OTOMATIC

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OTOMATIC
Un esemplare di OTOMATIC
Descrizione
TipoSemovente antiaereo
Equipaggio4
Dimensioni e peso
Lunghezza7,08 m (9,63 m compreso il pezzo)
Larghezza3,25 m
Altezza3,07 m
Peso47 t
Propulsione e tecnica
MotoreMTU a 10 cilindri multi-carburante
Potenza830 hp a 2200 giri al minuto
TrazioneCingolata
SospensioniA barre di torsione
Prestazioni
Velocità60
Autonomia500
Pendenza max60 %
Armamento e corazzatura
Apparati di tiroradar dito, radar di scoperta, apparati ottici
Armamento primario1 cannone da 76mm
Corazzaturaacciaio saldato
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L'OTOMATIC (OTO Main Anti-aircraft for Intercept and Combat) è stato un prototipo di semovente antiaereo (SPAAG) sviluppato privatamente dalla OTO Melara e armato con un singolo cannone navale Otobreda 76mm Super Rapido.

Equipaggiato con due radar per la ricerca e l'inseguimento, con una portata di 15 km per gli aerei e di circa 8 km per gli elicotteri, l'OTOMATIC era pensato per offrire una maggiore portata e potenza rispetto ai contemporanei sistemi SPAAG in servizio al tempo, come i Gepard tedeschi ed i Marksman britannici.[1]

L'OTOMATIC non entrò mai in produzione, non essendo stato adottato dall'Esercito Italiano e non avendo ricevuto ordini dall'estero. La diffusione di missili anti-aerei aveva infatti notevolmente ridotto la necessità di semoventi anti-aerei. Il Centauro Draco può essere considerato una successiva evoluzione dell'OTOMATIC, utilizzando la medesima torretta su uno scafo ruotato.[2]

Utilizzo[modifica | modifica wikitesto]

L'OTOMATIC è un mezzo utilizzabile come artiglieria semovente, mezzo per la difesa costiera e, limitatamente, come carro armato da combattimento (aveva una protezione simile a quella del Leopard 1, che però era già molto inferiore agli standard dell'epoca) e all'epoca era il sistema AA convenzionale di maggiore potenza prodotto; nonostante ciò e nonostante gli articoli laudativi della stampa nazionale[3], dopo 20 anni non ha ancora compratori e difficilmente è ancora reperibile sul mercato.

Lo scafo dell'OTOMATIC è costoso e pesante, e la gittata del cannone è pari o inferiore a quella dei missili a corto raggio disponibili, come l'ADATS.

L'OTOMATIC ha una protezione potente per un semovente contraereo, ma scarsa come carro da battaglia, ed una sagoma molto alta. I missili come gli AGM-114 Hellfire se non anche gli Šturm sono capaci di superare in gittata anche i cannoni da 76 mm, e le prestazioni di attacco contro bersagli volanti a 6 km sono raggiungibili anche da missili trasportabili su scafi da 10 tonnellate, se non addirittura da fanteria smontata, come nel caso di missili quali i Mistral, per cui il grosso (45 t) e costoso (6 miliardi di lire) OTOMATIC non ha avuto successo.

Tra l'altro, i sovietici avrebbero potuto avere in servizio un mezzo simile, ovvero uno scafo con un cannone da 76 mm ad alta velocità, che i sovietici hanno sviluppato per il settore navale prima di tutti gli altri alla fine degli anni settanta, ma hanno deciso per un sistema combinato cannoni leggeri-missili, il Tunguska, entrato in servizio con l'Esercito sovietico nei tardi anni ottanta.

Eppure, se l'Esercito Italiano non ha trovato i fondi necessari a comprare 60-80 esemplari, ha speso almeno 800 miliardi per 275 SIDAM 25[4]. Il costo del programma SIDAM non era diverso da quello dell'ipotetico programma OTOMATIC per l'E.I. ma i limiti divennero presto evidenti e si cercò qualche soluzione, in attesa che eventuali fondi extra diventassero disponibili anche per il pezzo da 76. Negli anni novanta addirittura venne ideato un semovente da 40 mm basato su cannoni da 40/70 mm Bofors sistemati su scafi di carri Leopard 1, ma ci si è resi conto che esso non era una buona soluzione e la cosa, definita dal generale Vozza "all'israeliana"[5] è finita già nel 1997 dopo le prove fatte con un prototipo appositamente attrezzato dall'arsenale di Piacenza.

La progettazione compatta dell'alimentazione del cannone da 76 mm è servita se non altro come base per la progettazione della nuova torretta sovrapponte del cannone OTO, che non richiede perforazione dello stesso e consente 50 colpi anziché 80 come nel tamburo normale di alimentazione.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Po Enrico, L'OTOMATIC si presenta, in Rivista Italiana Difesa, Luglio 1987.
  2. ^ Le prospettive di OTO Melara – Analisi Difesa, su analisidifesa.it. URL consultato il 16 dicembre 2021.
  3. ^ RID 12/97
  4. ^ risulta dal Libro bianco della Difesa presentato all'inizio del 1992
  5. ^ RID 10/94

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