Marrana
Con il termine marrana (in dialetto romanesco marana) vengono indicati, nella città di Roma, i fossi e i piccoli corsi d'acqua che attraversano il territorio urbano. Il termine sembra derivi da Ager maranus, zona nei pressi della via Appia dove scorreva (e in parte scorre tuttora) il fosso dell'Acqua Mariana. Per estensione la parola passò poi a indicare tutti i fossi romani. Le principali marrane romane sono:
- la marrana della Caffarella;
- la marrana di Tor Sapienza-Tor Tre Teste;
- la marrana di Fiorano-Fioranello;
- la marrana della Cecchignola;
- la marrana dell'Acqua Acetosa;
- la marrana di Vallerano;
- la Magliana;
- la marrana della Crescenza (2 ponti)-Acquatraversa;
- la marrana di San Basilio;
- la marrana di Morena
- la marrana di Grotta Perfetta
- la marrana dell'Acqua Mariana
- la marranella
- la marrana di San Giorgio
Altre marrane minori, che prendono generalmente il nome dalle zone in cui sorgono sono: la marrana di Val Melaina, la marrana di Settecamini, la marrana dell'acqua vergine, la marrana di Lunghezza, la marrana di San Vittorino.
Marrane interrate
Alcune marrane sono state interrate nel secolo scorso durante i lavori di sviluppo urbanistico che poco spazio hanno lasciato all'originaria idrografia della città (marrana di Centocelle, marrana di Bravetta, marrana di Casal de' Pazzi, la marrana del Mandrione, la marrana di Torre Angela)[1]; la maggior parte di questi corsi d'acqua versa in pessime condizioni ecologiche.
Note
Bibliografia
- Bruno Rizzi, Roma cento anni fa, nelle foto della raccolta Parker, Edizioni Quasar Roma 1975