Legrandella lombardii

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Legrandella
Ricostruzione di Legrandella lombardii
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Arthropoda
Subphylum Chelicerata
Genere Legrandella
Specie L. lombardii

Legrandella lombardii è un artropode estinto, appartenente ai chelicerati. Visse nel Devoniano inferiore (circa 415 - 400 milioni di anni fa) e i suoi resti fossili sono stati ritrovati in Sudamerica.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il prosoma di Legrandella era coperto da un carapace bombato con proiezione anteriore, corna genali smussate (angoli posterolaterali), lobo cardiaco gibboso e coppie di solchi radiati. Insieme a Pseudoniscus roosevelti, Legrandella lombardii è una delle poche specie di sinzifosurini in cui erano sicuramente presenti occhi composti laterali. Gli occhi erano simili a fessure, situati appena sotto le creste oftalmiche su ciascun lato del carapace. L'opistosoma è esternamente a 11 segmenti, suddiviso in un preaddome a 8 segmenti e un postaddome a 3 segmenti. La tergite del 1° segmento preaddominale è una microtergite ridotta, mentre le restanti 7 tergite possiedono nodi assiali e tergopleure simili a spine (estensione laterale). Ciascuno dei segmenti postaddominali è cilindrico e presenta una ridotta tergopleura. Il telson ha una sezione trasversale triangolare, ma la regione distale non è nota.

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Legrandella, inizialmente ascritto al gruppo parafiletico Synziphosurina, è stato poi considerato un rappresentante basale dei chelicerati, nel clade Prosomapoda. forme affini erano Camanchia e Venustulus, mentre il ben noto Weinbergina potrebbe essere leggermente più arcaico.

Legrandella lombardii venne descritto per la prima volta nel 1974, sulla base di resti fossili rinvenuti nei pressi di Cochabamba in Bolivia, in terreni risalenti al Devoniano inferiore.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Eldredge, Niles; Smith, LeGrande (1974). "Revision of the suborder Synziphosurina (Chelicerata, Merostomata) : with remarks on merostome phylogeny. American Museum novitates ; no. 2543". hdl:2246/2745.
  • Lamsdell, James C. (2013). "Revised systematics of Palaeozoic 'horseshoe crabs' and the myth of monophyletic Xiphosura". Zoological Journal of the Linnean Society. 167 (1): 1–27. doi:10.1111/j.1096-3642.2012.00874.x. ISSN 0024-4082.
  • Lamsdell, James C.; Briggs, Derek E. G.; Liu, Huaibao P.; Witzke, Brian J.; McKay, Robert M. (2015). "A new Ordovician arthropod from the Winneshiek Lagerstätte of Iowa (USA) reveals the ground plan of eurypterids and chasmataspidids". The Science of Nature. 102 (9–10): 63. Bibcode:2015SciNa.102...63L. doi:10.1007/s00114-015-1312-5. ISSN 0028-1042. PMID 26391849. S2CID 8153035.
  • Bicknell, Russell D. C.; Lustri, Lorenzo; Brougham, Tom (2019). "Revision of "Bellinurus" carteri (Chelicerata: Xiphosura) from the Late Devonian of Pennsylvania, USA". Comptes Rendus Palevol. 18 (8): 967–976. doi:10.1016/j.crpv.2019.08.002. ISSN 1631-0683.
  • Bicknell, Russell D. C.; Pates, Stephen (2020). "Pictorial Atlas of Fossil and Extant Horseshoe Crabs, With Focus on Xiphosurida". Frontiers in Earth Science. 8: 98. Bibcode:2020FrEaS...8...98B. doi:10.3389/feart.2020.00098. ISSN 2296-6463.
  • Dunlop, J. A.; Penney, D.; Jekel, D. (2020). "A summary list of fossil spiders and their relatives". World Spider Catalog. Natural History Museum Bern. pp. 1–296.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]