La dormiente di Napoli

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La dormiente di Napoli
Uno studio del dipinto realizzato nel 1809
AutoreJean-Auguste-Dominique Ingres
Data1809
Tecnicaolio su tela
UbicazionePerduto, già al palazzo Reale di Napoli

La dormiente di Napoli[1] (La Dormeuse de Naples), in origine noto con il titolo italiano Donna nuda che dorme,[2] era un dipinto a olio su tela dell'artista francese Jean-Auguste-Dominique Ingres, realizzato nel 1809. Di questo quadro si persero le tracce nel 1815 e da allora è considerato un dipinto perduto.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Uno studio del dipinto risalente al 1808, oggi conservato al museo Ingres di Montauban[3]

L'idea di realizzare questo dipinto nacque nel 1807, durante il soggiorno di Ingres a Roma.[2] Il quadro, originariamente chiamato Donna nuda che dorme, venne completato il 28 ottobre 1809 e venne esposto ai musei Capitolini.[2] In quello stesso anno il dipinto venne acquistato da Gioacchino Murat, il Re di Napoli, per 50 luigi e venne trasferito nel suo palazzo reale.[2][4]

Nell 1814, la moglie di Murat, la regina consorte Carolina Bonaparte, commissionò a Ingres un dipinto che facesse da pendant alla Dormiente di Napoli e che avesse le stesse dimensioni: così Ingres dipinse la Grande odalisca.[5] La dormiente di Napoli scomparve nel 1815, quando il palazzo Reale di Napoli venne saccheggiato in seguito all'arresto di Murat.[4] Oggi il dipinto è noto solo attraverso i disegni preparatori, un disegno realizzato a memoria da Ingres e una fotografia raffigurante uno studio per l'opera. Nel 1832 Ingres chiese a Carolina Bonaparte (attraverso un corriere) se avesse con sé il dipinto, nel tentativo di localizzarlo ed esibirlo al Salon parigino del 1833, ma senza successo.[2][6] Da allora sono nate varie teorie sull'attuale ubicazione dell'opera, a tal punto da ispirare il romanzo L'odalisca perduta (in francese: La Dormeuse de Naples) dello scrittore francese Adrien Goetz, pubblicato nel 2004.[7]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Lo schizzo eseguito a memoria da Ingres nel 1832

Nella sua lettera a Carolina Murat del 1832, oggi conservata alla biblioteca nazionale di Francia,[8] Ingres descrisse il dipinto e ne realizzò uno schizzo a memoria. Secondo la descrizione dello stesso Ingres il dipinto mostrava una donna nuda a grandezza naturale distesa su un divano-letto, accanto a delle tende cremisi,[4] con la testa appoggiata sul braccio sinistro, che a sua volta poggiava su un cuscino, e il braccio destro dietro la testa.[8] La posa della donna verrà ripresa in altri due dipinti dello stesso artista: Odalisca con schiava (del 1839) e Giove e Antiope (del 1851).

Fonti d'ispirazione[modifica | modifica wikitesto]

Una copia della Venere di Urbino realizzata da Ingres nel 1822

Come per altri dipinti del periodo neoclassico dell'artista, per realizzare la Dormiente di Napoli Jean-Auguste-Dominique Ingres si ispirò all'arte classica e rinascimentale: come per molti nudi sdraiati dell'arte rinascimentale, Ingres potrebbe essersi ispirato all'Arianna dormiente, una copia romana di una statua di epoca ellenistica;[9] altre fonti di ispirazione potrebbero essere la Venere dormiente di Giorgione, opera da lui nota grazie alle incisioni,[4] e la Venere di Urbino di Tiziano, un dipinto che Ingres studiò alla galleria degli Uffizi e del quale avrebbe realizzato una copia nel 1822.[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Emilio Palazzuolo, Ingres: didattica della pittura, Prometheus, 1999, ISBN 978-88-8220-091-6. URL consultato il 16 agosto 2021.
  2. ^ a b c d e Pomarède 2006, p. 179.
  3. ^ (FR) Femme nue allongée (Avec reprise du bras gauche), su pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 16 agosto 2021.
  4. ^ a b c d Bajou 1999, p. 134.
  5. ^ Ingres in Italia (1806-1824, 1825-1841).: Mostra all'Accademia di Francia, Villa Medici. Roma, 26 febbraio-28 aprile 1968, De Luca, 1968. URL consultato il 16 agosto 2021.
  6. ^ 'Napoletani cercate a casa un Ingres' - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it, 8 aprile 2004. URL consultato il 16 agosto 2021.
  7. ^ Adrien Goetz, L'odalisca perduta. Ediz. illustrata, L'Ippocampo, 2005, ISBN 978-88-88585-61-1. URL consultato il 16 agosto 2021.
  8. ^ a b Ternois et Camesasca 1984, p. 120.
  9. ^ Rosenblum 1986, p. 142.
  10. ^ Pomarède 2006, p. 178.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Valérie Bajou, Monsieur Ingres, Parigi, Adam Biro, 1999.
  • Daniel Ternois et Ettore Camesasca, Tout l'œuvre peint de Ingres, Parigi, Flammarion, 1984.
  • Vincent Pomarède ed altri (catalogo 41), Ingres: 1780-1867, Parigi, Gallimard (catalogo di una mostra), 2006.
  • Robert Rosenblum, Ingres, Parigi, Cercle d’Art, coll. « La Bibliothèque des Grands Peintres », 1986.
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