Discussione:Vivenzio di Blera

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Informazioni dal sito Blera[modifica wikitesto]

Riporto qui, perché siano vagliate da più esperti, le info sul santo, riportate (erroneamente ???) sul sito di Blera. --Mac (msg)


Il primo documento sul santo si ha nel 1471 da papa Sisto IV che invita i blerani ad onorare più degnamente le reliquie del santo. Qualche anno dopo, il 17 aprile del 1480, la popolazione commissiona agli orafi Russolini di Viterbo due reliquiari argentei, uno a forma di busto con la faccia del santo e l'altro a forma di braccio benedicente. Invece negli statuti del comune la prima citazione di San Vivenzio è del 1515 dove viene considerato Patrono ufficiale del comune insieme ai compatroni Ermete, Senzia e San Nicola di Bari, di cui oggi si festeggiano solo Sant'Ermete l'ultima domenica di agosto, anche se secondo i calendari ecclesiastici viene festeggiato il 28 agosto e sempre nella Provincia di Viterbo Ermete è considerato patrono anche di Ischia di Castro e Acquapendente, e San Senzia il 25 maggio del quale rimane solo una piccola chiesetta ad esso intitolata. Invece è andato perduto definitivamente il culto di San Nicola di Bari, che in calendario cade il 6 dicembre, forse abolito poiché la sua festa era a pochi giorni da quella del Patrono Vivenzio, ma anche a esso è intitolata una bellissima chiesa ormai sconsacrata in via Roma. Dopo la chiusura del Concilio di Trento abbiamo la prima preoccupazione dei blerani poiché il papa Gregorio XIII ordina la cancellazione dei Santi locali se di loro non si ha notizie scritte. Infatti il 1º giugno 1573 il vescovo di Rieti Alfonso Binarino, inviato dal papa in visita pastorale, vista la chiesa e le reliquie e considerata la grande fede dei blerani, ordina al parroco di Blera Don Domenico di scrivere attraverso le testimonianze la vita e le opere di San Vivenzio e trasmetterle con sollecitudine in busta sigillata al vescovo diocesano De Gambara. In tal modo fu salvato il culto de santo. Scorrendo le pagine degli statuti e dei verbali comunali, si ricavano le testimonianze della prima festa patronale l'11 dicembre, in occasione della quale il comune era obbligato a fornire cera e denaro per la riuscita della festa. Per l'organizzazione delle celebrazioni, che prevedevano messe, la musica della banda, il pranzo, la corsa dei cavalli e la processione. Alle processioni di San Vivenzio nel 1500 partecipavano tutti i fedeli con la banda e la confraternita che portava il busto del santo. Tra questi documenti è menzionata la Compagnia della Frusta o Confraternita del Gonfalone che successivamente il vescovo di Viterbo Paolucci il 29 luglio 1881 pose sotto la protezione di San Vivenzio e la ribattezzo con il nome Confraternita del gonfalone e di San Vivenzio. La prima notizia sulla chiesetta di Norchia (La Grotte) è nel 1566 grazie a una lapide situata sulla porta di accesso del “cunicolo” che collega la chiesa alla grotta e si suppone che questa data sia l'anno in cui la chiesetta sia stata aperta al culto.