La vita, istruzioni per l'uso

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La vita, istruzioni per l'uso
Titolo originaleLa vie mode d'emploi
AutoreGeorges Perec
1ª ed. originale1978
GenereRomanzo
Lingua originalefrancese
AmbientazioneParigi
ProtagonistiPercival Bartlebooth
CoprotagonistiGaspard Winckler, Serge Valène

La vita, istruzioni per l'uso è un romanzo[1] del 1978 di Georges Perec. Il libro valse all'autore, nello stesso anno, il Prix Médicis.

Il libro, probabilmente il più noto di Perec, è dedicato alla memoria di Queneau ed è stato indicato da Calvino come esempio di iperromanzo[2].

Il romanzo narra la vita dei diversi abitanti di Rue Simon-Crubellier 11 (una via immaginaria situata nel XVII arrondissement): un caseggiato di 10 piani, 10 stanze per piano, a formare un "biquadrato" di 100 elementi che lo stesso Perec così descrive: «Immagino uno stabile parigino cui sia stata tolta la facciata... in modo che, dal pianterreno alle soffitte, tutte le stanze che si trovano sulla parte anteriore dell'edificio siano immediatamente e simultaneamente visibili»[3].

Il racconto procede, tra le stanze del caseggiato, seguendo lo schema ad "L" del movimento del cavallo nel gioco degli scacchi e tocca così tutte le stanze, tranne una: i capitoli del libro sono infatti novantanove, non cento[4][5].

In ottemperanza agli obiettivi dell'OuLiPo, Perec crea nel libro - tra le altre cose - un complesso sistema (al quale si riferisce come "macchina per ispirare racconti") che genera, a partire da ciascun capitolo, una lista di elementi - oggetti o riferimenti - che il capitolo dovrebbe poi contenere o ai quali dovrebbe alludere. Nel libro compaiono 42 liste di 10 oggetti ciascuna, riunite in 10 gruppi di 4 elementi e due gruppi contenenti liste di "coppie". Alcuni esempi:

  • numero delle persone coinvolte
  • lunghezza del capitolo come numero di pagine
  • un'attività
  • una posizione del corpo
  • emozioni
  • un animale
  • materiale di lettura
  • nazioni
  • due liste di scrittori, dei quali è richiesta una citazione.

Sebbene il romanzo abbia una precisa collocazione temporale - «qualche minuto prima delle otto di sera»[6] del 23 giugno 1975 (pochi istanti dopo la morte del protagonista) - le storie che lo animano abbracciano un ampio arco temporale: tra il 1875 ed il 1975.

Protagonista della storia principale è il miliardario Bartlebooth (il nome sintetizza quelli di altri due personaggi letterari: Barnabooth il miliardario di Valery Larbaud e Bartleby lo scrivano di Herman Melville) il quale sceglie «di fronte all'inestricabile incoerenza del mondo [...], di portare fino in fondo un programma, ristretto, sì, ma intero, intatto, irriducibile. [...] di organizzare tutta la sua vita intorno a un progetto unico la cui necessità arbitraria non avrebbe avuto uno scopo diverso da sé»;[7] inizia così, a vent'anni, a compiere il suo progetto: per dieci anni, pur da non interessato, impara l'arte dell'acquerello dal pittore Valène, poi, per vent'anni, viaggia il mondo dipingendo su fogli di carta Whatman, e ogni quindici giorni circa, una «marina» e spedendo poi il quadro ad un artigiano specializzato, Winckler, che dopo aver incollato l'acquerello su di una tavola, costruisce un puzzle di solo 750 pezzi; infine, nei vent'anni successivi e dopo essere tornato in Francia, Bartlebooth ricompone i puzzle, di nuovo uno ogni quindici giorni e nell'ordine nel quale sono stati creati: i quadri, staccati dal loro supporto e ricomposti come fossero i dipinti originari, sono rispediti nei luoghi nei quali erano stati dipinti e quindi immersi «in una soluzione solvente da cui non sarebbe riemerso che un foglio di carta Whatman, vergine e intatto. Così, non sarebbe rimasta traccia alcuna di quella operazione che, per cinquant'anni, aveva completamente mobilitato il suo autore.»[8] Bartlebooth non riuscirà però a compiere per intero la sua impresa; al momento della morte rimane un solo pezzo per completare il 439-esimo puzzle: ma mentre il pezzo mancante ha la forma di una "X", quello rimasto nelle mani di Bartlebooth ha la forma di una "W".

  1. ^ Il sottotitolo del libro recita Romans, al plurale, cioè Romanzi: non quindi un unico romanzo ma una serie di storie intrecciate tra loro.
  2. ^ Italo Calvino, Lezioni americane, Garzanti, 1988, p. 117:.
    «Un altro esempio di ciò che chiamo "iper-romanzo" è "La vie mode d'emploi" di Georges Perec. [...] Credo che questo libro [...] sia l'ultimo vero avvenimento nella storia del romanzo. E questo per molti motivi: il disegno sterminato e insieme compiuto, la novità della resa letteraria, il compendio d'una tradizione narrativa e la summa enciclopedica di saperi che danno forma a un'immagine del mondo, il senso dell'oggi che è anche fatto di accumulazione del passato e di vertigine del vuoto, la compresenza continua d'ironia e angoscia, insomma il modo in cui il perseguimento d'un progetto strutturale e l'imponderabile della poesia diventano una cosa sola»
  3. ^ Perec su Tecalibri, su tecalibri.altervista.org. URL consultato il 26-06-2010.
  4. ^ «Questo libro ultracompiuto lascia intenzionalmente un piccolo spiraglio all'incompiutezza», Calvino.
  5. ^ Il libro contiene però anche un preambolo, un epilogo e diverse appendici: la pianta dello stabile, la lista dei titoli delle storie raccontate, un indice dei nomi, un post scriptum ed una cronologia degli avvenimenti a partire dal 1883.
  6. ^ Georges Perec, La vita istruzioni per l'uso
  7. ^ G. Perec, La vita istruzioni per l'uso, trad. it., pag. 128.
  8. ^ G. Perec, La vita istruzioni per l'uso, trad. it., pag. 129.

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