I Trionfi
I Trionfi sono un poemetto allegorico in volgare italiano di Francesco Petrarca.
Si tratta di una specie di visione composta in terza rima tra le ultime composizioni del poeta. Il testo è diviso in sei capitoli, ciascuno dedicato a un trionfo, e vuole rappresentare in chiave allegorica la vita umana, dalla lotta contro le passioni alla consapevolezza della fugacità delle cose terrene, alla finale vittoria dell'Eternità.
La struttura del poemetto è la seguente:
- Il Trionfo d'Amore: vi si narra come in un giorno di primavera il poeta si addormentò a Valchiusa e vi fece un sogno dove la personificazione dell'Amore passava su una carro trionfale, seguito da una schiera di seguaci che sono i vinti dall'amore; entrando nella schiera il poeta vi riconosce numerosi personaggi illustri, storici, letterari, mitologici, biblici oltre a poeti antichi, medievali e trovatori. Nel corteo parla con diversi personaggi e alla fine approda a Cipro, isola dove nacque Venere.
- Il Trionfo della Pudicizia: la protagonista è Laura, che sottrae al carro di Amore molte illustre donne antiche e medievali, come Didone; questo secondo corteo si scioglie a Roma, nel Tempio della Pudicizia Patrizia.
- Il Trionfo della Morte: qui il poeta rievoca eroi e popoli scomparsi e ricorda, in uno dei passi più belli del poema, la morte idealizzata di Laura.
- Il Trionfo della Fama: vengono descritti una folla di uomini illustri, re, poeti, oratori, filosofi, capitani, ecc. Interessante come per Petrarca il filosofo maggiore sia Platone, non Aristotele come aveva scritto Dante.
- Il Trionfo del Tempo: il poeta riflette su sé stesso e compone una nuova toccante elegia sulla fugacità delle cose e dei giorni che passano.
- Il Trionfo dell'Eternità: si parla del rifugio dell'uomo in Dio, trovando un mondo stabile ed eterno.
Dal punto di vista critico vengono apprezzati nei Trionfi la viva introspezione del poeta nei suoi sentimenti e l'alto livello del lirismo e della poesia in alcuni punti; vengono invece criticati il meccanismo rigido della narrazione, le enumerazioni lunghe di personaggi e l'impostazione senile del lavoro, che spesso spengono la vitalità dell'opera.
Un manoscritto originale dell'opera si trova alla Biblioteca Riccardiana di Firenze.
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