Palazzo Ducale (Genova)

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Coordinate: 44°24′25.69″N 8°55′57.87″E / 44.407136°N 8.932742°E44.407136; 8.932742
Palazzo Ducale
Palazzo Ducale
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàMolo
Indirizzo16123 Genova
Coordinate44°24′27.34″N 8°55′59.26″E / 44.407594°N 8.933128°E44.407594; 8.933128{{#coordinates:}}: non è possibile avere più di un tag principale per pagina
Caratteristiche
Tipoarte, etnografia, palazzo storico
Istituzione1783
ProprietàGenova
[Palazzoducale.genova.it Sito web]

Il Palazzo Ducale di Genova è uno dei principali edifici storici cittadini. Già sede del dogato dell'antica Repubblica, è attualmente uno dei principali poli museali del capoluogo ligure.

Lasciato in abbandono per lungo tempo, e adibito a sede degli uffici giudiziari prima della costruzione negli anni settanta del nuovo palazzo di giustizia di Portoria, ha visto completare il suo restauro in occasione delle Colombiadi del 1992 con cui vennero commemorati Cristoforo Colombo ed il cinquecentenario della scoperta dell'America.

Ospita al piano nobile, importanti mostre d'arte, dibattiti e convegni (organizzati nelle sale affrescate del Maggior e del Minor Consiglio) e, nei cortili e porticati, negozi e punti di ristoro.

Nel 2001 vi si sono riuniti a congresso i capi di stato e di governo convenuti a Genova per il G8. Intorno al centro storico venne istituita una blindatissima zona rossa che non servì però a scongiurare, almeno al suo esterno, quelli che sono passati alla storia come i fatti del G8 di Genova.

Storia

Cronologia essenziale

Palazzo Ducale.
  • 1251-1275: viene costruita la torre del palazzo Fieschi, attualmente inglobata nel palazzo Ducale
  • 1291: acquisizione da parte del Comune di case dei Doria fra San Matteo e San Lorenzo e avvio della costruzione di un palazzo per la sua Istituzione
  • 1294: il palazzo di Leonardo Fieschi viene acquisito dal Comune e inglobato nella costruzione del nuovo palazzo
  • XVI secolo, anni novanta: progetto di Andrea Ceresola detto il Vannone per la ristrutturazione del palazzo Ducale
  • XVII secolo: nella Cappela Ducale, affreschi di Giovanni Battista Carlone (1655) e Domenico Fiasella
  • 1777: incendio e ricostruzione del palazzo in stile neoclassico
  • 1797: Proclamazione della Repubblica Ligure e abbattimento delle statue di Andrea e Giannettino Doria
  • XIX secolo: affreschi di Giuseppe Isola - demolizione della Cortina e del passaggio per la chiesa di Sant'Ambrogio e costruzione delle testate delle due ali (progettista Ignazio Gardella)
  • 1940-45: danni a causa dei bombardamenti aerei
  • 1990-1992: attuale restauro e risistemazione (progettista architetto Spalla)

La parte medioevale

La costruzione del palazzo avvenne alla fine del Duecento, in un momento di grande splendore dell'antica repubblica marinara. Al periodo medievale risale anche una parte della Torre Grimaldina[1] che venne sopraelevata nel 1539.

Allo stesso periodo risale l'ampliamento del palazzo che solo a partire dalla fine del Cinquecento fu riedificato con l'adozione di cortili che ancor oggi sono una delle parti più spettacolari dal punto di vista architettonico dell'intero complesso.

La ricostruzione di Simone Cantoni (1777)

Nel 1777 una parte dell'edificio venne distrutta da un incendio. La ricostruzione della facciata, in monumentale stile neoclassico, e dei saloni interni, venne assegnata a Simone Cantoni, architetto ticinese, fratello dell'architetto civico di Genova, Gaetano Cantoni.

La distruzione delle statue (1797)

Nella sollevazione popolare che nel 1797 condusse alla proclamazione della Repubblica Ligure, vennero abbattute le due statue di Montorsoli rispettivamente di Andrea Doria e Giannettino Doria.

L'Ottocento

Nella torre Grimaldina, allora prigione, venne imprigionato Jacopo Ruffini, che qui si suicidò per non tradire gli amici. In sua memoria è posta la lapide con l'iscrizione:

«Consacrò queste carceri il sangue di Jacopo Ruffini / mortovi per la fede italiana - 1833»

La Torre mantenne la sua funzione carceraria per tutto il secolo, e sin oltre ancora nel primo Novecento. Da essa passarono detenuti politici e non, tra i quali gli arrestati del tentato moto del giugno 1857. Con l'apertura della Carrettiera Carlo Alberto nel 1835 (corrispondente alle attuali via Gramsci e via San Lorenzo), venne demolita la cortina che chiudeva le ali laterali del palazzo in modo da serrare in un cortile chiuso la facciata di Simone Cantoni. Le ali laterali tagliate dall'intervento furono ripristinate con due facciate progettate da Ignazio Gardella.

Ancora nel XIX secolo la costruzione della centrale piazza De Ferrari - con la famosa fontana che campeggio al suo centro - rese necessaria l'ideazione di una apposita facciata (quella che oggi è considerata la principale) ed un'entrata alternativa rispetto a quella che si protende sulla piazza Matteotti (considerata da molti come ingresso secondario).

Lo storico: Palazzo per una corte inesistente

Ecco una descrizione storica fornita dallo studioso Giuseppe Marcenaro nella rivista culturale della Fondazione Carige:

«Il palazzo era la sede di una corte inesistente. Senza splendore. Questo deve dipendere anche dal fatto che, nonostante l'aulica pretesa, il palazzo non è mai stato il palazzo della città.
Gli affari dello stato venivano decisi da altre parti. Le grandi regge, in genere, sono i labirinti del mondo, i crocicchi della storia, anche efferata, il che vorrebbe dire già qualcosa.
Questo palazzo non ha l'arcana e ferrigna possanza dell'inviolabilità che fa sentire un potere che determina la vita di una comunità.
Ebbe una sorte inanimata che attraverso i secoli si espresse con una costanza ossessiva, riflesso opaco dei magnifici, come si auto-celebravano i suoi inquilini. I traslochi che cadenzarono la storia ufficiale del palazzo furono centoquarantuno.
In una stampa al collodio di metà Ottocento, dovuta al solito Alfredo Noack, fotografo cresciuto oggi in certa fama, il palazzo dà spettacolo su una piazza deserta. L'immobilità dell'aria è disarmante. Ma questo deve essere effetto dell'apparecchio fotografico che ha prodotto l'immagine. Come in tutte le fotografie del tempo ciò che più colpisce è la severa impassibilità della veduta.
Soltanto qualche ombra attraversa la piazza: sono i fantasmi del negativo, parvenze delle rare persone che, data la lunghezza della posa, sono rimaste impressionate sulla lastra come una scia esangue che ricorda le inquietanti visioni dei racconti di Henry James

Immagini

Palazzo Ducale / Luogo di rappresentanza lontano dai giochi di potere
Da sinistra verso destra e dall'alto in basso:
Il palazzo visto da piazza De Ferrari; particolare del portale di ingresso da piazza Matteotti; piazza Matteotti;
prospetto da piazza De Ferrari; il porticato; la Torre Grimaldina

Note

  1. ^ Approfondimento su Palazzoducale.genova.it
  2. ^ Approfondimento su Fondazionecarige.it

Altri progetti

Collegamenti esterni

Bibliografia

Lo stesso argomento in dettaglio: Bibliografia su Genova.

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