Eccidio di Cadibona

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Eccidio di Cadibona
strage
Data11 maggio 1945
LuogoCadibona di Quiliano
StatoBandiera dell'Italia Italia
ObiettivoPrigionieri fascisti
ResponsabiliPartigiani
Conseguenze
Morti39

L'eccidio di Cadibona fu l'omicidio di 39 prigionieri di guerra durante il viaggio di trasferimento dalle carceri di Alessandria a Savona.

L'11 maggio 1945, trentanove prigionieri appartenenti alle disciolte formazioni della Repubblica Sociale Italiana vennero uccisi in una località a breve distanza dall'abitato di Cadibona, lungo la strada statale che porta alla galleria di Altare.

Essi appartenevano ad un gruppo di 52 persone, fra le quali 13 donne, detenute nelle carceri di Alessandria e poste in traduzione per Savona per essere giudicate dalla Corte di Assise Straordinaria. Erano scortate da cinque agenti di Pubblica Sicurezza ausiliari: tre sottufficiali e due guardie, tutti ex partigiani.

L'azione penale contro i presunti responsabili dell'uccisione dei detenuti politici era promossa dalla Questura di Savona soltanto nel 1950. A conclusione della lunga istruttoria il giudice rinviava i cinque partigiani e l'allora commissario dell'Ufficio politico della Questura di Savona, al giudizio della Corte d'Assise. Gli imputati, durante l'interrogatorio, negavano d'aver preso parte materialmente all'eccidio. Questi asserivano che sarebbe stato compiuto da partigiani a loro sconosciuti, i quali avrebbero ricevuto l'ordine per telefono, ordine partito dall'ufficio politico della questura di Savona. Tra le vittime il ventenne Mario Molinari, tenente della Guardia Nazionale Repubblicana, figlio di Angelo Molinari fondatore dell'omonima azienda[1]

Iniziatosi il dibattimento davanti alla Corte di Assise di Verona, questo veniva sospeso per impedimento (grave malattia) di uno degli imputati, e rinviato a nuovo ruolo. Intanto sopravveniva il Decreto del Presidente della Repubblica in data 11 luglio 1959 n. 460 il quale coll'art. 1 lett. a) concede amnistia per i reati politici ai sensi dell'art. 8 C.P. commessi dal 25 luglio 1943 al 18 giugno 1946, e gli atti venivano trasmessi al Tribunale ai sensi dell'art. 153 II cpv C.P. per l'eventuale provvedimento di estinzione.

Con la sentenza del 14 ottobre 1959 tutti gli imputati colpevoli di collaborazionismo ed eccidi ai danni dei concittadini vengono amnistiati.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Emilio Scarone, I caduti della R.S.I. Savona e provincia, Pinerolo, NovAntico Editrice, 2000.
  • Guido Malandra, I caduti savonesi per la lotta di Liberazione, Savona, ANPI Savona, 2004.
  • Guido Malandra, I volontari della Libertà della II zona partigiana ligure (Savona), Savona, ANPI Savona, 2005.
  • Antonio Martino, L'eccidio di Cadibona. Indagini su un episodio di violenza postbellica dimenticato (1945-1959), Savona, 2009.
  • Roberto Nicolick, 39 biglietti di sola andata. Cronaca dell'eccidio di Cadibona, Savona, 2009.
  • Emilio Scarone, 11 maggio 1945 Colle di Cadibona. Il massacro di 38 "repubblichini", Pinerolo, NovAntico Editrice, 2010.