Discussioni utente:Antonio Mezzera

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Naturalmente un benvenuto anche da parte mia! Se avessi bisogno di qualcosa non esitare a contattarmi. --Demostene119 (msg) 10:36, 16 nov 2012 (CET)[rispondi]

Ciao, ho notato il tuo intervento su questa pagina e devo dirti che, sebbene scritto bene, il pezzo è di un particolareggiato che mal si addice al linguaggio di un'encliclopedia il cui scopo è informare su tutto. Wikipedia non è un luogo dove scrivere in burocratese, non è un archivio di atti processuali e non vuole avere punti di vista sbilanciati a favore di una è dell'altra questione. Inserire 10 Mb di informazioni come hai fatto rende illeggibile un intero articolo. Vi sono persone che scrivono da insider, e nonostante ne sappiano molto, sono state pregate di rendere partecipe la comunità prima di effettuare modifiche radicali. Pertanto ti chiedo di riassumere (in modo molto, molto succinto) quel che hai scritto, altrimenti io o qualche altro utente dovrà annullare i tuoi interventi. Grazie. --Marrabbio__due (msg) 17:52, 19 nov 2012 (CET) Ti riporto di seguito il testo da te scritto: Sull’opera si è pronunciata, in maniera assai critica, la Corte dei conti con la deliberazione n. 2/2009/G della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato: “All’approccio ingegneristico, ritenuto per molto tempo il solo risolutivo per la salvaguardia di Venezia, si è negli ultimi anni affiancata la consapevolezza della necessità della sua integrazione con un vasto sistema di progetti di riequilibrio idraulico ed ambientale, che sono essenziali alla tutela complessiva della laguna. Tuttavia, l’esigenza di affrontare il problema della salvaguardia organicamente -impostando il processo di pianificazione e di programmazione in modo da consentire una verifica di efficacia, congruità e compatibilità di tutti i singoli e progressivi interventi rispetto ad un quadro di obiettivi prefissato, dove le singole azioni siano coerenti e tra loro coordinate- mal si concilia con la drastica riduzione dei finanziamenti della legislazione speciale per Venezia. Le allocazioni dei fondi per la manutenzione ordinaria della città e della laguna dovrebbero procedere parallelamente alla realizzazione del Sistema mo.s.e., al fine di integrare i benefici ottenuti dal controllo delle acque alte eccezionali. L’obbligo derivante dalle direttive comunitarie del rispetto dei principi di non discriminazione, parità di trattamento, proporzionalità e trasparenza, che si realizza attraverso l’affidamento dei contratti con gare pubbliche, non risulta ancora osservato per una delle opere più significative in corso di realizzazione dallo Stato italiano, pur in presenza: a) di disposizioni legislative nazionali sopravvenute volte al superamento dell’affidamento a trattativa privata della concessione de qua; b) di un lungo contenzioso con la Commissione europea, risoltosi nel 2002 con un compromesso, che ha aperto al mercato, seppure parzialmente, le attività di realizzazione della salvaguardia della laguna e che ha scongiurato il deferimento alla Corte di giustizia da parte della Commissione stessa; c) dell’esortazione della Corte dei conti all’“affidamento degli interventi secondo le procedure concorsuali; il che deve andare a valere su tutti gli interventi ancora da progettare, con particolare riferimento a quelli collegati alla realizzazione del mo.s.e.”; d) della clausola della convenzione generale, che prevede la possibilità del recesso unilaterale dell’amministrazione; e) dell’obbligo, comunque, di disapplicare disposizioni legislative nazionali in contrasto con la normativa comunitaria da parte delle amministrazioni. Del resto, la consapevolezza della necessità del superamento del regime di monopolio fu manifestata dal Ministero delle infrastrutture già nel 1999. Né la conclusione dei lavori, prevista per il 2012, sembra destinata a sciogliere l’anomalia delle attribuzioni di funzioni in capo al concessionario senza procedure di evidenza pubblica, dal momento che, recentemente, sono state affidate allo stesso la gestione e la manutenzione dell’opera. E’ facile prevedere, stante la situazione di monopolio protrattasi per oltre un ventennio, che sarà difficile, in avvenire, trovare un gestore “altro” dallo stesso concessionario. L’affidamento a trattativa privata, senza gara pubblica, in assenza di un confronto tecnico ed economico tra diverse possibili soluzioni progettuali sostenute da soggetti tra loro concorrenti, ha reso impossibile mettere a confronto progetti alternativi, caratterizzati da diversa concezione progettuale e da diversa modalità di gestione, facendo riemergere, con ciò, conflittualità, mai del tutto sopite, in ordine alle alternative tecniche, incentrate anche sul fatto che la maggior parte degli studi, delle ricerche, delle sperimentazioni e di tutta l’attività di progettazione sono stati affidati al soggetto concessionario, e ciò a prescindere dalle ragioni poste a base di tale affidamento. Un’opera di tale rilevanza ed impatto, ubicata in un contesto di enorme delicatezza e di eccezionale complessità -tanto da aver determinato una serie di deroghe alla normazione comunitaria e nazionale- risulta priva di una valutazione di impatto ambientale positiva. Su alcuni aspetti, concernenti la tutela di aree naturalistiche, è tuttora pendente un contenzioso con la Commissione europea. La legislazione speciale per la salvaguardia di Venezia prevede il coinvolgimento degli enti locali nei processi decisionali e gestionali sulla difesa della città, al fine di non sottrarre alle comunità locali valutazioni su argomenti che le riguardano direttamente, conformemente ai principi di autonomia e di devoluzione. I dubbi sull’opera manifestati dal Comune di Venezia, istituzione storicamente detentrice delle conoscenze sulle numerose specificità ambientali ed urbane di Venezia, che ha evidenziato critiche al progetto, appaiono significativi, tanto più che i disagi ai quali l’opera intende por termine ricadono sugli abitanti della città stessa. E’ mancata la riappropriazione delle funzioni tecniche da parte del Magistrato alle acque, a partire dalla fase programmatoria e progettuale delle opere, lasciando la completa responsabilità dell’iter tecnico-amministrativo dei lavori in capo al concessionario. L’affidamento all’esterno dell’amministrazione anche della direzione dei lavori e dei collaudi -per i quali ultimi si riscontrano ritardi-, avrebbe dovuto rappresentare l’eccezione per una struttura specializzata, che trova nella salvaguardia di Venezia una delle sue fondamentali ragion d’essere. Né, a compensare tale carenza, può bastare il coordinamento e l’alta sorveglianza sugli interventi in concessione, tenuto anche conto della significativa disparità di mezzi tra concedente e concessionario. In tal senso, è auspicabile maggiore trasparenza negli incarichi delle direzioni dei lavori e dei collaudi. La concessione, peraltro, non ha potuto garantire una accelerazione nella realizzazione dell’opera, il cui termine ultimo era stato previsto inizialmente per il 1995, anche a causa dei molti ostacoli insorti nel lungo iter burocratico precedente l’effettivo inizio dei lavori. I costi dell’opera –che hanno, ad oggi, superato ampiamente i 4 miliardi di euro, con riferimento ad uno stato di avanzamento dei lavori di poco inferiore alla metà- si sono incrementati nel corso della lunga fase realizzativa, iniziata oltre 25 anni fa, per una serie di cause: complessità delle fasi progettuali, continue rimodulazioni e ridefinizioni dei loro contenuti, introduzione di nuove opere originariamente non previste, indeterminatezza progettuale. Peraltro, i meccanismi contrattuali introdotti recentemente nel tentativo di evitare nuovi aggravi economici non garantiscono, come richiamato dallo stesso Magistrato, dal rischio di ulteriori aumenti dei costi, anche in rapporto ai tempi previsti connessi ai finanziamenti. In tale contesto, il finanziamento dell’intervento tramite il ricorso al sistema dei mutui può rischiare di aggravare l’onere complessivo dell’opera, stante anche l’attuale congiuntura finanziaria. I costi di gestione e di manutenzione dell’opera potrebbero risultare superiori a quelli stimati, creando problemi per la loro sostenibilità. Ingenti appaiono gli oneri di concessione. Alcune di tali risorse si sarebbero potute utilizzare per il rafforzamento dell’apparato amministrativo. Appare problematica per l’amministrazione concedente, nell’attuale lamentata carenza di personale, la possibilità di gestire l’opera, una volta completata la sua fase realizzativa. Il costo elevato del mo.s.e. in rapporto al previsto beneficio -su cui si è espresso il Consiglio superiore dei lavori pubblici, in relazione anche alla non risolutività dell’opera per la salvaguardia di Venezia- fa sì che la sua efficacia potrà essere valutata solo dopo la conclusione dei lavori. La prassi dei finanziamenti frazionati nel tempo -che altera la normale scansione temporale dello svolgimento ordinato dell’opera, dal momento che il progetto segue il finanziamento, in base al quale si dimensiona- e l’indeterminatezza della progettazione iniziale hanno caratterizzato la concessione. Ciò ha generato difficoltà nel rispetto dei costi preventivati. Il cronoprogramma di realizzazione dell’opera è apparso condizionato dalla incertezza delle risorse disponibili e dalla scarsa definitezza delle fasi realizzative. L’assenza di un progetto esecutivo generale dell’opera, che consenta di programmare, in termini tecnico-economici compiutamente definiti la sua esecuzione per stralci funzionali, è significativa, tanto più per un’opera complessa ed unica, che ha, peraltro, sollevato dubbi da taluni soggetti istituzionali sulla sua concreta fattibilità e che avrebbe richiesto, pertanto, a maggior ragione, una rigorosa –previa- determinazione del suo contenuto. E’ necessario uno sforzo di tutte le autorità competenti al fine di garantire le risorse necessarie al completamento anche delle opere di difesa dalle acque medio-alte complementari alla realizzazione del mo.s.e., senza le quali anche la realizzazione delle dighe alle bocche di porto risulterebbe meno significativa. Va affrontato, sin da ora, il problema del reperimento delle risorse per il corretto funzionamento dell’opera, previa la loro rigorosa determinazione, considerati anche il rilevante impatto finanziario annuale che esse sono destinate a produrre e le valutazioni per la loro effettiva sostenibilità. Risulta ormai indifferibile, così come convenuto dal Governo italiano e dalla Commissione europea, aprire il mercato alla concorrenza. I collaudi, affidati all’esterno, impongono tempi più rapidi nella loro conclusione, stante anche la complessità dell’opera. Per essi e per le direzioni dei lavori, attribuite al concessionario, si impone una rigorosa attività di controllo e di alta sorveglianza, al fine di riequilibrare un rapporto sbilanciato a favore del concessionario.” Come puoi ben vedere, si tratta di un intervento troppo lungo. Riescia riassumerlo in poche righe? E magari inserendo una nota che comprovi quel che hai scritto, ma che non imponga a nessuno di leggersi obbligatoriamente il mattone? --Marrabbio__due (msg) 18:00, 19 nov 2012 (CET)[rispondi]

Ribadisco la preghiera di chi mi precede sopra. Wikipedia non è un archivio di atti burocratici. Un'aggiunta come quella che hai fatto sbilancia completamente la voce rendendola illeggibile. Al contrario, una sintesi di quanto riportato sarebbe molto utile. Grazie per la comprensione. --Nubifer (dicaaa) 11:53, 21 nov 2012 (CET)[rispondi]


Gentile Antonio Mezzera,

al prossimo contributo contrario alle linee guida di Wikipedia scatterà un blocco in scrittura sulla tua utenza, pertanto questo è l'ultimo invito a collaborare in modo costruttivo.

Per favore, rispetta il lavoro altrui: segui le regole e usa il buon senso.

per cortesia smettiamo di reietrare inserimenti che sono già stati giudicati negativamente per l'enciclopedia. --Bramfab Discorriamo 12:24, 21 nov 2012 (CET)[rispondi]

Dove inserire gli estratti delle delibere della Corte dei Conti

[modifica wikitesto]

Quei testi non sono scritti e strutturati in forma adatta ad una enciclopedia, quale wikipedia si prefigge d'essere, ma certamente hanno valore documentale per la voce stessa. Il progetto che ruota attorno a wikipedia tiene in alta considerazione le fonti utilizzate e utilizzabili nella scrittura delle voci, e i documenti relativi, e ha sviluppato wikisource, una iniziativa parente di wikipedia che funge da depositaria di fonti, che poi vengono lincate (richiamate) nella voce afferente in wikipedia (esempio https://it.wikipedia.org/wiki/Codice_di_procedura_penale_italiano). In wikisource vi e' tutta una sezione dedicata al diritto. In questa sezione certamente si possono inserire gli estratti relativi al MOSE, rifiuti in Campania, e linea C della metropolitana di Roma e tutti gli altri che crede, per poi lincarli nelle voci dell'enciclopedia. Cordiali saluti --Bramfab Discorriamo 10:47, 22 nov 2012 (CET)[rispondi]