Elettro
Moneta della Lidia | |
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Testa di leone ruggente, sole con raggi sulla fronte. | Doppio quadrato incuso |
Elettro, 1/3 di statere (4,71 g). Inizio VI secolo a.C. |
L'elettro è una lega d'oro e argento (l'argento è almeno il 20%)[1] che si rinviene in natura specialmente in Asia Minore con tracce di rame e altri metalli.[2] Il suo colore varia dal giallo pallido al giallo brillante, a seconda delle proporzioni di oro e argento. Può essere ottenuta anche artificialmente ed è noto anche come oro verde.[3]
Origine del nome
[modifica | modifica wikitesto]Il nome deriva dal colore ambrato, simile a quello dell'ambra (in greco antico ἤλεκτρον, ḗlektron).[4][5]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Anticamente era abbondante nell'Egeo e in alcune zone della Grecia continentale ma nel tempo si è quasi completamente esaurito. Vista la sua ampia disponibilità, fu uno dei primi materiali utilizzati per il conio di monete nel Mediterraneo orientale. In Egitto, fu utilizzato come materiale di rivestimento esterno e venivano posti alla sommità delle piramidi e degli obelischi.[6]
L'elettro era inoltre utilizzato per la produzione di stoviglie in quanto si riteneva che avesse la proprietà di eliminare i veleni da tutto ciò con cui veniva in contatto. Inoltre veniva anche lucidato e usato per fare degli specchi.
L'utilizzo dell'elettro fu abbandonato a causa di una continua svalutazione delle corrispondenti monete d'oro, il cui valore veniva ridotto abbassandone il titolo mediante l'alligazione con l'argento. L'uso dell'elettro cessò completamente agli inizi del XVI secolo quando in Europa affluì l'oro americano.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Tratado de los metales libro 33 Historia natural Plinio el viejo, su historia-del-arte-erotico.com. URL consultato l'8 dicembre 2023.
- ^ (EN) Jan van der Crabben, Coinage, su World History Encyclopedia. URL consultato l'8 dicembre 2023.
- ^ (EN) John Internet Archive, Nature's building blocks : an A-Z guide to the elements, Oxford : Oxford University Press, 2003, ISBN 978-0-19-850340-8. URL consultato l'8 dicembre 2023.
- ^ (FR) Pierre Chantraine, Dictionnaire étymologique de la langue greque: histoire des mots, Nouvelle éd. avec suppl, Klincksieck, 1999, ISBN 978-2-252-03277-0.
- ^ (EN) Chisholm, Hugh, ed. (1911). "Electrum, Electron" . Encyclopædia Britannica. Vol. 9 (11th ed.). Cambridge University Press. p. 252..
- ^ Jacq, Christian (octubre de 2000). «16». Las egipcias. Retratos de mujeres del Egipto Faraónico. Planeta. p. 102. ISBN 9788408036166.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) electrum, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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