Lorenzo Rota (botanico)

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Ritratto di Lorenzo Rota (1818-1855), medico e botanico

Lorenzo Giambattista Deffendente Rota (Carenno, 7 agosto 1818Bergamo, 6 agosto 1855) è stato un botanico, medico e naturalista italiano.

Laureato in Medicina e Chirurgia all'Università di Pavia, si appassiona alla botanica - disciplina ai tempi "parte integrante della formazione medica"[1] - e si dedica allo studio delle piante fanerogame rare. È stato il primo a descrivere in modo sistematico la flora del territorio bergamasco.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Lorenzo Rota nasce a Carenno il 7 agosto del 1818 da Maria Eusebia Finili e Matteo Rota, una famiglia agiata di "cattolici e possidenti".[2] Frequenta il corso di studi liceali presso il seminario vescovile di Bergamo e successivamente si iscrive alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Pavia. In questa fase della sua formazione, si appassiona alla botanica, disciplina allora inclusa nel percorso di studi di Medicina. Il 5 luglio 1843 discute la sua tesi di laurea dal titolo: "Enumerazione delle piante fanerogame rare ritrovate nella provincia di Bergamo da Lorenzo Rota di Carenno Prov. di Bergamo"[3]. Nominato assistente alla cattedra di Botanica, stringe rapporti con illustri botanici dell'epoca e pubblica nel 1847, sul Giornale Botanico Italiano, il suo secondo importante contributo floristico[2]: "Prospetto delle piante fanerogame finora ritrovate nella provincia pavese"[4]. Si sposa in questo periodo con Albina Brugnatelli, nipote del docente di Chimica[5], e si dedica con impegno e dedizione all'attività di medico, ricoprendo in particolare il ruolo di medico condotto ad Adrara San Martino (BG). Al 1853 risale il suo "Prospetto della Flora della Provincia di Bergamo"[6]. Successivamente apre uno studio privato a Bergamo, distinguendosi per la sua attività assistenziale e caritatevole a favore dei pazienti appartenenti alle classi più umili e disagiate.[1] Nominato nel 1855 membro della commissione sanitaria della municipalità di Bergamo, istituita per affrontare l'epidemia di colera che imperversava nella zona, si dedica con abnegazione - nonostante suoi personali problemi di salute - alla cura dei malati di colera, da cui contrae il morbo che lo porterà in modo fulmineo alla morte la sera del 6 agosto del 1855[2]. Lascia a soli 37 anni la moglie e sette figli. Gli oltre 10.000 campioni botanici da lui raccolti "sono custoditi nell'erbario dell'Orto botanico di Bergamo costituito da circa 50.000 exiccata"[7]

Intitolazioni[modifica | modifica wikitesto]

Alla figura di Lorenzo Rota è stato dedicato nel 1972 l'Orto botanico di Bergamo, nonché dal 2010 l'Istituto d'istruzione superiore "Lorenzo Rota" di Calolziocorte (LC), principale polo scolastico della Valle San Martino e dell'Olginatese.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Enumerazione delle piante fanerogame rare ritrovate nella provincia di Bergamo da Lorenzo Rota, Pavia, 1843.
  • Prospetto delle piante fanerogame finora ritrovate nella provincia pavese, in "Giornale botanico italiano", 2:73-83 e 247-292, Firenze, 1847.
  • Prospetto della Flora della Provincia di Bergamo, Bergamo, 1853.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Biografia di Lorenzo Rota, su yumpu.com.
  2. ^ a b c Gabriele Rinaldi, Lorenzo Rota 150 anni dopo, Contributi di Augusto Pirola, Germano Federici, Federico Mangili, Miriam Terni, Francesco Zonca, Orto Botanico di Bergamo "Lorenzo Rota", 2009, p. 25.
  3. ^ Enumerazione delle piante fanerogame rare ritrovate nella provincia di Bergamo, Lorenzo Rota, gen 1843, Tipografia Fusi, Pavia, su play.google.com.
  4. ^ Lorenzo Rota, "Prospetto delle piante fanerogame finora ritrovate nella Provincia Pavese", in Giornale Botanico, anno II, 1847, Firenze, su books.google.it.
  5. ^ Gabriele Rinaldi, Lorenzo Rota 150 anni dopo, Contributi di Augusto Pirola, Germano Federici, Federico Mangili, Miriam Terni, Francesco Zonca; Orto Botanico di Bergamo "Lorenzo Rota", 2009, pp. 12-21.
  6. ^ Prospetto della Flora della Provincia di Bergamo", Mazzoleni, Bergamo, 1853, su books.google.it.
  7. ^ Marina Clauser, Pietro Pavone (a cura di), Orti botanici, Eccellenze italiane, 2016ª ed., Thema Edizioni, p. 228.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gabriele Rinaldi, Lorenzo Rota 150 anni dopo, Contributi di Augusto Pirola, Germano Federici, Federico Mangili, Miriam Terni, Francesco Zonca; Orto Botanico di Bergamo "Lorenzo Rota", 2009
  • Luigi Volpi, I naturalisti bergamaschi, Bergamo, 1942.
  • G.M. Locatelli, Della vita e delle opere del dottor Lorenzo Rota. Discorso letto nell'Ateneo di Bergamo il 3 aprile 1856, Bergamo, 1856

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