Fasci italiani di combattimento

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I Fasci italiani di combattimento sono un movimento politico fondato a Milano da Benito Mussolini il 23 marzo 1919; il futuro Duce prevedeva l'attuazione di uno specifico "Programma di San Sepolcro" (dal nome della piazza in cui fu proclamato). I primi appartenenti ai Fasci si chiamarono appunto sansepolcristi, fregiati di una fascia giallorossa (i colori di Roma); gli squadristi semplici invece erano riconoscibili da una striscia rossa al polso della camicia nera.

I locali della prima sede a Milano furono messi a disposizione dall'associazione lombarda degli industriali; il covo era caratterizzato da simboli che diverranno comuni nell'iconografia fascista: il pugnale, il gagliardetto degli arditi, il teschio. Il simbolo dell'organizzazione è il fascio littorio romano e come lui moltissimi simboli del regime si richiamano a quelli dell'Antica Roma.

I Fasci riunirono cittadini italiani accumunati dallo scopo di fermare l'attività bolscevica. La maggior parte dei partecipanti della prima ora furono reduci interventisti della prima guerra mondiale. Buona parte di essi avevano precedentemente militato in formazioni di sinistra (socialisti, repubblicani, sindacalisti rivoluzionari).

Le loro principali azioni, soprattutto di natura violenta, furono rivolte a contrastare l'ondata di scioperi comunisti. Devastarono molte sedi di giornali, di partito e case del popolo; intervennero a fianco dei privati agricoli durante il biennio rosso per fronteggiare i disordini organizzati dai braccianti.

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