Theta Carinae

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Theta Carinae
Mappa della costellazione della Carena nella quale è evidenziata la posizione di η Carinae, e della celeberrima nebulosa che la circonda, e di θ Carinae, la stella più luminosa dell'ammasso aperto delle Pleiadi del Sud (IC 2602).
Classificazionestella bianco-azzurra
di sequenza principale)
Classe spettraleB0Vp
Distanza dal Sole479 anni luce
CostellazioneCarena
Coordinate
(all'epoca J2000)
Ascensione retta10h 42m 57,40197s
Declinazione-64° 23′ 40,0208″
Lat. galattica-4,9017
Long. galattica289,5978
Dati fisici
Raggio medio5,1 R
Massa
15,15 M
Velocità di rotazione202 km/s-1
Temperatura
superficiale
31 000 K[1] (media)
Luminosità
21900 L
Età stimata4 milioni di anni
Dati osservativi
Magnitudine app.+2.74
Magnitudine ass.-2.91
Parallasse7,43 mas
Moto proprio12h 06m : -18° 87′ :
Velocità radiale24 km/s
Nomenclature alternative
HD 93030, EUVE J1042-64.3, JP11 4482, TD1 15097, FK5 406, N30 2542, UBV 9865, ALS 14951, GC 14755, PPM 358184, UBV M 38864, CEL 3659, GCRV 6678, ROT 3699, uvby98 326020037, RX J1042.9-6423, [B10] 2862, CPC 21 2210, HIC 52419, 1RXS J104257.1-642339, [RSP95] 60, CPD -63 1599, HIP 52419, SAO 251083, 2E 1041.1-6407, HR 4199, SBC9 631, 2E 2309, IC 2602 37

Coordinate: Carta celeste 10h 42m 57.40197s, -64° 23′ 40.0208″

Theta Carinae (θ Car / θ Carinae) è una stella azzurra visibile nella costellazione della Carena. È l'astro centrale e il più luminoso dell'ammasso aperto noto come Pleiadi del Sud (IC 2602), e segna anche il limite nordorientale dell'asterismo della Croce di diamante. Possiede pure un nome proprio, in realtà poco conosciuto, Vathorz Posterior col significato che allude a un oggetto che segue il bagnasciuga (probabilmente riferito alla superficie dell'acqua lungo la Nave Argo); il nome è di origine nordico - latina.

Osservazione[modifica | modifica wikitesto]

θ Carinae
La posizione di θ Carinae nella costellazione della Carena.

Theta Carinae è una stella situata nell'emisfero celeste australe. La sua posizione è fortemente australe e ciò comporta che la stella sia osservabile prevalentemente dall'emisfero sud, dove si presenta circumpolare anche da gran parte delle regioni temperate; dall'emisfero nord la sua visibilità è invece limitata alle regioni temperate inferiori e alla fascia tropicale. La sua magnitudine pari a 2,8 le consente di essere scorta con facilità anche dalle aree urbane di moderate dimensioni.

Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale ricade nei mesi compresi fra febbraio e giugno; nell'emisfero sud è visibile anche per buona parte dell'inverno, grazie alla declinazione australe della stella, mentre nell'emisfero nord può essere osservata limitatamente durante i mesi primaverili boreali.

Caratteristiche fisiche[modifica | modifica wikitesto]

La stella è una bianco-azzurra di sequenza principale di classe B0Vp, dove la "p" indica che è una stella peculiare, ricca di silicio; è piuttosto giovane avendo pochi milioni di anni, ed ha una massa 15 volte superiore a quella solare, che fa supporre che il destino finale della stella sarà quello di esplodere in una brillante supernova.[2].

Fa parte dell'ammasso delle Pleiadi del Sud, che ha tuttavia 34 milioni di anni ed è quindi molto più vecchio della stella, per questo considerata una vagabonda blu.[1] Questa classe di stelle ha solitamente avuto un'evoluzione anomala, spesso derivata dalla fusione di due o più stelle tra loro. Pare comunque essere una binaria spettroscopica, con una compagna cento volte meno luminosa che le orbita attorno in 2,2 giorni;[3] anche un trasferimento di massa tra le due componenti potrebbe spiegare l'età e la peculiarità spettrali della principale.[3]

La sua magnitudine assoluta è di -2,87 e la sua velocità radiale positiva indica che la stella si sta allontanando dal sistema solare.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Theta Carinae (Stars, Jim Kaler)
  2. ^ Tetzlaff, N et al., A catalogue of young runaway Hipparcos stars within 3 kpc from the Sun, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 410, n. 1, gennaio 2011, pp. 190–200, DOI:10.1111/j.1365-2966.2010.17434.x.
  3. ^ a b S. Hubrig, M. Briquet, T. Morel, M. Schöller, J. F. González e P. De Cat, New insights into the nature of the peculiar star θ Carinae, in Astronomy and Astrophysics, vol. 488, n. 1, September 2008, pp. 287–296, Bibcode:2008A&A...488..287H, DOI:10.1051/0004-6361:200809972, arXiv:0807.2067.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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