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Hyalospongiae

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Spugne vitree
Euplectella aspergillum
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoParazoa
PhylumPorifera
ClasseHyalospongiae
Sinonimi

Hexactinellida

Sottoclassi e Ordini

Le spugne vitree o silicospongie (Hyalospongiae o Hexactinellida), anche note come esattinellidi, sono una classe di spugne con scheletro vetroso siliceo di acque profonde o di acque basse e fredde.[1]

Distribuzione e habitat

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Sono in prevalenza forme di acque profonde o di acque basse fredde. In genere, le poche specie di questa classe popolano ambienti marini estremi come le gelide acque polari o gli oscuri fondi batiali. Possono crescere sia su substrati rocciosi sia su fondi molli dove si ancorano con i lunghi peduncoli di spicole. Solo in Antartide sono frequenti anche in acque costiere e possono raggiungere dimensioni superiori al metro di altezza e di diametro.

Di recente nel Mar Mediterraneo una specie tipica di ambiente batiale fino a 3.000 m di profondità (Oopsacas minuta) è stata trovata anche a bassa profondità, all’interno di alcune grotte oscure.[2]

Bolosoma, una spugna vitrea di acque profonde

Sono spugne con forma massiva o eretta, cilindrica, vasiforme, sacciforme, a coppa o tubolare, mai incrostante. Spesso sono provviste di peduncoli basali e di grandi osculi apicali circondati da collari di spicole lunghissime. Hanno colorazioni sbiadite e poco appariscenti, a volte sono completamente bianche, ma possono raggiungere dimensioni ragguardevoli.[2]

Euplectella aspergillum

Sono caratterizzate dalla presenza di un complicato intreccio di spicole silicee coerenti con un numero di punte variabile da tre a sei raggi, tra le quali dominano le spicole a sei raggi. Le spicole silicee sono suddivisibili in megasclere e microsclere e possono essere libere o parzialmente fuse a formare un reticolo rigido. La morfologia spicolare tipica della classe è l’esactina, una spicola dalla caratteristica forma raggiata a 6 punte (da cui il nome di esattinellidi). Sono piuttosto fragili, tanto da sfaldarsi una volta raccolte.[2]

Spicole silicee di Euplectella aspergillum

Per quanto riguarda l’organizzazione del sistema acquifero, presentano struttura siconoide e soprattutto leuconoide. Lo spongocele è grande e cilindrico, mentre l’osculo è frequentemente coperto da una piastra cribrosa di spicole sottili.[2]

Le cellule sono dei sincizi, presentano cioè un citoplasma polinucleato. A contatto con il reticolo scheletrico troviamo un sincizio cordoide contenente amebociti, archeociti e tesociti. Un coanosincizio costituisce la parete delle camere flagellate, dove non si vedono singoli coanociti, ma i flagelli e i collaretti si dipartono da un sincizio i cui nuclei giacciono indipendentemente in uno strato basale. Un ulteriore sincizio, detto trabecolare, copre tutte le superfici sia esterne che interne che, nelle altre spugne, sono normalmente rivestite da pinacociti. Sono le uniche spugne a non avere un rivestimento esterno di cellule appiattite ed uno strato interno gelatinoso; il loro reticolo di spicole ed amebociti fusi prende il posto di questi due strati, mentre la parete interna è ben tappezzata da coanociti. Contrariamente alle altre spugne, le spugne vitree non sono in grado di contrarsi ma possono trasmettere impulsi sia elettrici attraverso il corpo sia luminosi tramite le spicole.[2]

Le spugne esattinellidi si riproducono per via sessuale generando una larva chiamata trichimella, a breve vita planctonica.[2]

Diversità delle spugne vitree (rappresentazione di Ernst Haeckel)

La classe si divide in due sottoclassi:[1]

  • Hexasterophora, spugne note come exasterofori e caratterizzate dalla costante presenza di exaster e anfidischi;
  • Amphidiscophora, spugne note come anfidiscofori e provviste di anfidischi ma non di exaster (gli exaster sono una particolare spicola microsclera).

Sfruttamento da parte dell'uomo

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Scheletro del cestello di Venere (Euplectella aspergillum)

Il cestello di venere (Euplectella aspergillum) oggi viene raccolto ed essiccato a scopo decorativo. In passato in alcune culture tradizionali dell'Asia si usava regalarlo ai novelli sposi come simbolo di fedeltà coniugale, poiché al suo interno vive una coppia di gamberetti (Spongicola venusta), che vi entrano come larve attraverso i pori e crescendo non riescono più ad uscire e trascorrono in simbiosi con essa tutta la vita.

  • Egidio Trainito e Rossella Baldacconi, Spugne del Mediterraneo, Il Castello, 2013, ISBN 9788865204016.
  1. ^ a b Hexactinellida, su marinespecies.org.
  2. ^ a b c d e f Trainito e Baldacconi 2013, p. 114.

Collegamenti esterni

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