La Verità (rivista)

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La Verità
StatoBandiera dell'Italia Italia
Linguaitaliano
Periodicitàmensile
Generepolitica, economia
FondatoreNicola Bombacci
Fondazione1936
Chiusura1943
SedeRoma
 

La Verità fu una rivista politica mensile fondata in Italia nel 1936 su iniziativa di Nicola Bombacci, già esponente del Partito Comunista d'Italia e poi del Partito Fascista Repubblicano.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La rivista fu pubblicata fino al 1943 e seguì sempre una posizione politica identificabile nel socialismo nazionale, anche se aspramente criticata dagli ambienti più conservatori del fascismo, fu ben vista ed appoggiata dalla frangia di sinistra ed anticapitalista del regime, nonché dal Duce stesso che ne aveva apertamente data concessione, dimostrandone il suo totale apprezzamento.

Al giornale di Bombacci collaborarono per lo più esponenti socialisti[1] come Arturo Labriola, sindacalisti rivoluzionari come Walter Mocchi, Pulvio Zocchi, ed altri personaggi estranei ma non contrari alla politica sociale del fascismo.

Il titolo La verità fu coniato da Bombacci stesso per ricordare a grandi linee il giornale Pravda (organo del Partito Comunista dell'Unione Sovietica) e quindi per creare una sua versione italiana e socialista nazionale di questa. Le pubblicazioni cessarono nel 1943.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Steven Forti, Partito, rivoluzione e guerra : il linguaggio politico di un transfuga : Nicola Bombacci (1879-1945), Franco Angeli, Memoria e ricerca: rivista di storia contemporanea. Fascicolo 31, 2009, pp. 169-170: "altri socialisti che nel biennio rosso interpretarono la politica con le stesse parole che si è definito cardinali – Ercole Bucco e Giovanni Martini, ad esempio – passarono negli anni successivi quella sottile linea divisoria che li separava politicamente e mentalmente dal fascismo. E, tra gli altri, molti dei collaboratori della rivista diretta da Bombacci a fine anni Trenta, la maggior parte dei quali aveva un passato rosso".