Palazzo Maldura

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Palazzo Maldura
Facciata Palazzo Maldura
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneVeneto
LocalitàPadova
Indirizzopiazzetta Gianfranco Folena - 35137 Padova (PD)
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXVI secolo
Usosede principale del Dipartimento di studi linguistici e letterari dell'Università di Padova
Realizzazione
ArchitettoGiovan Battista Novello

Palazzo Maldura è un edificio civile padovano che è stato fino al 2019 sede sia del Dipartimento di studi linguistici e letterari che della Biblioteca Maldura dell'Università di Padova, poi entrambi trasferiti nel nuovo Complesso Beato Pellegrino.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Scalone Palazzo Maldura

Costruito nel XVI secolo e più volte rimaneggiato, assume l'assetto attuale nel 1769 grazie all'intervento commissionato dal giurista Andrea Maldura (1730-1802) all'architetto Giovan Battista Novello.

La famiglia Maldura era una famiglia borghese che si arricchì con commercio di granaglie e farine. Con la costruzione della nuova dimora, Andrea Maldura voleva mostrare una prova tangibile del diritto della famiglia di essere ammessa fra le classi dirigenti alla pari con gli esponenti più qualificati dell’aristocrazia. Per la costruzione del palazzo Andrea Maldura acquista la casa della famiglia aristocratica di Claudio Mussati, con l'intento di raderla al suolo ed erigerci il nuovo fabbricato. Tuttavia la spesa risultava troppo ingente e decise di mantenere parte delle vecchie strutture incorporandole nel nuovo edificio. Ottenne il permesso per l’espansione del fabbricato nello spazio precedentemente occupato dal portico di casa Mussati, provocando un ulteriore restringimento della strada, dimostrando così la sua indifferenza nei confronti della struttura uniforme e coerente della contrada.

Giovan Battista Novello doveva adeguare le strutture interne preesistenti, di modesta dimensione, alle esigenze di rappresentanza e spettacolarità richieste del committente tenendo conto anche della parte economica.

Decise quindi di concentrare le funzioni richieste dal conte nell’atrio e nello scalone d’ingresso che risultano sproporzionati rispetto al resto dell’edificio, infatti, gli ambienti laterali rimangono invariati, viene raggiunta la suggestione dell’effetto prefisso ma il fabbricato risulta squilibrato. I vani rimangono invariati e privi di un’impostazione organica con il salone, essendo stato costruito dopo e con esigenze diverse.

La facciata principale doveva anch’essa essere monumentale ma doveva anche uniformare le contraddizioni degli interni con lo slancio del corpo centrale e il suo distacco dall’andamento monotono del resto dell’edificio.

I lavori vengono dichiarati conclusi nel 1769 anche se ci furono altre lavorazioni di completamento, in particolare per quanto riguarda l’ornamentazione interna, la quale non era ancora completata negli anni 1803-04.[1] Gli affreschi videro impegnati artisti di qualificato mestiere come Costantino Cedini, Andrea Urbani, Giambattista Mengardi e Giambattista Canal. [2]

Pervenuto alla famiglia Emo Capodilista, l’edificio venne una prima volta restaurato e poi, a partire dal 1817, in alcune parti ridecorato e riarredato in stile neoclassico.

Dal 1927 al 1961 ospitò il Comando della Legione Carabinieri.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Ingresso della sala da ballo di Palazzo Maldura

Nel palazzo vi sono numerosi affreschi in ordine non omogeneo rispetto alla posizione dei diversi locali.[3] Degno di nota è il salone centrale a doppia altezza, recentemente restaurato, ex sede di una tra le maggiori biblioteche di discipline umanistiche dell'Università di Padova.

Planimetria generale di Palazzo Maldura, disegnata da Giulio Brunetta risalente al 1975-76
Planimetria del piano terra e del piano rialzato di Palazzo Maldura, disegnata da Giulio Brunetta risalente al 1975-76
Planimetria del primo piano di Palazzo Maldura, disegnata da Giulio Brunetta risalente al 1975-76
Planimetria del secondo piano di Palazzo Maldura, disegnata da Giulio Brunetta risalente al 1975-76

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lionello Puppi e Fulvio Zuliani, Padova. Case e palazzi, Vicenza, Neri Pozza, 1977, pp. 205-207.
  2. ^ Umberto Allemandi & C., Guida di Padova Architettura, 2000, pp. 160-161, ISBN 88-422-0977-5.
  3. ^ Giuseppe Pavanello Pavanello, Arte Veneta XXIX, p. 262-268.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Il nuovo complesso universitario di palazzo Maldura, in "Annuario dell'Università di Padova per l'anno accademico 1975-76", pp.983-993.
  • Olivato L., Tradizionalismo, eversione e rinnovamento tipologico nell'edilizia tra settecento e ottocento, in "Padova, case e palazzi", Vicenza, Neri Pozza Editore, 1977, pp.181-221.
  • Brunetta G., Il nuovo complesso universitario "Maldura". La ristrutturazione del palazzo, in "Atti e Memorie dell'Accademia Patavina di Scienze, Lettere e Arti", vol.LXXXIX, pp. 223-237.
  • Tomezzoli A., Palazzo Maldura, in "Affreschi nei palazzi di Padova, Il Sei e Settecento", a cura di V. Mancini, A. Tomezzoli, D. Ton, Verona, Scripta Edizioni, 2018.
  • Checchi M., Gaudenzio L., Grossato L., Padova. Guida ai monumenti e alle opere d’arte, Neri Pozza, Vicenza 1961, pp. 439-41.
  • Bresciani Alvarez G., L’architettura civile del barocco a Padova, Neri Pozza, Vicenza 1977.
  • Storia dell’architettura nel Veneto. Il Settecento, a cura di E. Kieven e S. Pasquali, Marsilio, Venezia 2012, p. 230.
  • Zaggia S., Un architetto padovano alla corte spagnola. Giovan Battista Novello, in "«Realtà/Utopia»", 2018, pp. 7-9.
  • Notizie giornaliere di quanto avvenne specialmente in Padova dall’anno 1739 all’anno 1800, Padova, Biblioteca del Seminario, ms. 1739-1800, a cura di L. Olivato, Rebellato, Cittadella 1982-1984, 2 voll., I, p. 61, e II, p. 887.
  • Cosmai F. e Sorteri S., Quaderni del Bollettino del Museo civico di Padova, 7, Padova, 2009
  • Cronografia della nobile famiglia de’ Conti Maldura, Tip. Emiliana, Venezia, 1890
  • Descalzi A., Le famiglie del Consiglio di Padova, XVIII secolo , c. 205v.
  • Moschetti A., I danni ai monumenti e alle opere d’arte delle Venezie nella guerra mondiale MCMXV-MCMXVIII, Ferraris, Venezia 1931, pp. 673-6.
  • Brunetta G., Il nuovo complesso universitario «Maldura»: la ristrutturazione del palazzo, in "Atti e Memorie dell’Accademia Patavina di Scienze, Lettere ed Arti", LXXXIX, III, Tipografia Giovanni Battista Randi, Padova 1976-1977, pp. 223-37,
  • Pavanello G., Gli affreschi di palazzo Maldura a Padova, in "Arte Veneta", XXIX, Arte Veneta Editore, Venezia 1975, pp. 262-8.
  • Dalle glorie nobiliari alla revanche ebraica. Gli affreschi sette e ottocenteschi di Pastò A., Bevilacqua G., Borsato G. e Canal G. in Palazzo Bonfadini-Vivante, in Palazzo Bonfadini-Vivante, Arsenale Editrice, Venezia 1995, pp. 71-96
  • Borsato G., in La pittura nel Veneto. L’Ottocento, a cura di Pavanello G., Electa, Milano 2003, II, pp. 655-6
  • Rossetti G., nella sua Descrizione delle pitture, sculture, ed ar- chitetture di Padova, Stamperia del Seminario, Padova 1780, p. 346
  • De Marchi A., in Nuova guida di Padova e suoi dintorni, 1855
  • Moschini G., Guida per la città di Padova all’amico delle belle arti, a spese de’ Fratelli Gamba, Venezia 1817, p. 183, Archivio Emo Capodilista Maldura, Archvio Maldura, serie 7, busta 91

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]