Interpretatio Christiana

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L'Interpretatio Christiana (latino per interpretazione cristiana, anche reinterpretazione cristiana) è l'adattamento di elementi culturali o fatti storici non cristiani alla visione del mondo del Cristianesimo[1]. Il termine è comunemente applicato alla rifusione di attività religiose e culturali, credenze, immagini ed edifici[2] di popoli "pagani" in una forma cristianizzata come strategia di cristianizzazione.[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista cristiano, il termine "pagano" si riferisce alle varie credenze e pratiche religiose di coloro che aderivano a fedi non abramitiche, tra cui, nel mondo greco-romano, la religione tradizionale dell'antica Roma, la religione ellenistica[4], il culto imperiale, il culto di Dioniso[5], l'antica religione egizia, il politeismo celtico e germanico, le religioni iniziatiche come i Misteri Eleusini e il Mitraismo, le religioni dell'antico Vicino Oriente e lo Zoroastrismo.[6]

La riformattazione delle attività e delle credenze religiose e culturali tradizionali in una forma cristianizzata era ufficialmente approvata; nella Historia ecclesiastica gentis Anglorum di Beda il Venerabile è conservata una lettera di Papa Gregorio I a Mellito, in cui si sostiene che le conversioni erano più facili se si permetteva alle persone di mantenere le forme esteriori delle loro tradizioni, cambiando però l'oggetto della loro venerazione in Dio:[7]

«...che i templi degli idoli in quella regione non devono essere distrutti, ma che gli idoli che vi si trovano siano distrutti; che l'acqua sia consacrata e spruzzata nei suddetti templi, che siano eretti altari e che vi siano collocate reliquie. Infatti, se quei templi sono ben costruiti, è necessario che si convertano dal culto dei demoni al servizio del vero Dio; affinché le genti, vedendo che i loro templi non sono distrutti, eliminino l'errore dal proprio cuore e, conoscendo e adorando il vero Dio, ricorrano più liberamente ai luoghi a cui erano abituate.»

e ancora:

«E poiché sono soliti macellare molti buoi in sacrificio ai demoni, bisogna dar loro in cambio una certa solennità, come quella nel giorno della dedicazione, o delle natività dei santi martiri, le cui reliquie sono lì depositate, dovrebbero costruirsi capanne con i rami degli alberi attorno a quelle chiese che sono state trasformate a tale uso da templi, e celebrare la solennità con feste religiose, e non offrire più animali al Diavolo, ma uccidere bestiame e glorificare Dio nella loro banchettate e rendete grazie al Donatore di tutte le cose per la loro abbondanza; al fine che, pur conservando alcune gratificazioni esteriori, possono acconsentire più facilmente alle gioie interiori.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (DE) Johann Konrad Eberlein, Interpretatio Christiana, Monaco di Baviera, Brill's New Pauly.
  2. ^ Templi pagani trasformati in luoghi di culto cristiano (PDF), su gliscritti.it.
  3. ^ Questa strategia non è una caratteristica esclusiva del cristianesimo; il fenomeno è stato discusso in termini più ampi da Frederick William Hasluck, Christianity and Islam under the Sultans, Clarendon Press, 1929.
  4. ^ La parabola di Antonio. Dalla "requies alla "pax" come germe di tutta la teologia francescana (PDF), su unigre.it.
  5. ^ Dioniso (PDF), su rbaitalia.it.
  6. ^ Joseph Campbell, Mitologia occidentale. Le maschere di Dio, Mondadori, 1992, ISBN 978-88-04-35633-2.
  7. ^ (LA) the Venerable PIMS - University of Toronto, Venerabilis Bedae Historia Ecclesiastica gentis Anglorum, Londini : Sumptibus Societatis, 1838, p. 79. URL consultato il 20 dicembre 2023.
    «...quia fana idolorum destrui in eadem gente minime debeant ; sed ipsa, quae in eis sunt, idola destruantur, aqua benedicta tiat, in eisdem fanis aspergatur, altaria construantur, reliquia) ponantur. Quia, si fana eadem bene constructa sunt, necesse est ut a cultu diemonum in obsequium veri Dei debeant conunutari; ut dum gens ipsa cadem fana sua non videt destrui, de corde errorem deponat, et Deum verum cognoscens ac adorans ad loca, qu8e consuevit, familiarius concurrat. Et quia boves solent in sacrificio dsemonum multos occidere, debet eis etiam hac de re aliqua sollemnitas immutari; ut die dedicationis, vel natalitii sanctorum martyrum, quorum illic reliquiae ponuntur, tabernacula sibi circa easdem ecclesias, quse ex fanis commutatse sunt, de ramis arborum faciant, et religiosis conviviis sollemnitatem celebrent, nec lo diabolo jam animalia immolent, sed ad laudem Dei in esu suo animalia occidant, et donatori omnium de satietate sua gratias referant; ut dum eis aliqua exterius gaudia reservantur, ad interiora gaudia consentire fecilius valeant.»
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