al Pietriccio, su beweb.chiesacattolica.it. URL consultato il 16 marzo 2024.
  8. ^ a b Chiesa di Maria Regina, su beweb.chiesacattolica.it. URL consultato il 16 marzo 2024.
  9. ^ AA.VV., Guida all'architettura moderna: Italia. Gli ultimi trent'anni, Bologna, Zanichelli, 1992, p. 295.
  10. ^ Stefano Maggi, Cittadella della scienza. L'Istituto Sclavo a Siena nei cento anni della sua storia (1904-2004), Milano, Francoangeli, 2004.
  11. ^ Alessandra Puato, Novartis, gli stabilimenti di Siena passano a Glaxo entro marzo. E attacca il governo sulla maxi-multa, Corriere della Sera, 28 gennaio 2015. URL consultato il 16 marzo 2024.
  12. ^ Villa del Petriccio o Villa Carlo Corazzesi, su Catalogo generale dei beni culturali. URL consultato il 16 marzo 2024.
  13. ^ Ninfeo di Villa Bargagli Petrucci, su Catalogo generale dei beni culturali. URL consultato il 23 marzo 2024.
  14. ^ Jacopo Rossi Napoli, Il Petriccio: mille storie in una sola, su scopriresiena.it, 5 giugno 2014. URL consultato il 27 marzo 2024.
  15. ^ Petriccio, un angolo di città ben servito ma senza svago, su La Nazione, 11 settembre 2010. URL consultato il 17 marzo 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV., Guida all'architettura moderna: Italia. Gli ultimi trent'anni, Bologna, Zanichelli, 1992, p. 295.
  • AA.VV., Progettare nella città contemporanea. Progetti ed opere per Siena, Firenze, Alinea, 2002, p. 45.
  • Enrica Burroni e Riccardo Roda, Sostenibilità, ecologia, alta efficienza. Esperienze di eccellenza del movimento cooperativo di abitazione, Firenze, Alinea, 2008, pp. 60-63.
  • Marie-Ange Causarano, La cattedrale e la città. Il cantiere del duomo di Siena tra XI e XIV secolo, Sesto Fiorentino, All'Insegna del Giglio, 2017, p. 143.
  • Stefano Maggi, Cittadella della scienza. L'Istituto Sclavo a Siena nei cento anni della sua storia (1904-2004), Milano, Francoangeli, 2004.
  • Stefano Maggi, Siena: periferia e qualità della vita nel Novecento (PDF), in Andrea Maria Locatelli, Claudio Besana e Nicola Martinelli (a cura di), Periferie europee. Istituzioni sociali, politiche, luoghi: una prospettiva storica, vol. 1, Milano, Franco Angeli, 2021, p. 74-86.

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