PKS 1302-102

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PKS 1302-102
Quasar
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneVergine
Ascensione retta13h 05m 33.01498s[1]
Declinazione-10° 33′ 19.4266″[1]
Distanza3,5 miliardi a.l.  
Magnitudine apparente (V)14,9[2]
Redshift0,2784[2]
Caratteristiche fisiche
TipoQuasar
Altre designazioni
PG 1302-102, PG 1302-103, ICRF J130533.0-103319, PKS 1302-102, PKS 1302-103, PKS J1305-1033, PKS B1302-102, QSO J1305-1033, QSO B1302-1017[1]
Mappa di localizzazione
PKS 1302-102
Categoria di quasar

Coordinate: Carta celeste 13h 05m 33.01498s, -10° 33′ 19.4266″

PKS 1302-102 è un quasar osservato nella costellazione della Vergine, situato a circa 3,5 miliardi di anni luce, ossia circa 1,1 Gpc, dalla Terra. Il quasar, avente una magnitudine apparente pari a 14,9 mag nella banda V, è ospitato da una brillante galassia ellittica[3] avente altre due galassie più piccole vicino a sé a una distanza di 3.000 e 6.000 parsec.

La curva di luce per PKS 1302-102 ha un andamento sinusoidale con un'ampiezza di 0,14 mag e un periodo di 1.884 ± 88 giorni, il che suggerisce che esso sia un buco nero binario supermassiccio.[4]

Possibile natura di buco nero binario[modifica | modifica wikitesto]

PKS 1302-102 è stato selezionato dal progetto di rilevazione chiamato Catalina Real-Time Transient Survey come uno dei 20 quasar con variazioni periodiche evidenti nella curva di luce.[5] Di questi ultimi, in base all'andamento sinusoidale della sopraccitata curva di luce e ad altri criteri, come ad esempio il fatto di poter avere una ragionevole certezza delle misure effettuate dato che si è in possesso di un numero di dati che coprono più di 1,5 cicli nel periodo misurato, PKS 1302-102 sembra essere il più probabile candidato ad avere una natura di buco nero binario.[4] Un'interpretazione plausibile del suddetto evidente aspetto periodico è infatti la possibilità che PKS 1302-102 sia un sistema di due buchi neri supermassicci orbitanti l'uno attorno all'altro, protagonisti quindi dell'ultima fase di un processo di fusione tra galassie avvenuto circa 3,5 miliardi di anni fa. Secondo le stime, la massa totale dei due buchi neri sarebbe di circa 100 milioni di masse solari e i due corpi sarebbero separati da una distanza di circa 0,1 parsec.[6] Se tale ipotesi venisse confermata, lo studio di PKS 1302-102 si rivelerebbe importantissimo per molte aree di ricerca, inclusi lo studio delle onde gravitazionali generate da un sistema di questo tipo e del problema dell'ultimo parsec.

Altre spiegazioni meno probabili della periodicità sinusoidale osservata includono la presenza di un punto caldo nella parte più interna del disco di accrescimento di un buco nero e la possibilità di essere in presenza di un disco di accrescimento deformato che si eclissa parzialmente nel suo orbitare attorno a un singolo buco nero supermassiccio.[4][5] Tuttavia, resta comunque possibile che il comportamento periodico di PKS 1302-102 sia in effetti solamente un evento casuale nella curva di luce di un quasar ordinario, poiché variazioni quasi periodiche spurie possono in effetti comparire nel caso di osservazioni effettuate per periodi di tempo limitati come parte della variabilità stocastica di un quasar.[7]

Ulteriori osservazioni di questo quasar potrebbero quindi rivelare una vera periodicità o escludere del tutto la natura di buco nero binario di PKS 1302-102, in special modo se la curva di luce misurata si discosterà in maniera casuale dal modello sinusoidale.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c ICRF J130533.0-103319 - SIMBAD basic query result, su Object query: PKS 1302-102. URL consultato il 6 aprile 2018.
  2. ^ a b PG 1302-102, su ned.ipac.caltech.edu, NED. URL consultato il 6 aprile 2018.
  3. ^ M. J. Disney, P. J. Boyce, J. C. Blades, A. Boksenberg, P. Crane, J. M. Deharveng, F. Macchetto, C. D. Mackay e W. B. Sparks, Interacting elliptical galaxies as hosts of intermediate-redshift quasars, in Nature, vol. 376, n. 6536, 13 luglio 1995, pp. 150-153, Bibcode:1995Natur.376..150D, DOI:10.1038/376150a0. URL consultato il 6 aprile 2018.
  4. ^ a b c Matthew J. Graham, S. G. Djorgovski, Daniel Stern, Eilat Glikman, Andrew J. Drake, Ashish A. Mahabal, Ciro Donalek, Steve Larson e Eric Christensen, A possible close supermassive black-hole binary in a quasar with optical periodicity, in Nature, vol. 518, 2 gennaio 2015, pp. 74-76, Bibcode:2015Natur.518...74G, DOI:10.1038/nature14143, ISSN 0028-0836 (WC · ACNP), arXiv:1501.01375. URL consultato il 6 aprile 2018.
  5. ^ a b Xaq Rzetelny, Supermassive black hole binary discovered, Ars Technica, 8 gennaio 2015. URL consultato il 6 aprile 2018.
  6. ^ Dennis Overbye, Black Holes Inch Ahead to Violent Cosmic Union, The New York Times, 7 gennaio 2015. URL consultato il 6 aprile 2018.
  7. ^ a b S. Vaughan, P. Uttley, A. G. Markowitz, D. Huppenkothen, M. J. Middleton, W. N. Alston, J. D. Scargle e W. M. Farr, False periodicities in quasar time-domain surveys, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 461, 2 settembre 2016, pp. 3145-3152, Bibcode:2016MNRAS.461.3145V, DOI:10.1093/mnras/stw1412, ISSN 0035-8711 (WC · ACNP), arXiv:1606.02620.
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