Maestro d'Isacco

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Maestro d'Isacco, Isacco respinge Esaù, Assisi, Basilica Superiore di San Francesco

Il cosiddetto Maestro d'Isacco (fine sec. XIII) fu un pittore giottesco.

Due scene affrescate nel registro superiore della Basilica di San Francesco di Assisi, che narrano la storia biblica della morte d'Isacco, hanno costituito per gli storici dell'arte un vero e proprio enigma ancora lontano dall'essere risolto.

Queste due scene sono di una modernità che da sempre ha fatto discutere sull'attribuzione di questi affreschi ad un pittore di grosso bagaglio tecnico e rientrano a pieno titolo in quella che è definita la "Questione giottesca".

Trovandosi nel registro superiore della Basilica accanto ai pre-giotteschi di scuola romana (Torriti e Rusuti) e ai fiorentini allievi di Cimabue, il Maestro d'Isacco spicca in volumetria e tridimensionalità anticipando di decenni la rivoluzione pittorica di Giotto.

Per questo motivo si è pensato ad un allievo di Cimabue o ad un giovanissimo Giotto.

Gli affreschi

Giacobbe

I due affreschi mostrano Isacco che benedice Giacobbe (Gen. 27, 1-29) e Isacco che respinge Esaù (Gen. 27, 30-40).

L'ambientazione degli affreschi è simile: Isacco cieco che giace sul letto di morte in primo piano, un secondo personaggio (prima Giacobbe e poi Esaù) in secondo piano proteso verso la figura del figlio di Abramo, un terzo piano è occupato in ambedue gli affreschi dalla figura di Rebecca che sorveglia preoccupata che l'inganno dello scambio dei fratelli riesca.

In ambedue le scene una pesante cortina chiude lo sfondo come un'edicola della sacra rappresentazione mettendo in risalto, come una scatola tridimensionale, la volumetria dei personaggi che agiscono nello spazio scenico degli affreschi: una fintya architettura in lieve assonometria fa infatti da cornice alla scena dove si trova il letto di Isacco composto da un solido parallelepipedo.

La differenza fra le due scene è la presenza di una figura che solleva Isacco nell'atto di benedire Giacobbe (che lui crede Esaù) e la cortina sollevata da Rebecca forma delle pieghe che danno ancora più movimento alla scena.

Il Maestro d'Isacco, dato il suo livello tecnico, può essere definito come uno dei primi pittori gotici italiani. Come altri ignoti mestri che hanno partecipato alla decorazione della Basilica di Assisi, pensiamo alla perizia tecnica del Maestro delle Vele o il Maestro della Cappella di San Nicola, anche il Maestro d'Isacco si distacca per originalità e tecnica dai pittori della sua epoca.

La questione di Giotto ad Assisi

Lo stesso argomento in dettaglio: Questione giottesca.

Nei primi anni del XX secolo gli storici dell'arte tendevano ad attribuire a pittori conosciuti quadri e affreschi, in seguito la tendenza si è invertita e sono nati anonimi pittori di grande spessore tecnico come ad esempio, fra i giotteschi, il Maestro della Maddalena, il Maestro delle Vele, il Maestro dell'infanzia di Gesù ad Assisi, altri come il Maestro di Figline o il già citato Maestro della Cappella di San Nicola famoso anche come Maestro di Tolentino.

Di recente però con l'intervento di Bruno Zanardi, restauratore della Basilica di Assisi dopo il terremoto del 1997 e storico dell'arte, la tesi vasariana della sicura attribuzione a Giotto degli affreschi della vita di San Francesco della Basilica Superiore viene messa in discussione proponendo (mutuato da Federico Zeri) la mano di un pittore di scuola romana forse Pietro Cavallini, l'unico grande pittore gotico che stranamente non è presente nel Cantiere di Assisi, dove invece lavorarono gli altri pittori romani suoi contemporanei Jacopo Torriti e Filippo Rusuti.

L'attribuzione a Cavallini degli affreschi di San Francesco, anche se ancora minoritaria fra gli storici dell'arte, getterebbe nuova luce sul Maestro d'Isacco i cui affreschi sono forse i più vicini al Cavallini sia tecnicamente, sia per i colori caldi e gli incarnati così simili a quelli degli affreschi di Santa Cecilia in Trastevere.

Nonostante questo le attribuzioni più accettate sono ancora quelle di Giotto oppure (meno accreditata) di un Arnolfo di Cambio che accanto a quelle di scultore e architetto aggiungerebbe una rara perizia pittorica.

Voci correlate

Bibliografia

  • Angiola Maria Romanini, Gli occhi di Isacco. Classicismo e curiosità scientifica tra Arnolfo di Cambio e Giotto, in “Arte medioevale”, s. II, I (1987)
  • E. Simi Varanelli, Dal Maestro d'Isacco a Giotto. Contributo alla storia della „perspectiva communis „medievale, in Arte medievale N. S. 3, 1989, Nr. 2, 115-143
  • Bruno Zanardi, Giotto e Pietro Cavallini. La questione di Assisi e il cantiere medievale della pittura a fresco; Skira, Milano 2002.
  • La Basilica di San Francesco ad Assisi a cura di Giorgio Bonsanti, Franco Cosimo Panini Editore, Modena 2002.

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