E lasciatemi divertire (Palazzeschi)

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E lasciatemi divertire!, conosciuta anche come E lasciatemi divertire! (Canzonetta) oppure Lasciatemi divertire[1] è una poesia scritta dallo scrittore e poeta Italiano Aldo Palazzeschi nel 1910. Fa parte della raccolta L'incendiario, sezione I.

Si tratta di un'enunciazione provocatoria e impertinente della poetica anarchica palazzeschiana.

Aldo Palazzeschi

Il poeta si diverte a comporre delle sequenze sonore completamente senza senso, spacciandole per poesia, in modo da provocare i lettori.

Analisi del testo

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La poesia come insensata glossolalia

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Nel testo si trovano due parti: i vocalizzi del poeta, pure performances sonore, nelle quali sarebbe fatica sprecata cercare un senso qualsiasi e una parte discorsiva e provocatoria[2]. Palazzeschi, dunque, scredita a tal punto la lirica da ridurla ad una insensata glossolalia, ovvero le sillabe che pronunciano i neonati per divertimento.

Anche gli adulti, talvolta, vi ricorrono per richiamare per esempio, la melodia di una canzone.

Il poeta come "disturbatore della quiete pubblica"

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Nel testo di Palazzeschi si evidenzia la sua critica alla poesia contemporanea e alla società moderna.

In particolar modo:

  • Declino della poesia: la poesia ha perso il suo valore nella società moderna, perché ritenuta poco produttiva ed inutile in una società tecnocratica come quella del '900.
  • Critica alla società: la società è criticata per essere vuota e materialista, più interessata al consumo che all'arte.
  • Rivolta anarchica: La poesia anarchica vista come forma di ribellione contro il conformismo e l'indifferenza della società.
  • Ruolo del poeta: il poeta deve essere un provocatore, simile al fool shakespeariano, che sfida e critica il potere con ironia.

La morte della poesia

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Palazzeschi critica la poesia contemporanea, considerandola morta e ridotta a semplici suoni e giochi di parole privi di significato, lontani dalla vera essenza lirica. Sostiene che la società borghese ha abbandonato la poesia, portando alla sua decomposizione, e questa morte della poesia riflette anche la decadenza dell'umanità.

  1. ^ E lasciatemi divertire!, su www.scuola-e-cultura.it. URL consultato il 3giugno 2024.
  2. ^ Testo della poesia (PDF), su liceocuneo.it. URL consultato il 3 giugno 2024.
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