Mezzaluna turca (strumento musicale)

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Mezzaluna turca
çevgen ottomano
Informazioni generali
OrigineAsia centrale
Classificazione111.242
Idiofoni a percussione diretta
Uso
Bande musicali
Suonatore di çevgen in una Mehterhâne
Chapeau chinois della Legione straniera francese. Si può osservare come un oggetto onorato nella maggior parte dei video di musica della legione, come questo..
Schellenbaum della Bundeswehr tedesca
Un ufficiale del 1º reggimento di cavalleria peruviano "Gloriosi Ussari di Junín" che porta un crescente turco

La mezzaluna turca o crescente turco (in turco: çevgen;[1] in inglese turkish jingle o jingling johnny; in tedesco schellenbaum; in francese chapeau chinois o pavillon chinois; anche çağana[2][3][4]) è uno strumento a percussione tradizionalmente usato dalle bande militari. In alcuni contesti serve anche come trofeo di battaglia o oggetto di venerazione.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Lo strumento, generalmente lungo da 2 a 2,5 m, è costituito da un palo di legno verticale sormontato da un ornamento conico in ottone e con traverse a forma di mezzaluna, anch'esse in ottone. Numerose campane sono attaccate alle traverse e altrove sullo strumento. Spesso due pennacchi di coda di cavallo di diversi colori sono sospesi a una delle mezzelune; di tanto in tanto essi hanno la punta rossa, simbolo del campo di battaglia. Non esiste una configurazione standard per lo strumento, e dei tanti conservati nei musei, quasi non ce ne sono due uguali.[5]

Lo strumento viene tenuto in verticale e quando viene suonato viene scosso su e giù o ruotato alternamente.[6] A volte c'è un meccanismo a manovella per ruotarlo.[7] Oggi lo strumento è importante nelle bande musicali della Bundeswehr tedesca, della Legione straniera francese, delle forze armate russe, delle forze armate cilene e nelle bande militari ottomane. Alcune musiche folk presentano strumenti simili basati su un bastone di legno con accessori tintinnanti. Un esempio folk notevole è il "lagerphone" australiano, realizzato inchiodando tappi di bottiglia a corona, provenienti da bottiglie di birra, su un manico di scopa di legno, e usato per fornire un ritmo percussivo per una canzone folk o una danza del bush.

Aspetti non musicali[modifica | modifica wikitesto]

Le mezzelune turche avevano un valore simbolico per le unità militari che le usavano. È noto che l'88º Reggimento di fanteria ("Connaught Rangers") ne catturò uno nella Battaglia di Salamanca nel 1812. Esso divenne oggetto di orgoglio e venerazione durante le parate cerimoniali del reggimento.[8] All'inizio del XX secolo, le mezzelune turche venivano utilizzate nelle processioni in onore di importanti dignitari. Esse erano fatte abilmente roteare da artisti dal portamento altero, proprio come le mazze sono fatte volteggiare oggi dai mazzieri.[9] Questo aspetto sopravvive oggi nell'uso delle mezzelune turche come oggetti prevalentemente simbolici nelle bande militari.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo strumento ha probabilmente antecedenti nelle mazze usate dai tengristi dell'Asia centrale. Strumenti simili si trovano nella musica antica cinese, forse provenienti dalle stesse fonti dell'Asia centrale (turca).[10] Gli europei lo conoscevano nel XVI secolo. Nel XVIII secolo, esso faceva parte delle bande ottomane dei Giannizzeri che erano fonte di molto interesse in Europa, e nel XIX secolo era ampiamente usato nelle bande militari europee. Fu abbandonato dagli inglesi a metà del XIX secolo ma sopravvive oggi, in forma alterata, in Germania[6] e nei Paesi Bassi, oltre in due bande militari in Francia (la Legione straniera francese e il 1º reggimento Spahi). Si trova anche nelle bande militari della Federazione Russa, dell'Ucraina, Bielorussia, Azerbaigian, Kazakistan, Cile, Perù, Bolivia e Brasile (esempi brasiliani sono la "Banda Marcial dos Fuzilieiros Navais" e la banda del primo reggimento di cavalleria delle guardie "Dragoni dell'indipendenza"). La sua presenza nelle bande di Cile, Brasile e Bolivia è dovuta alle influenze militari prussiane che arrivarono in questi paesi tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo. Il suo periodo di massimo splendore in Europa andò dalla metà del XVIII alla metà del XIX secolo, quando era comunemente suonato da africani neri vestiti in modo elaborato, che facevano ogni sorta di contorsioni mentre suonavano. Alcuni di questi gesti sopravvivono oggi, nel bastone volteggiato da tamburini bassi e tenori. Un aspetto degli elaborati costumi sopravvive nel grembiule in pelle di leopardo indossato dai tamburini bassi nelle bande militari britanniche;[11] tuttavia l'uso del "Jingling Johnny" fu interrotto nell'esercito britannico nel 1837.[12] Nel 1881, l'imperatore tedesco Guglielmo I regalò una mezzaluna turca al re Hawaiiano David Kalākaua in occasione della visita del re a Berlino durante il suo viaggio intorno al mondo[13] recante la scritta No ka hoomanao ana ia Berlin ("per commemorare Berlino"),[14] che fu poi utilizzata dalla Royal Hawaiian Band. A metà del XIX secolo questo strumento fu sostituito nella maggior parte delle bande dal Glockenspiel, il quale era portato in modo simile ma poteva essere suonato musicalmente.[5]

Utilizzo in opere musicali specifiche[modifica | modifica wikitesto]

«Il Pavillon Chinois, con le sue numerose piccole campane, serve a dare brillantezza a brani vivaci e sfarzose marce nella musica militare. Può solo scuotere i suoi sonori sonagli, a intervalli un po' allungati; vale a dire, circa due volte in una battuta, in un movimento di tempo moderato.[17]»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (TR) Mehter çalgıları, su istanbulmehteran.com. URL consultato l'8 dicembre 2019.
  2. ^ (TR) çağana, in Kubbealtı Lugatı, Kubbealtı Lugatı Akademisi. URL consultato l'8 dicembre 2019.
  3. ^ (TR) çağana, in Kelimelerin Osmanlıca yazılışları. URL consultato l'8 dicembre 2019.
  4. ^ "Chaghana" (transliterated in Latin alphabet)., Dolmetsch Music Dictionary
  5. ^ a b (EN) Brian Chenley, Jingling Johnny: a Note on the Pavillon Chinois, in Berlioz Society Bulletin, n. 36, settembre 1961, pp. 29-30.
  6. ^ a b c (EN) James Blades, Turkish crescent, in Grove Music Online, Oxford University Press. URL consultato il 1º giugno 2014.
  7. ^ (EN) James Blades, Turkish crescent, in Stanley Sadie (a cura di), The New Grove Dictionary of Music and Musicians, London, MacMillan, 1980.
  8. ^ (EN) Charlie McBride, The Fighting 88th, in Galway Advertiser, 20 ottobre 1994, p. 32. URL consultato il 4 dicembre 2010.
  9. ^ a b (EN) Wilfrid Mellers, Music in a New Found Land: Themes and Developments in the History of American Music, Oxford University Press, USA, 13 Aug 1987, p. 260, ISBN 0-19-520526-X. URL consultato il 29 dicembre 2011.
    «...a special part is written for Turkish Crescent, an arrangement of bells supported on a mace which was carried processionally, to accompany Very Important Persons. The mace had to be twirled by a highly skilled, as well as dignified, performer. Sousa saw a possible connection between this Oriental tradition and the drum-major's twirled baton. Characteristically, the Americans democratized the ritual instrument; they christened it "Jingling Johnnie"!»
  10. ^ jingling Johnny, in Encyclopædia Britannica Online, 2010. URL consultato il 5 dicembre 2010.
  11. ^ (EN) James Blades, Percussion Instruments and Their History, Westport, Connecticut, The Bold Strummer, Ltd., 2005, pp. 265–266, 281, ISBN 0-933224-61-3.
  12. ^ (EN) Gordon Turner e Alwyn W Turner, The Band of The Coldstream Guards, su military-bands.co.uk, Droit History, giugno 2012. URL consultato il 16 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 7 giugno 2008).
  13. ^ "Influence of Prussia" (TXT)., Honolulu Star-Bulletin, January 23, 2005 (archiviato dall'url originale il 20 giugno 2006).
  14. ^ Mary Kawena Pukui e Samuel Hoyt Elbert (2003). "lookup of manaʻo". in Hawaiian Dictionary. Ulukau, the Hawaiian Electronic Library, University of Hawaii Press., Mary Kawena Pukui e Samuel Hoyt Elbert (2003). "lookup of hoʻomanaʻo". in Hawaiian Dictionary. Ulukau, the Hawaiian Electronic Library, University of Hawaii Press
  15. ^ "TV review: QI Jingle Bells Christmas edition". by Sam Wollaston, The Guardian, 22 December 2012
  16. ^ Michael Axworthy, The Sword of Persia: Nader Shah, from Tribal Warrior to Conquering Tyrant, I.B. Tauris, 2006, p. 96, ISBN 978-1-85043-706-2.
  17. ^ (EN) Hector Berlioz, A Treatise Upon Modern Instrumentation and Orchestration, a cura di Tr. Mary Cowden Clarke, Londra, Novello, Ewer & Co., 1858, p. 233. URL consultato il 3 dicembre 2010.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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