Francesco Maruca

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Francesco Maruca, noto anche con gli pseudonimi di Ciccio e Martef (Catanzaro, 16 luglio 1898Bologna, 26 novembre 1962), è stato un politico e antifascista italiano, esponente del comunismo rivoluzionario.

Biografia

Francesco Maruca nacque nel 1898 a Catanzaro, dove trascorse quasi tutta la sua vita, svolgendo l'attività di ebanista[1].

Nel 1915 fu nominato segretario del circolo giovanile socialista, nel 1921 fu tra i fondatori del Partito Comunista d'Italia (PCd'I)[1][2] e fu nominato segretario politico provinciale[3]; con lo pseudonimo Martef divenne fiduciario dell'esecutivo nazionale.

Il 23 dicembre 1923 fu denunciato per l'affissione di un manifesto che incitava all’odio di classe. Il 4 febbraio 1924 fu fermato per questioni d'ordine pubblico e due giorni dopo, conseguentemente all'arresto di Amadeo Bordiga e del Comitato Centrale del PCd'I, fu anch'egli arrestato con l'accusa di associazione a delinquere; riacquistò la libertà l'11 giugno[4].

Nel giugno 1924, partecipò al V Congresso dell'Internazionale Comunista (Comintern). Qualche anno dopo fu iscritto nell'elenco delle persone pericolose da arrestare. Durante la guerra fu arrestato per attività antifascista e proposto, dalla Prefettura di Cosenza, per il campo di concentramento. Rilasciato il 17 agosto 1942, riprese l’attività politica e, costituì la federazione provinciale del Partito Comunista Italiano, di cui fu segretario, oltre a occupare la carica di direttore del giornale La Voce del Popolo[5].

Nel gennaio del 1944 partecipò al congresso dei partiti antifascisti, che si tenne a Bari. A più riprese espresse critiche e dissensi verso la dirigenza del PCI, finché, accusato di creare spaccature all'interno del partito, il 19 febbraio 1944[6] fu destituito dalla carica di segretario e poi espulso[7] unitamente ad altri militanti.

Vista impossibile un'intesa con il partito di Palmiro Togliatti, aderì alla Frazione di Sinistra dei Comunisti e dei Socialisti Italiani e fu segretario della Federazione di Catanzaro, Reggio Calabria e Messina. A Catanzaro pubblicò il settimanale L'Internazionale Comunista[8]. Alle elezioni amministrative del 1946, a Catanzaro il PCInt. ottenne 15.000 voti, confermando il seguito che riscuoteva Maruca, il quale fu anche eletto consigliere comunale. In seguito alla scissione del 1952, seguì la linea di Onorato Damen.

Morì a Bologna il 26 novembre del 1962.

Note

  1. ^ a b Studi sul Mezzogiorno repubblicano: storia politica ed analisi sociologica, su books.google.it. URL consultato il 1º ottobre 2014.
  2. ^ La Nuova Calabria, 1943-1945: la vita di una città e i problemi di una regione dopo la caduta del fascismo, su books.google.it. URL consultato il 1º ottobre 2014.
  3. ^ Il fascismo nel Mezzogiorno: le Calabrie, su books.google.it. URL consultato il 1º ottobre 2014.
  4. ^ Aspetti e problemi di storia della società calabrese nell'età contemporanea: atti del I convegno di studio : Reggio Calabria, 1-4 novembre 1975, su books.google.it. URL consultato il 1º ottobre 2014.
  5. ^ Cultura e società nella Calabria del Novecento, su books.google.it. URL consultato il 1º ottobre 2014.
  6. ^ All'assalto delle terre del latifondo: comunisti e movimento contadino in Calabria (1943-1949), su books.google.it. URL consultato il 1º ottobre 2014.
  7. ^ L'altra Resistenza: il PCI e le opposizioni di sinistra, 1943-1945, su books.google.it. URL consultato il 1º ottobre 2014.
  8. ^ Archivio sulla sinistra>Frazione di Sinistra salernitana, democrazia antifascista (marzo-aprile 1945), su avantibarbari.it. URL consultato il 1º ottobre 2014.

Bibliografia

  • Ferdinando Cordova, Alle origini del PCI in Calabria (1918-1926), Bulzoni, Roma, 1977.
  • Paolo Cinanni, Lotte per la terra e comunisti in Calabria 1943-1953, Feltrinelli, Milano, 1977.
  • Arturo Peregalli, Il PCI e le opposizioni di sinistra nel Mezzogiorno, 1943-1945, Graphos, Genova, 1992.
  • AA. VV., Conflitti sociali e mutamenti politici in Calabria e in Sicilia (1943-1947), Dott. Giuffrè Editore, Milano, 1989; citazioni pp. 66, 67. 72.

Voci correlate