Museo Ettore Guatelli

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Museo Ettore Guatelli
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàOzzano Taro
Indirizzovia Nazionale 130
Coordinate44°42′13.5″N 10°08′08.9″E / 44.70375°N 10.135806°E44.70375; 10.135806
Caratteristiche
Tipoetnografia
Visitatori1 717 (2022)
Sito web
Fornello esposto nel museo

Il Museo Ettore Guatelli è un museo etnografico sito nel podere Bellafoglia a Ozzano Taro, frazione di Collecchio in provincia di Parma. Il museo ospita la grande collezione di oggetti correlati alla vita contadina raccolti da Ettore Guatelli, nato nel 1921 e divenuto maestro elementare nei primi anni del dopoguerra. Interessato agli oggetti in quanto testimonianza della storia dell'Uomo, Ettore Guatelli era soprattutto affascinato dalle storie che essi portano con sé e sono in grado di narrare.

Il Museo racconta le condizioni di vita dei lavoratori tramite una grande collezione di oltre 60.000 oggetti (utensili della cultura contadina, ma anche oggetti di uso quotidiano, scatole, giocattoli, scarpe, ceramiche ecc.), disposti scenograficamente alle pareti.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1983-1985 con una convenzione per l'uso pubblico della raccolta, la gestione passò nelle mani della Provincia di Parma, si cominciò la ristrutturazione degli immobili, la progettazione per l'uso didattico e furono allestite alcune mostre. La convocazione nel 1986 di una commissione di esperti per la stima del valore culturale e di un collegio di periti per la valutazione patrimoniale degli oggetti fu il primo ufficiale riconoscimento del valore della raccolta.

Nei primi anni novanta fu sviluppato un progetto per rendere agibili gli edifici ma la mancata acquisizione da parte della provincia lasciò i progetti sulla carta. Il 21 settembre 2000 Ettore Guatelli si spense senza poter vedere il museo diventare patrimonio pubblico.

All'inizio del 2002 la Provincia acquistò la raccolta e nel settembre 2003 la Fondazione Museo Guatelli, nata da poco, acquistò l'immobile grazie al contributo della Fondazione Monte di Parma.

La collezione è distribuita su tutto il podere, i pezzi più ingombranti, come le macchine agricole, sono nell'area cortilizia e nei porticati, i pezzi più piccoli e delicati sono ospitati in due edifici, il granaio e la casa, e distribuiti nelle seguenti stanze:

Struttura del museo[modifica | modifica wikitesto]

Granaio[modifica | modifica wikitesto]

Ballerini danzano un alessandrina nel cortile del museo
  • Ingresso
  • Camera dei giocattoli
  • Salone principale (granaio)
  • Cucina
  • Camera delle scarpe (ex-camera dell'iconografia o delle scimmie)

Locali della casa[modifica | modifica wikitesto]

  • Camera da letto di Guatelli
  • Camera dei vetri
  • Camera delle scatole
  • Camera degli orologi
  • Ballatoio delle ceramiche
  • Ex-camera delle valigie

Progetto interculturale “Storie Plurali. Il Museo Guatelli, oggetti e storie di vita”[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2008-2009, il Museo Ettore Guatelli prende parte al progetto europeo “MAP for ID - Museums as Places for Intercultural Dialogue”, nell'ambito del quale realizza il percorso/laboratorio “Storie Plurali. Il Museo Guatelli, oggetti e storie di vita” [1]. Il progetto si rivolge a donne migranti e native (insegnanti e non) in età compresa tra i 18 e i 60 anni e si ispira alla filosofia del fondatore della raccolta Guatelli nel voler raccogliere esperienze e storie delle partecipanti legate agli oggetti del Museo, sviluppate attraverso le modalità del laboratorio teatrale. L'iniziativa nasce dalla collaborazione tra l'Associazione Clio ‘92 e la Direzione della Fondazione Museo Ettore Guatelli come una delle possibili risposte del museo al territorio rispetto al tema dell'intercultura e al coinvolgimento di soggetti migranti nelle proprie attività. A seguito della presentazione del progetto da parte dei due enti promotori, la Fondazione Museo Ettore Guatelli ritiene opportuno costituire un gruppo operativo, formato da un rappresentante della Fondazione, un rappresentante del comune di Fornovo, un rappresentante del comune di Collecchio e un rappresentante di Forum Solidarietà sezione Parma. Tramite contatti con associazioni locali e con il supporto delle due amministrazioni comunali limitrofe di Collecchio e Fornovo, vengono individuate dieci donne (tra cui due italiane), che lavorano insieme nell'arco di cinque mesi con incontri settimanali, dedicati al laboratorio teatrale, della durata di tre ore ciascuno. Il percorso laboratoriale si tiene presso il teatro della scuola elementare di Collecchio e il Museo Guatelli. Gli incontri sono suddivisi in tre distinti momenti: una prima fase di “riscaldamento” secondo le modalità delle tecniche teatrali, attraverso lo scioglimento del corpo e l'iterazione tra le destinatarie; i momenti successivi possono definirsi come momenti di confronto e di dialogo, a partire dalle suggestioni indotte dai diversi ambienti del Museo Guatelli. In particolare, un primo momento è dedicato alle “memorie gestuali”, ossia la riproposizione di gestualità scaturite dai racconti e dalle memorie delle donne coinvolte (la gestualità del lavare i panni a mano, la gestualità dell'accendere il fuoco…). Ognuno di questi gesti recuperati è pensato per diventare parte integrante della performance. Infine, l'ultima parte dedicata alla narrazione e alle memorie delle singole persone, attraverso il confronto con i loro oggetti d'affezione, anche questi divenuti parte integrante della performance finale. Questa scansione dei tempi del laboratorio è funzionale a fare emergere la cura che una volta si aveva nell'aggiustare e riaggiustare un oggetto per farlo durare nel tempo, il passaggio di tante mani, di tanti uomini e donne nell'usarlo e i tanti nomi nel chiamarlo. Gli organizzatori del progetto analizzando a distanza l'esperienza realizzata sottolineano come la sapienza e il lavoro che sta dietro a un oggetto è profonda; lo stesso oggetto in mano a persone diverse, portatrici di culture altre, può produrre emozioni diverse, storie diverse e anche gradi di libertà diversi, creatività in gioco. Sulla base degli incontri e delle narrazioni delle destinatarie viene sviluppata la drammaturgia alla base della performance teatrale finale (“Storie plurali: di mano in mano”, a cura di FestinaLente Teatro in collaborazione con l'Associazione Vagamonde), nella quale le donne danno vita alle loro storie tramite il linguaggio verbale e gestuale. Lo spettacolo, che coinvolge direttamente il pubblico, ha molto successo e ha già prodotto numerose repliche[2]. Rispetto alle modalità di conduzione e alle intenzioni iniziali, che prevedevano l'utilizzo di schede cartacee finalizzate alla descrizione degli oggetti, e anche alla luce delle difficoltà incontrate dalla maggior parte delle donne coinvolte nell'utilizzo della lingua italiana scritta, l'équipe di progetto opta per la conduzione di un laboratorio teatrale dove le donne siano libere di esprimersi attraverso il linguaggio verbale e gestuale. Di fatto, le modalità del teatro permette una forte interazione tra le persone coinvolte nelle fasi operative, attraverso la condivisione di gesti e narrazioni a partire dalle sollecitazioni degli allestimenti del Museo Guatelli. La maggior parte degli incontri si svolge presso il Museo per la contestualizzazione del laboratorio e delle tematiche dell'interculturalità, il recupero dei saperi e delle conoscenze legate alla dimensione domestica e del lavoro, e l'individuazione degli oggetti e delle storie che da questi ritornano, e che sono il fulcro del laboratorio attraverso le modalità del teatro. Il tutto finalizzato a recuperare storie, attraverso il confronto delle diverse esperienze di cui le destinatarie sono le principali interpreti, proponendo la loro personale interpretazione della collezione anche attraverso la restituzione di nuove storie legate ai rispettivi contesti di provenienza. Secondo gli organizzatori il progetto rende possibile l'attivazione di dinamiche conoscitive del territorio (in questo caso dei Comuni di Fornovo e Collecchio) rispetto ai possibili rapporti attivabili con soggetti istituzionali e interistituzionali, capaci di aprire al Museo nuove strade nell'ambito del dialogo interculturale; l'incontro e il confronto con le realtà associative (Forum Solidarietà, Associazione Ciac, associazioni territoriali delle diverse etnie presenti su Parma, Festina Lente Teatro) e istituzionali (amministrazioni comunali di Collecchio e Fornovo, Provincia di Parma - Assessorato alle Politiche Sociali) operanti nell'ambito dell'intercultura permette al Museo di confrontarsi con dinamiche culturali e visioni del mondo completamente diverse rispetto alle proprie (il concetto di tempo, l'avvio di rapporti di amicizia, l'approccio con il territorio…).

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mario Turci e Jessica Anelli, Storie Plurali. Il Museo Guatelli, oggetti e storie di vita in Patrimonio e Intercultura, portale a cura di Simona Bodo e Silvia Mascheroni, Fondazione ISMU, http://fondazione.ismu.org/patrimonioeintercultura/index.php?page=esperienze-show.php&id=48[collegamento interrotto]
  2. ^ Presentazione della performance teatrale attraverso una speciale apertura del Museo al pubblico anche in orario serale, a ingresso gratuito (20 e 21 giugno 2009); presentazione della performance al di fuori del contesto del Museo, in occasione della Festa Multiculturale di Collecchio (luglio 2009).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • L'esperienza di “Storie Plurali” è inoltre documentata nella pubblicazione finale del progetto “MAP for ID”: S. Bodo, K. Gibbs, M. Sani (a cura di), I musei come luoghi di dialogo interculturale: esperienze dall'Europa, 2009.
  • “Storie Plurali. Il Museo Guatelli, oggetti e storie di vita”, a cura dell'Associazione Le Giraffe, DVD, 2009.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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