James Grimston, II conte di Verulam

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James Grimston

Lord luogotenente dell'Hertfordshire
Durata mandato1846 –
1892
MonarcaVittoria
PredecessoreJames Grimston, I conte di Verulam
SuccessoreEdward Villiers, V conte di Clarendon

Dati generali
Suffisso onorificoconte di Verulam
Partito politicoConservative Party

James Walter Grimston, II conte di Verulam (20 febbraio 180927 luglio 1895) è stato un nobile e politico inglese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Era il figlio di James Grimston, I conte di Verulam, e di sua moglie, Lady Charlotte Jenkinson, figlia di Charles Jenkinson, I conte di Liverpool.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Verulam fu eletto alla Camera dei comuni per St Albans (1830-1831), Newport (1831-1832) e l'Hertfordshire (1832-1845). Nel 1845 Verulam succedette al padre prendendo posto nella Camera dei lord. Più tardi prestò servizio nelle prime due amministrazioni del conte di Derby come Lord in waiting (1852 e 1858-1859). Ricoprì anche la carica onoraria di Lord luogotenente dell'Hertfordshire (1846-1892), in successione a suo padre.

La proprietà di Grimston in Giamaica, e in seguito all'abolizione della tratta degli schiavi (1836-1837) richiese un risarcimento di £ 7.359 in compensazione della perdita di 376 schiavi[1].

Nel 1860, il Times notò che Grimston era uno dei pochi a detenere titoli in tutti e tre i regni dell'Inghilterra, della Scozia e dell'Irlanda[2].

Cricket[modifica | modifica wikitesto]

Verulam giocava a cricket di prima classe come battitore di mano destra (RHB). Era principalmente associato al Marylebone Cricket Club (MCC), con 21 presenze dal 1830 al 1849.

Diversi membri della sua famiglia erano anche giocatori di cricket di prima classe: tre dei suoi fratelli Edward, Robert e Francis, così come i suoi nipoti Walter Grimston e Lord Hyde.

Matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Sposò, il 12 settembre 1844, Elizabeth Joanna Weyland (?-5 luglio 1886), figlia del reverendo Richard Weyland. Ebbero sei figli:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ https://www.ucl.ac.uk/lbs/person/view/46379
  2. ^ The Times, 9 February 1860; Peers of the Three Kingdoms.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Kidd, Charles, Williamson, David (editori). Debrett's Peerage and Baronetage (edizione 1990). New York: St Martin's Press, 1990

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]