Monumento funerario di Ippolito Merenda

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Monumento funerario di Ippolito Merenda
AutoreGian Lorenzo Bernini
Data1636-1638
MaterialeMarmo
UbicazioneChiesa di San Giacomo alla Lungara, Roma
Coordinate41°53′41.82″N 12°27′57.17″E / 41.89495°N 12.465881°E41.89495; 12.465881

Il monumento funerario di Ippolito Merenda, o Memoria funebre di Ippolito Merenda,[1] è un monumento funebre in marmo realizzato dall'artista italiano Gian Lorenzo Bernini tra il 1636 e il 1638. Insieme al monumento simile realizzato per Alessandro Valtrini, quest'opera rappresenta un nuovo approccio verso i monumenti funerari, incorporando delle iscrizioni dinamiche e fluide trascinate dalla personificazione della morte.[2] L'opera è situata nella chiesa di San Giacomo alla Lungara a Roma.[3]

Ippolito Merenda era un avvocato curiale della nobile famiglia Merenda, che proveniva da Cesena, in Emilia-Romagna.[4] Alla sua morte nel 1636 egli lasciò un lascito di 20.000 scudi romani alla chiesa di San Giacomo alla Lungara. Uno dei nipoti dell'allora papa Urbano VIII, il cardinale Francesco Barberini, commissionò il monumento a Bernini in riconoscimento al contributo pecuniario del Merenda.[5] L'opera venne realizzata per il vicino monastero delle Convertite e venne trasportata nella chiesa dopo la demolizione di quest'ultimo.[6]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il monumento raffigura uno scheletro dotato di ali, la personificazione della morte, che regge un cartiglio sul quale si trova la dedica ad Ippolito Merenda.[7] Lo scheletro tiene il cartiglio commemorativo del defunto con i denti, come se stesse mordendo via la vita al morto.[1][7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Corrado Augias, I segreti di Roma: storie, luoghi e personaggi di una capitale, Edizioni Mondadori, 2005, ISBN 978-88-04-54399-2. URL consultato il 24 dicembre 2021.
  2. ^ Wittkower, p. 210.
  3. ^ Touring club italiano, Roma, Touring Editore, 1999, ISBN 978-88-365-1324-6. URL consultato il 24 dicembre 2021.
  4. ^ Saverio Sturm, L’architettura dei Carmelitani Scalzi in età barocca: La ‘Provincia Romana’. Lazio, Umbria e Marche (1597-1705), Gangemi Editore Spa, 11 marzo 2015, ISBN 978-88-492-7783-8. URL consultato il 24 dicembre 2021.
  5. ^ Bernstock, pp. 210–32.
  6. ^ Bernini e Romanelli, due capolavori in S. Giacomo alla Lungara; un saggio di Marcello Fagiolo, su ABOUT ART ON LINE, 23 febbraio 2020. URL consultato il 24 dicembre 2021.
  7. ^ a b Valeria Arnaldi, Roma da paura: Orrori nascosti della città più bella del mondo, LIT EDIZIONI, 25 ottobre 2013, ISBN 978-88-6776-206-4. URL consultato il 24 dicembre 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]