Palazzo del Capitaniato

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Il Palazzo del Capitanio, in Piazza dei Signori a Vicenza.

Il palazzo del Capitaniato, noto anche come loggia del Capitanio o loggia Bernarda, è un palazzo di Andrea Palladio che si affaccia sulla centrale Piazza dei Signori a Vicenza, di fronte alla Basilica Palladiana. Fu decorato da Lorenzo Rubini. Il palazzo fu progettato nel 1565 e costruito dal 1571 al 1572.

Nella catalogazione dei beni culturali, in Italia, questo palazzo è un opera d’arte che viene catalogata nei tipi di beni immobili, architettura di tipo A.

Storia

Scorcio, nello sfondo la Basilica Palladiana.

Nel 1565 la città di Vicenza chiese ad Andrea Palladio di realizzare un palazzo per il capitanio, il rappresentante della Repubblica di Venezia in città, da cui l'edificio prese il nome. Il palazzo doveva sostituire un preesistente edificio tardo medievale, già adibito a residenza del capitanio, che si affacciava su piazza dei Signori. In questo modo Palladio si trovò impegnato su due fronti della stessa piazza, dato che il cantiere della Basilica Palladiana, a cui l'architetto vicentino lavorava sin dalla metà degli anni quaranta, era ancora in corso.

Palladio si trovò dunque a sfidare se stesso, sulla stessa piazza, nell'arco di vent'anni. Nel palazzo del Capitaniato ebbe modo di sfruttare le conoscenze nel frattempo acquisite, raggiungendo in tale opera uno dei massimi vertici della sua carriera. Come molti altri palazzi dell'architetto, l'edificio rimase parzialmente incompiuto; i lavori vennero fermati nel 1572, nonostante il palazzo non fosse terminato: furono costruite solo tre campate, invece della cinque o sette inizialmente previste.

Il lato dove il palazzo doveva essere continuato fu rimesso in luce negli anni trenta del XX secolo, quando furono abbattuti alcuni edifici che vi si erano addossati. Si parlò allora di completare il palazzo costruendo le arcate mancanti, ma tale ipotesi non ebbe seguito. Per dare più dignità al palazzo la facciata laterale subì un adattamento lineare, secondo lo stile dell'epoca, che fu però criticato.

Descrizione

Il palazzo del Capitaniato è basato su un ordine composito, gigante sia in altezza sia in larghezza. Al piano terra vi è una grande loggia, coperta da ampie volte, che sorregge un piano nobile dotato di un grande salone (la "sala Bernarda"). La facciata del palazzo è alternata da quattro semicolonne giganti, in mattoni a faccia vista, e tre grandi archi. Le decorazioni sono realizzate in pietra d'Istria e soprattutto stucchi. Le colonne erano state pensate da Palladio per essere ricoperte da un intonaco bianco, che è visibile solamente alla base dei capitelli corinzi. Palladio decise in questo caso di giocare con il contrasto utilizzando mattoni rossi privi d'intonacatura che risaltano sia sul bianco degli stucchi, sia sul bianco della pietra della Basilica Palladiana che troneggia di fronte.

Le arcate sono sormontate da balconi, che a loro volta sorreggono un attico balconato. I materiali che sono stati utilizzati per questo palazzo, i mattoni non intonacati e la pietra, creano una originale bicromia. Le tre arcate imponenti del portico sono sorrette dalle grandi colonne che giungono fin sotto la balaustra dell'attico. Sulla facciata principale alcune decorazioni rappresentano figure che versano dell'acqua, a simboleggiare i fiumi. Nella trabeazione del palazzo si può leggere l'iscrizione: "JO. BAPTISTAE BERNARDO PRAEFECTO", per ricordare chi commissionò il palazzo, ossia il capitanio Bernardo.

Vista dalla piazza.

Il prospetto su contrà Monte, lavorato su modello degli archi di trionfo romani, presenta quattro semicolonne, ma più basse di quelle della facciata, ed è ornato da stucchi in bassorilievo e due statue allegoriche, collocate negli intercolumni, a ricordare la vittoria della flotta ispano-veneziana contro gli ottomani nella battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571), alla quale si arrivò anche grazie al sacrificio di molti vicentini. Sulla base delle statue si possono leggere le due frasi in latino "PALMAM GENUERE CARINAE" e "BELLI SECURA QUIESCO", che suggeriscono il significato delle statue: la prima rappresenterebbe la dea della vittoria navale e la seconda la dea della pace. Nel piano superiore dell'arco vi sono altre quattro statue: la prima (dalla piazza) rappresenta la "Virtù", la seconda, un po' più piccola della prima, rappresenta la "Fede", la terza rappresenta la "Pietà" e infine la quarta, grande quanto la prima, rappresenta l'"Onore". L'interpretazione che viene data a questi simboli è univoca: la virtù, la fede, la pietà e l'onore ottengono la vittoria e la pace; e se Venezia potè prevalere sugli Ottomani fu proprio grazie a questi valori.

La loggia a piano terra, recintata da un'alta cancellata in ferro battuto, è uno spazio armonioso, caratterizzato da nicchie e colonne; ospita alcune lapidi in ricordo dei caduti delle guerre.

Il piano nobile è occupato dalla Sala Bernarda, che è arricchita da affreschi del Cinquecento provenienti da una delle ville dei da Porto. Nella Sala Bernarda attualmente si riunisce il consiglio comunale vicentino. In occasione delle sedute del consiglio, i politici vicentini entrano proprio dal portone della loggia e non, come di consuetudine, dall'ingresso di Corso Palladio.

Curiosità

La Loggia, con grande successo di pubblico, ospitò per tre giorni la coppa del mondo[1], dal 12 gennaio al 14 gennaio 2007, vinta sei mesi prima dalla nazionale italiana.

Note

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