Giudici del Piovego

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I tre giudici del Piovego (dal latino super publicis) erano una magistratura della Repubblica di Venezia.

Attestati a partire dal 1282, la loro istituzione fu dettata dalla necessità di amministrare i beni pubblici (vie, canali, terreni, acque, paludi) in un periodo in cui, di fronte all'incapacità dei proprietari di provvedere all'amministrazione dei beni, il Comune cominciò a considerare questi ultimi come parte del demanio. Essi furono preceduti dalle curie super canales e super pontibus et viis, create temporaneamente nella prima metà del Duecento[1].

Avevano una duplice funzione: da un lato si occupavano di mantenere, ed eventualmente estendere, i beni pubblici, dall'altro rilasciavano ai privati i permessi di bonificare aree demaniali e di edificarvi, di gestire le vie di comunicazione - di acqua e di terra - e di costruire i pozzi comuni. Ebbero quindi un ruolo di primo piano nello sviluppo urbano di Venezia all'inizio del Trecento e poi di nuovo, dopo la partentesi della peste nera e della guerra di Chioggia, alla fine dello stesso secolo[1].

Successivamente assunsero anche altri poteri. Avevano competenza criminale nei casi di usura, sia di cristiani che di ebrei, e le loro sentenze non erano appellabili senza che ne fosse garantita l'esecuzione. Giudicavano inoltre le vertenze fino a dieci lire, con alcune eccezioni rimesse ai giudici al forestier[2].

Nel 1704 fu stabilito che i requisiti per accedere alla carica di giudice del Piovego erano gli stessi per entrare in Quarantia[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Mario Caravale, Le istituzioni della Repubblica, in Storia di Venezia, Vol. 3 - La formazione dello stato patrizio – Diritto, finanze, economia, Treccani, 1997.
  2. ^ a b Andrea Da Mosto, Archivi dell'amministrazione centrale della Repubblica veneta e archivi notarili (PDF), in L'archivio di Stato di Venezia. Indice generale, storico, descrittivo ed analitico, I, Biblioteca d'arte editrice, 1937, p. 95. URL consultato il 10 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2020).
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