I Diavoli Neri

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I Diavoli Neri
Sandro Ruffini
Paese di produzioneItalia
Anno1913
Dati tecnicib/n
film muto
RegiaUbaldo Pittei
SceneggiaturaUbaldo Pittei
Casa di produzioneLatium Film
Interpreti e personaggi

I Diavoli Neri è un film italiano del 1913.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Carlo Ruisor sospetta a torto che sua moglie Bianca lo tradisce. Convinto che sua figlia Dolly sia in realtà dell'amante la affida ad una carovanza di zingari di passaggio. Quando Bianca gli prova la propria innocenza gli zingari hanno ormai passato il confine e Dolly, ambientatasi nella comunità, fraternizza con Azucena ed Erik, due suoi coetanei.

Quindici anni dopo Dolly ed Erik, ormai cresciuti, si amano. Lei è ora una ballerina, lui un giocoliere che all'occasione la protegge, come quando la salva da un ricco signore cui il capo della comunità voleva venderla. I due ragazzi vogliono vivere liberi e decidono di fuggire dalla carovana assieme ad Azucena, che è di salute cagionevole e che viene spacciata per Dolly quando incontrano Carlo Ruisor, che si è rivolto al capo carovana per riavere indietro la figlia. Azucena, tuttavia, non sa fingere e svela l'inganno. Carlo raggiunge quindi i ragazzi, entrati nella troupe acrobatica "I Diavoli Neri", e convince Dolly a tornare alla vita ricca e agiata della sua casa natale.

Nell'ultimo spettacolo insieme Erik, che non sa rassegnarsi alla perdita del suo amore, si lascia cadere dal trapezio e muore tra le braccia di Dolly.

Critica[modifica | modifica wikitesto]

«Un dramma lungo, interminabile, la di cui tetraggine non è spezzata da un raggio di sole che verso la fine, ma per poco, perché si finisce con un suicidio. Per debito di giustizia devesi per altro riconoscere che l'angoscioso mistero d'una ricca e nobvile famiglia è abilmente intrecciato a quadri evidenti e suggestivi di vita zingaresca e terrificante.»

«La messa in scena è povera, salvo qualche buon quadretto; la fotografia, se non superiore, è almeno buona. Ma il tutto lascia apparire una troppo spiccata ingenuità di novizio inesperto.»

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Bianco e Nero. Rivista del centro sperimentale di Cinematografia di Roma. Numero 3/4, 1994.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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