Il Grido del Popolo

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Il Grido del popolo
StatoBandiera dell'Italia Italia
Linguaitaliano
PeriodicitàSettimanale
GenereGiornale politico
FondatoreVittorio Chenal
Fondazione1892
SedeTorino
 

Il Grido del popolo è stato un settimanale politico italiano, di orientamento socialista, attivo con alcune interruzioni dalla fine dell'Ottocento alla seconda guerra mondiale.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque il 24 luglio 1892 da un gruppo di operai tipografi disoccupati appartenenti all'Associazione tipografica torinese[1], tra i quali Vittorio Chenal, che era molto attivo nel movimento operaio cittadino[2].

Il 22 ottobre 1892 pubblicò il manifesto elettorale del Partito dei lavoratori italiani e riportò gli obiettivi del partito: «Conquista dei pubblici poteri; giornata lavorativa di otto ore; espropriazione delle terre incolte che devono esser affidate a collettività di lavoratori; indennità parlamentare; soppressione del debito pubblico; imposta progressiva; nazione armata».

Assunse nel tempo le denominazioni "Periodico settimanale del Partito dei lavoratori italiani", " Giornale ufficiale del Partito dei lavoratori di Torino e provincia", "Organo regionale piemontese del Partito dei lavoratori italiani", "Organo dei socialisti piemontesi", "Periodico settimanale socialista", "Organo dei socialisti di Torino e provincia", "Organo della Federazione provinciale socialista"[1]. Ebbe cadenza settimanale, ad eccezione del breve periodo tra settembre 1907 e marzo 1908, quando fu trasformato in quotidiano sotto la guida di Giusto Calvi[2].

Nel 1896 raggiunse la tiratura di 7600 copie, ancora cresciuta negli anni successivi con l'aggiunta del supplemento politico La Parola dei Poveri e di quello letterario Per l'Idea, diretto da Gustavo Balsamo-Crivelli[2].

Nel 1898, dopo i moti di Milano e la sanguinosa repressione di Bava Beccaris, il governo ne sospese le pubblicazioni nonostante l'invito alla calma che aveva rivolto a «tutti i lavoratori». Riprese regolarmente le pubblicazioni a fine anno. In questi anni vi collaborarono numerosi intellettuali, come i medici Aroldo Norlenghi e Cesare Lombroso[2].

Nel 1912 assorbì il periodico La Difesa operaia di Pinerolo[1].

Nel 1915, sotto la direzione di Giuseppe Bianchi, vi esordì un giovane Antonio Gramsci[3]. All'epoca, in tre stanze di un appartamento di Torino in corso Siccardi (oggi corso Galileo Ferraris), si trovavano la sezione giovanile del partito socialista e le redazioni del Grido del popolo e dell'edizione piemontese dell'Avanti!, che comprendeva la rubrica della cronaca torinese, "Sotto la Mole"[4].

Direttori responsabili[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Bibliografia del socialismo e del movimento operaio italiano - Periodici - Il Grido del popolo, su fondazionemodigliani.it. URL consultato il 5 giugno 2017.
  2. ^ a b c d Umberto Levra (a cura di), Storia di Torino, vol. VII - Da capitale politica a capitale industriale (1864-1915), Torino, Einaudi, 2001.
  3. ^ Maria Luisa Righi, "Gli esordi di Gramsci al «Grido del popolo» e all'«Avanti!» (1915-1916)", in Studi storici n. 3, luglio-settembre 2014
  4. ^ Antonio Gramsci, Lettera dal carcere a Tatiana Schucht del 7 settembre 1931

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Umberto Levra (a cura di), Storia di Torino, vol. VII - Da capitale politica a capitale industriale (1864-1915), Torino, Einaudi, 2001.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]