Istoria apologetica dell'antica Napizia, oggi detta il Pizzo

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Istoria apologetica dell’antica Napizia, oggi detta il Pizzo
Frontespizio di un'antica edizione
AutoreIlario Tranquillo
1ª ed. originale1725
Generesaggio
Sottogenerestoriografia
Lingua originaleitaliano

La Istoria apologetica dell'antica Napizia, oggi detta il Pizzo è un'opera storica del napitino Ilario Tranquillo (1668-1743), dei baroni Tranquillo di Roccangitola, dottore di teologia e primo canonico della chiesa collegiata di Pizzo. Tranquillo con questa opera regala alla sua città natale, Pizzo Calabro, un passato illustre facendone risalire la fondazione da parte degli abitanti della antica città tirrenica della Magna Grecia, Napizia dopo la distruzione subita nel corso del 900 ad opera delle scorrerie dei pirati saraceni.

«Composta per riprovare quello che aveva scritto Giuseppe di Amato nel suo libro latino intorno all'Amantea, cioè che questa città surta fosse delle rovine dell'antica Napizia. Or dunque egli dopo aver dimostrato con varie autorità, che la Napizia fosse stata non già nel sito di Amantea, ma ove è presentemente il Pizzo, ne descrive la situazione, l'anticaglie, la destruzione sofferta da' Saracini, la riedificazione sotto il moderno nome, le cose sacre, e gli uomini nella letteratura illustri. Nel ragguaglio, che dà di quel clima, e della fertilità, e prodotti del territorio, sono da osservarsi le acque medicinali, (intorno alle quali scrisse già una Lettera l'Arcidiacono Savaro del Pizzo al famoso Malpighi in Bologna) e le miniere di metalli, e pietre preziose, che si scoprono in terra, e le madreperle, e i coralli, che si ritrovano in mare, con alcune singolarità della natura».[1]

Oltre al valore della testimonianza storica questa opera, con le sue descrizioni dei luoghi e dei prodotti del territorio ci rende uno spaccato di quello che doveva essere l'ambiente naturale e sociale della Calabria a cavallo tra XVII e il XVIII secolo. Si riporta a seguito l'indice di quest'opera, molto descrittivo.

Indice[modifica | modifica wikitesto]

De' Capitoli, che si contengono ne' trè Libri di questa Istoria.

LIBRO PRIMO

I. Si mostra coll'autorità de' Scrittori, dove sia fondata l'antica Napizia.

II. Si prova, che l'antica Napizia sia il Pizzo d'oggidì.

III. Si risponde all'opposizione di chi niega esser l'antica Napizia il Pizzo d'oggidì.

IV. Si prova, che l'antica Napizia, oggi detta il Pizzo, sia stata fondata da' Greci Focesi, e si ripudiano le contrarie opposizioni.

V. Si parla del motivo, per cui l'antica Napizia ebbe tal nome di cui pure l'etimologia si dichiara.

VI. Si prova l'antichità di Napizia, e si risponde ad alcune obbiezioni.

VII. De' personaggi illustri dell'antica Napizia nel tempo del Gentilesimo: e delle antiche Iscrizioni, ad onor de' medesimi, incavate nei marmi.

VIII. L'antica napizia è dalla presenza di Persone grandi onorata.

IX. L'antica napizi passò dall'idolatria, e Gentilasimo alla Santa Fede di Cristo.

X. L'antica Napizia è rovinata da' Saraceni: pochi suoi cittadini in un Angolo della madesima vi continuano l'abitazione: Gli altri fuggendo si fermano in trè Castellucci vicini.

LIBRO SECONDO

I. Si prova, che l'antica Napizia, già rovinata da' Saraceni, fu riedificata, e chiamata Pizzo: si mostrano i suoi Riedificatori, e s'addita il fine, per cui la rifabbricarono.

II. Si mostra il tempo in cui fu riedificata l'antica Napizia, cioè fu fabbricato il Pizzo.

III. Si risponde all'obiezione contro il Capitolo precedente.

IV. Situazione dell'antica Napizia: motivo, per cui riedificata, fu nominata Pizzo: e sua mirabile prospettiva.

V. Il Pizzo è onorato dalla presenza di S.Antonio di Padova.

VI. Al Pizzo sono stati concessi molti, varj, ed esquisiti Privilegj.

VII. Il Pizzo è fortificato da un Rè colla fabrica del Castello; in più maniere da' suoi cittadini è munito, e mostra gloriose le sue insegne.

VIII. Si discorre della venerab. È magnifica Chiesa Collegiata del Pizzo, del decoro, e divozione, con cui è servita da' RR. Arciprete, canonici, e Cappellani, e delle altre Chiese, e luoghi pii dell'istessa Città.

IX. De' Venerabili Monisteri de' Regolari nel Pizzo.

X. L'antica Napizia, oggi detta il Pizzo, Città un tempo libera, poi Baronale, indi Reggia, oggidì è Baronale.

LIBRO TERZO

I. Nell'antica Napizia, oggi detto il Pizzo, fiorirono più Personaggi Illustri'n bontà.

II. Si mostra in generale, che nell'antica Napizia, oggi detta il Pizzo, vi sia Nobiltà.

III. De personaggi del Pizzo Illustri nelle lettere: dell'Accademia degli Intrigati: e degli Uomini famosi nelle Armi.

IV. Nel Pizzo l'aria è salutifera: la terra è fertile: vi sono grandi delizie, e copie d'acque, anche medicibali.

V. Nel terreno intorno al Pizzo s'ammirano le Miniere di Rubini, e di Ametisti, e d'altre gemme, e parimente di marmi, e di ferro. Vi sono inoltre le pietre secolari, e le smiridi.

VI. Nel Mar presso Pizzo, si fà grande, e deliziosa presura di coralli; ond’essendovi Scogli, assai carichi di cotali gemme; si palesano quì molti segni, per ritrovarli.

VII. Delizie utili, e dilettevoli del mare di Pizzo.

VIII. Si descrive la Vallisthea, un tempo luogo di delizie, nella marina occidentale del Pizzo, e di tal suo nome l'etimologia dichiarandoli, si rapporta una antica Istoria.

IX. Si descrivono sette maraviglie, che sono nell'acque d'una Grotta nella marina orientale di Pizzo.

X. L'antica Napizia, oggi detto il Pizzo fu, ed è Città, ma Città riguardevole.

XI. L'antica Napizia , oggi detto il Pizzo è stata grandemente stimata da diversi eruditi Scrittori, con aver fatto dile, lodevolmente memoria, nei loro libri.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Francescantonio Soria, Memorie storico-critiche degli storici napolitani, Napoli, 1725
  2. ^ Ilario Tranquillo, Istoria Apologetica dell'Antica Napizia, oggi detta il Pizzo, Stamperia Carmine Petagna, Napoli, 1725

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francescantonio Soria, Memorie storico-critiche degli storici napolitani, Napoli, 1725
  • Lorenzo Giustiniani, La Biblioteca storica, e topografica del Regno di Napoli, Napoli, 1793
  • Archivio storico per le province napoletanei, Napoli, 1818
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