Maria Lupieri

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Maria Lupieri (Trieste, 1901Roma, 1961) è stata un'artista italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Si forma a Trieste, in un contesto storico di forte rilevanza culturale, e frequenta la Scuola per capi d'arte. La sua prima mostra è del 1926, alla Permanente di Trieste.[1] Nel 1927 lavora come scenografa alla Scala di Milano. Importanti per la sua formazione sono le frequentazioni con gli artisti Leonor Fini, Maria Pospisilova, artista surrealista cecoslovacca naturalizzata svizzera, e Arturo Nathan.[2]

Si lascia influenzare anche dalle avanguardie dell'epoca, avvicinandosi al futurismo e nel 1931 partecipa alla mostra "Aeropittura futurista". Nel 1942, dal 7 all'11 febbraio, espone alla Permanente di Milano, assieme a Riccardo Bastianutto, Ugo Carà, Augusto Cernigoi, Adolfo Levier, Anita Pittoni e Luigi Spacal, un artista di origine slovena.[3]

Il dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Partecipa alla Rassegna nazionale delle arti figurative, nel 1948, a Roma, e nel 1955 alla VII Quadriennale nazionale d'arte di Roma. Negli anni cinquanta si avvicina ad una forma espressiva più astratta.[4]

Carolus Cergoly, socio fondatore, nonché direttore artistico e letterario del nuovo quotidiano democratico indipendente Il Corriere di Trieste, a maggio del 1959 inaugura la sua Galleria dei Rettori, dove ospita mostre di artisti locali, come Leonor Fini, Gianni Brumatti, Ugo Carà e Maria Lupieri, che è invitata anche a collaborare con "Il Corriere di Trieste".

Nel 1959 Maria Lupieri ottiene una mostra personale alla "Galleria dell'Ariete" di Milano, con presentazione di Franco Russoli.[5] Nel 1964 partecipa, a Trieste, alla mostra "Arte fantascienza".

Mostre commemorative e ricordi[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1966 si inaugura la "Mostra commemorativa di Maria Lupieri", a Palazzo Costanzi, a Trieste (21 giugno-4 luglio).[6] Nel 1969 viene allestita una nuova mostra commemorativa, alla "Galleria Montenapoleone" di Milano.[7] Nel 1975 esce un libro di testimonianze di Gillo Dorfles, Sergio Miniussi e Linuccia Saba, sulla sua vita e sulla sua opera.

Nel 1997 alcune opere di Maria Lupieri sono state esibite alla mostra "Pittrici a Gorizia e nella regione tra Otto e Novecento", a cura di Laura Ruaro Loseri (Gorizia, Case Dornberg e Tasso (12 febbraio-6 aprile 1997).[8]

Nel 2017 la sua arte dei tarocchi è stata esposta a Trieste alla Doubleroom Gallery. [9]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Allegoria, acquarello su carta[10]
  • Personaggi, acquarello su carta[11]
  • Tarocchi dipinti a olio
  • Composizione - un paesaggio di Sistiana con barca e donna
  • Giganti e pigmei
  • Marinaio
  • Città vecchia, paesaggio
  • Laguna di Grado
  • Piazza della Borsa dall’alto
  • Composizione nel Lapidario di Trieste
  • Vecchio tempio del ghetto
  • Statua spezzata
  • scenografie per l’Elettra di Strauss atto I
  • scenografie per il balletto Petrouchka di Strawinskj atto I

Opere in musei[modifica | modifica wikitesto]

Opere custodite presso il Civico Museo Revoltella di Trieste:

  • Segno dello Zodiaco, opera informale (olio su tela)
  • Tempio demolito in Cittavecchia - Trieste, tempera su cartoncino
  • Giardino pubblico - Trieste, inchiostro su cartoncino
  • Giardino Perego - Milano, penna su cartoncino

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mostra personale di Sette artisti triestini: Riccardo Bastianutto, Ugo Carà, Augusto Cernigoi, Adolfo Levier, Maria lupieri, Anita Pittoni, Luigi spacal. Milano, 7-22 febbraio 1942, Milano, Società Per Le Belle Arti Ed Esposizione Permanente, 1942, SBN IT\ICCU\CUB\0472751.
  • Franco Russoli, Maria Lupieri, Milano, Galleria dell'Ariete, 1959, SBN IT\ICCU\USM\1733602.
  • Mostra commemorativa di Maria Lupieri: Palazzo Costanzi, Trieste 21 giugno-4 luglio 1966, Trieste, Tipografia moderna, 1966, SBN IT\ICCU\TSA\0624447.
  • Gillo Dorfles, Maria Lupieri: 22 maggio-16 giugno 1969, Milano, Galleria Montenapoleone, 1969, SBN IT\ICCU\LO1\0753568.
  • Maria Lupieri; testimonianze di Gillo Dorfles, Sergio Miniussi, Linuccia Saba, Pollenza, La nuova Foglio, 1975, SBN IT\ICCU\UMC\0598654.