Erra-Imittī

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Erra-Imittī
La Lista reale sumerica
9 ° Re di Isin (I dinastia di Isin)
In carica1868 a. C. –
1861 a. C.
PredecessoreLipit-Enlil
SuccessoreEnlil-bani
Casa realeI Dinastia di Isin

Erra-Imittī (... – ...; fl. XIX secolo a.C.) è stato un sovrano amorreo dell'età paleo-babilonese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Erra-Imittī, scritto in cuneiforme d èr-ra-i-mit-ti[r 1], rimase in carica negli anni che vanno da circa il 1805 a circa il 1799 a. C., secondo la cronologia bassa o da circa il 1868 a circa il 1861 a. C., secondo la cronologia media.[1] Fu il nono re della Prima dinastia di Isin e secondo la Lista reale sumerica ha governato per otto anni[r 2]. Successe a Lipit-Enlil, con il quale ebbe un rapporto incerto. È stato contemporaneo e rivale di due re della, parallela, dinastia di Larsa, Sumuel e Nur-Adad.

Egli deve la sua notorietà , in particolar modo, alle circostanze legate al racconto singolare e leggendario della sua scomparsa.

Durante l'inizio del suo regno, viene registrato il recupero della città di Nippur, nei confronti di Larsa, ma è probabile che questo abbia avuto breve durata. La riconquista della città, infatti, è nuovamente celebrata dal suo successore Enlil-bani.

I pochi dati sul suo regno, rivengono dall'elenco del nome degli anni[2], in cui vengono annotati gli eventi più significativi.

Risulta abbia conquistato e distrutto Kisurra[Is 1], l'attuale Abu-Hatab. Circostanza che sarebbe confermata dal rinvenimento, in quella città, di un sigillo cilindrico, realizzato su un minerale di ematite e appartenuto ad un suo servo e scrivano. Iliška -uṭul, figlio di Sin-ennam[r 3].

Il settimo anno del suo regno viene ricordato come, "l'anno [in cui] Erra-Imittī distrusse il muro della città di Kazallu."[Is 2][3]. Alleata di Larsa e antagonista di Isin e di Babilonia, che, allora, era una sua città vassalla[4].

Nell'ottavo anno, viene ricordata la realizzazione della cinta muraria di gan-x-Erra-Imittī, forse una nuova città eponima, da lui costruita[Is 3] .

La sua notorietà, tuttavia non è da ascrivere alle sue opere o alle guerre intraprese nei confronti dei sovrani limitrofi, ma ad un episodio legato alla sua scomparsa ed alla sua successione.

Secondo i costumi e la cultura del tempo, quando qualche oscuro presagio faceva temere per la vita del re, per consuetudine, veniva nominato un sostituto, alla stregua di una statuetta inanimata[Is 4], che assumeva il ruolo del re[5].

Per un certo periodo, come un capro espiatorio, aveva il compito di attirare su di sé i malefici. Al termine del periodo stabilito, il sostituto sarebbe stato, secondo alcune fonti, ritualmente sacrificato e il re avrebbe ripreso regolarmente il suo trono.[6]

The Chronicle of early kings[r 4] riferisce che:

«King Erra-imittī stabilì che Enlil-bâni, il giardiniere, sedesse sul trono, come sostituto reale (e) pose la corona della regalità sulla sua testa. Erra-imittī morì nel suo palazzo mentre deglutiva una zuppa calda[Is 5] a piccoli sorsi. Enlil-bâni, che sedeva sul trono, non si dimise e fu elevato al rango regale.[7]»

A Erra-Imittī, succedette Enlil-Bani, secondo la Lista Reale Sumerica. Altre fonti, tuttavia inseriscono tra i due re ikun-Pi-Ištar, che avrebbe regnato per un periodo che va dai sei mesi a un anno[8].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ D. O. Edzard, Reallexikon der Assyriologie und Vorderasiatischen Archäologie: Ia - Kizzuwatna, a cura di Erich Ebeling, Bruno Meissner, vol. 5, Walter De Gruyter Inc, 1999, p. 170.
  2. ^ Cuneiform Digital Library Initiative - University of Oxford Fonte
  3. ^ Anne Goddeeris, Tablets from Kisurra in the Collections of British Museum, Harrassowitz, 2009, p. 16.
  4. ^ Douglas Frayne, Old Babylonian Period (2003-1595 B.C.): Early Periods, Volume 4, University of Toronto Press, 1990, p. 76.
  5. ^ Simo Parpola, Esarhaddon (King of Assyria), Ashurbanipal (King of Assyria), Letters from Assyrian Scholars to the Kings Esarhaddon and Ashurbanipal: Commentary and appendices. Pag. 306. Eisenbrauns, Winona Lake (Indiana) U.S.A. 1983 Fonte
  6. ^ Karen Rhea Nemet-Nejat, Daily Life in Ancient Mesopotamia, Greenwood Press, 1998, p. 189.
  7. ^ Jean-Jacques Glassner, Mesopotamian Chronicles, SBL, 2005, p. 271.
  8. ^ Jean-Jacques Glassner, Mesopotamian Chronicles, SBL, 2005, pp. 107–108, 154. Glassner’s manuscript’s C and D.

Reperti archeologici[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Collezione Schøyen, MS 1686
  2. ^ Sumerian King List extant in 16 copies, Scheda Archiviato il 30 luglio 2016 in Internet Archive. su livius.org.
  3. ^ Cylinder seal BM 130695.
  4. ^ Chronicle of early kings (ABC 20) A 31 to 36 Scheda su Livius org Archiviato il 28 febbraio 2006 in Internet Archive.

Iscrizioni cuneiformi[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ BM 85348: mu ús-sa ki-sur-raki dÌr-ra-i-mi-ti ba-an-dib.
  2. ^ YOS 14 319: mu dÌr-ra-i-mi-ti bàd ka-zal-luki ba-gal.
  3. ^ f. mu bad3 gan2-xki-er3-ra-i-mi-ti mu-na-dim2 Fonte
  4. ^ NU-NÍG-SAG-ÍL-e.
  5. ^ pappasu = zuppa d'avena, in CAD “p” vol. 12 (2005), p. 111, un'altra traduzione dice, zuppa o brodo.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • D. O. Edzard, Reallexikon der Assyriologie und Vorderasiatischen Archäologie: Ia - Kizzuwatna, a cura di Erich Ebeling, Bruno Meissner, Walter De Gruyter Inc, 1999
  • Anne Goddeeris, Tablets from Kisurra in the Collections of British Museum, Harrassowitz, 2009
  • Douglas Frayne, Old Babylonian Period (2003-1595 B.C.): Early Periods, Volume 4, University of Toronto Press, 1990,
  • Karen Rhea Nemet-Nejat, Daily Life in Ancient Mesopotamia, Greenwood Press, 1998
  • Jean-Jacques Glassner, Mesopotamian Chronicles, SBL, 2005
  • Simo Parpola, Esarhaddon (King of Assyria), Ashurbanipal (King of Assyria), Letters from Assyrian Scholars to the Kings Esarhaddon and Ashurbanipal: Commentary and appendices. Eisenbrauns, Winona Lake (Indiana) U.S.A. 1983

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Re di Isin Successore
Lipit-Enlil circa 1868–1861 a.C. (cronologia media) Enlil-bani