Marino Grimani (doge)

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Portale con stemma di Marino Grimani (1596).

Marino Grimani (Venezia, 1 luglio 1532Venezia, 25 dicembre 1605) divenne il 26 aprile 1595 l'ottantanovesimo doge delle Repubblica di Venezia e rimase in carica sino alla morte.

Figlio di Girolamo e Donata Pisani, uomo ricchissimo e abile politico, il suo dogato rimase famoso per due motivi: le splendide feste per l'incoronazione di sua moglie Morosina Morosini a dogaressa (1597) e l'inizio delle querelle tra Papato e Repubblica che sfocerà, sotto il regno del suo successore Leonardo Donato, all'Interdetto per Venezia, con lunghi strascichi sui rapporti tra questi due stati (16061607).

Vita

Uomo ricco e potente, il Grimani fece una rapida carriera: podestà, ambasciatore (per lunghissimo tempo presso il papa, a Roma), consigliere dogale, Savio. Nominato cavaliere ed amatissimo dal popolo, verso il quale usava spesso le sue ingenti ricchezze per accattivarsene il favore, divenne presto uno degli uomini più influenti del governo. Alla morte del doge Pasquale Cicogna, finalmente, si candidò alla massima carica.

Dogato

Dopo ben 70 scrutini nessuno dei concorrenti riusciva a raggiungere il quorum a seguito di alleanze trasversali. Il Grimani, uomo di fiuto politico non indifferente, riuscì, grazie a “regali”, a spezzare l'alleanza tra i suoi concorrenti e a raggiungere il numero di voti necessari il 26 aprile 1595. Il popolo, che lo amava, festeggiò a lungo la sua elezione; le feste proseguirono per lungo tempo per poi, appena placate quelle per la sua elezione a doge, riprendere il 4 maggio 1597 per la fastosa incoronazione a dogaressa di Morosina Morosini. Il costo fu tale che a lungo, sino alla fine del ‘600, non si ripeté più un evento simile. Tra feste, rappresentazioni teatrali e banchetti la vita procedette tranquilla e felice, anche se oscure nubi iniziavano ad addensarsi.

Nel 1600 iniziavano gli attriti tra il Papato e Venezia. Durante il 16011604 vennero emesse numerose leggi limitatrici del potere papale che garantivano, al contrario, il massimo controllo statale sulle strutture clericali. Alla fine del 1605 due ecclesiastici vennero imprigionati come criminali “comuni” e senza concessione dei privilegi che gli spettavano ed il papa Paolo V, risentito, inviò proteste formali il 10 dicembre dello stesso anno. Il Grimani, scosso da queste difficoltà ed ormai ammalato, non poté interessarsi di questo problema visto che morì il 25 dicembre 1605.

Predecessore Doge di Venezia Successore
Pasquale Cicogna 1595-1605 Leonardo Donato
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