Discussione:Stevia rebaudiana

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Ho inserito l'avviso NPOV ad alcuni paragrafi in quanto riportano informazioni di parte, non corrette e potenzialmente pericolose. Ediedi 12:38, 5 giu 2006 (CEST)[rispondi]

Probabilmente lo stesso vale per Aspartame. Ragno 18:07, 12 giu 2006 (CEST)[rispondi]

Ma che c'entra? Ediedi 18:16, 12 giu 2006 (CEST)[rispondi]

Hmmm... Sono principiante, forse ho sbagliato a scrivere qui... Penso solo che le due pagine possano essere legate dal fatto che cercano di "promuovere" la Stevia e "screditare" l'Aspartame... Le due pagine sono anche linkate a vicenda... Ragno 23:47, 12 giu 2006 (CEST)[rispondi]

Sì ma qui non c'entra niente e non c'entrerebbe nemmeno il fatto che vi fossero reciproci collegamenti, ma non è neppure vero, vi sono solo nominate all'interno dei testi e tutte le parole che all'interno di un testo hanno una voce in wiki vengono collegate alla voce, ma questo non significa che vi sia un rapporto di interdipendenza tra le due voci, questo, se ci fosse, andrebbe inserino in in apposito paragrafo intitolato "Voci collegate". Se vuoi discutere sull'aspartame e non sulla stevia devi andare nell'apposita pagina. Ediedi 06:33, 13 giu 2006 (CEST)[rispondi]

Collegamenti esterni[modifica wikitesto]

Per ora elimino 2 collegamenti che non hanno nulla a che fare con la voce, ma gli altri titoli sono da rivedere. Ovvero che c'entrano le tabelle caloriche nello sport e i problemi dello zucchero raffinato con la pianta stevia rebaudiana? --Ediedi 15:21, 10 ago 2006 (CEST)[rispondi]

Come d'accordo con BW ho ricorretto ii titoli dei collegamenti rollbackati per errore. Ediedi 15:58, 10 ago 2006 (CEST)[rispondi]

cancerogenicità[modifica wikitesto]

lo steviolo e lo stevioside sono conosciuti e riconosciuti da tempo come cancerogeni, da tutti, non "da alcuni studi". Questo lo riconoscono anche glii stessi fautori della stevia. --Ediedi 10:55, 10 set 2006 (CEST)[rispondi]

Solo in vitro, non in vivo, vedi lo studio sui maiali. Comunque andrebbe specificato meglio. --BW Insultami BWB 11:08, 11 set 2006 (CEST)[rispondi]
vitro o vivo non ha importanza, la cancerogenicità è riconosciuta da tutti già dagli anni '50, senza nessun dubbio da tutti, compresi i filo-stevia. Non stiamo parlando della stevia, ma dello steviolo e dello stevioside e questo è ben specificato. --Ediedi 17:10, 11 set 2006 (CEST)[rispondi]


Chi è quel genio che ha scritto che in vivo o in vitro non fa differenza?!?vorrei conoscerlo e vorrei sapere cosa studia...filosofia forse?economia?lingue orientali?sicuramente non una materia scientifica...oppure ti serve rivederti totalmente cosa vuol dire in vivo e in vitro...

Forse c'è un po' di confusione... Non è lo stevioside cancerogeno, ma lo steviolo che è un metabolita idrolizzato (aglicone) dello stevioside ottenuto in vitro oppure dallo stomaco dei ratti. Ma i ratti hanno un cieco nell'intestino dove può avvenire questo processo, l'uomo no.

Qui un dettagliato resoconto preso da www.athesis.herbs.com

"Test più elaborati furono eseguiti dai Giapponesi per fare una valutazione sul suo uso come agente dolcificante.

Poche sostanze hanno avuto una così costante negatività a tutti i test di tossicità. Quasi tutti i possibili test di tossicità sono stati eseguiti ed i risultati sono stati sempre negativi.

L’unico effetto affine che è stato osservato, fu la inibizione della respirazione cellulare (fosforilazione ossidativa) in alcuni componenti cellulari isolati, ma mai nelle cellule intere. L’unico risultato di questa azione, anche dopo osservazione prolungata, fu una riduzione della tossicità di sostanze come la atractilignina, un veleno che attacca le cellule del fegato.

Tale risultato suggerisce che la stevia potrebbe essere usata come antidoto per i rari casi di avvelenamento da quel particolare agente chimico.

Un esempio di buon test tossicologico fu quello eseguito nel 1985 da Yamada e collaboratori. Essi somministrarono stevioside e rebaudoside A a ratti per due anni con un dosaggio pari allo 0,3 - 1,0 % della loro dieta. Alla fine gli animali furono sacrificati e furono condotti test biochimici, anatomici, patologici e carcinogenetici su 41 organi.

Furono anche eseguiti esami di sangue e urine.

Ogni animale fu paragonato ad un altro suo simile che subì esattamente lo stesso trattamento, tranne che per la stevia.

Alla fine, sintomi ed alterazioni notate dallo staff di ricerca non differivano minimamente da un gruppo all’altro; non furono notati effetti dose-dipendenti, nemmeno nei soggetti che ricevettero la dose più alta (1,0 %), che è pari a 125 volte la normale dose media giornaliera.

Altri gruppi di test effettuati dal Ministero Nazionale della Salute e del Welfare in Giappone, non riuscirono a trovare alcuna forma di tossicità.

Ma c’è un problema di cui bisogna parlare.

Come menzionato precedentemente, c’è la possibilità che metaboliti di stevioside e rebaudoside A possano essere dannosi alla salute.

Come affermò un autore: "Nonostante che la assunzione orale di grandi dosi di stevioside e/o di estratti di stevia e studi a lungo termine su animali di laboratorio abbiano dimostrato la mancanza virtuale di effetti tossici, bisogna anche considerare la limitata disponibilità di dati sui metaboliti dei più importanti principi attivi di questa pianta."

Questo commento fu fatto sapendo che la stevioside e gli altri glicosidi presenti nella stevia hanno una notevole stabilità chimica. Essi sono infatti estremamente resistenti alla degradazione acida ed enzimatica. Semplicemente non possono essere degradati nei loro metaboliti quando si trovano sotto condizione gastriche normali.

Gli acidi e gli enzimi gastrici sono quindi incapaci di degradare queste molecole così straordinariamente stabili. Ciò è in sintonia con lo studio di Pomaret.

Apparentemente la situazione è diversa nel ratto. Nel 1980 R. E. Wingard ed associati, riportarono che stevioside e rebaudoside A erano entrambe degradate a steviolo dalla microflora intestinale del ratto. Lo steviolo è uno dei spiacevoli metaboliti che potrebbe, forse, provocare seri danni all’uomo.

Wingard incubò la stevioside per 2-4 giorni in una soluzione preparata appositamente e contenente materiale tratto dall’intestino cieco del ratto. Sotto tali condizioni, la conversione fu quasi del 100%.

Comunque, come hanno puntualizzato Kinghorn e Soejarto, ci sono almeno due motivi per cui non si possono estrapolare tali risultati all’uomo.

Primo, gli umani non hanno un cieco, a differenza dei ratti; un passo critico del processo di conversione non ha un luogo fisico dove avvenire.

Secondo, non c’è alcun buon motivo per ritenere che la microflora dell’intestino umano sia paragonabile a quella dell’intestino di ratto.

Si potrebbe pensare, alla luce della serietà del pericolo teorico proposto da Wingard, che gli scienziati dovrebbero effettuare approfondite ricerche per mettere la parola fine alla questione.

Non è così. Sembra che nessuno prenda sul serio questo pericolo.

Dopo tutto, se esistesse un reale problema, non sarebbe possible la totale assenza di notizie relative ad intossicazioni da steviolo, in decadi di utilizzo.

Visto che tale fatti non sono mai stati riportati, possiamo audacemente concludere (apparentemente con il benestare della comunità scientifica) che uomini e ratti sono diversi.

Conclusioni"

Si potrebbe ragionevolmente chiedere, sulla base di questi dati tossicologici, il motivo per cui tutti gli sforzi di fare della stevia il sostituto di scelta allo zucchero siano falliti così miseramente, sia in Europa che negli Stati Uniti; e perché chiunque abbia tentato, negli Stati Uniti, di produrre estratti liquidi di stevia di buona qualità, siano stati minacciati di denuncia.

Abbiamo una pianta totalmente innocua, che non pone alcuna minaccia alla vita ed alla salute umana, che possiede una grande speranza come dolcificante non calorico ed in grado di apportare vari benefici alla salute, che viene sistematicamente repressa.

Forse, visti i numerosi effetti benefici discussi (e le dozzine di proprietà non discusse, come la capacità di ridurre il desiderio di dolci e di cibi grassi o la capacità di essere d’aiuto nel tabagismo ed alcolismo), è arrivato il momento che i consumatori inizino ad insistere per il loro diritto di utilizzare questa delicata e deliziosa pianta paraguaiana.

Ho approfondito l'argomento studiando numerosi testi scientifici ed ho potuto verificare come in effetti non vi sia alcun caso tumorale neppure in ipotesi riconducibile all'uso della stelvia, Ciò nei numerosi paesi in cui l'estratto della pianta è di comune utilizzo quale dolcificante sostitutivo dello zucchero. La ragione probabilmente risiede nel fatto che in tali paesi si riscontra un numero di casi sensibilmente inferiore di diabete alimentare, con grave danno economico delle multinazionali farmaceutiche.--Enzo caccavari (msg) 01:53, 18 feb 2010 (CET)[rispondi]

Composta JI[modifica wikitesto]

Ho eliminato il riferimento alla "composta di John I". Tale tipo di materiale, già da molto tempo in uso corrente, è noto in genere nella nostra cultura come "terriccio" o "terriccio da semina" (appunto nelle sue variazioni) questo anche per semine particolari, ritengo sia più che sufficiente; vedere inoltre la voce wiki "concime", in cui per competenza è chiarito (molto meglio) il concetto dei nutrienti. Nello specifico non si comprende perchè fare riferimento ad un "marchio" di nuova nominazione, (POV!) quando esiste una nominazione usuale perfettamente soddisfacente. Anche ammettendo la vadità di un sistema particolare (è dubbio, e da dimostrare) non esiste motivo per nominarlo (genericamente) per la Stevia che non ha esigenze particolari. Ritengo poi che il termine "composta" sia una errata traduzione del termine "compost" inglese; in italiano la composta è una "marmellata" preparata con frutti diversi dagli agrumi. scarlin2 (msg) 11:13, 26 lug 2009 (CEST).[rispondi]

Leggo tante cose riguardo la stevia che mi accorgo di quanta ignoranza vi sia al riguardo. Andiamo con ordine: lo steviolo anche se in alcuni studi sui ratti ha rivelato la sua tossicità (ripeto: in alcuni studi sui ratti) non è metabolizzato dall'organismo umano come anche riferito (aprile 2010) dalla EFSA l'autorità europea per la sicurezza alimentare. Io chiedo a chiunque sia in grado di rispondermi: elencate un solo caso (uno solo) in cui un consumatore di stevia abbia avuto un effetto collaterale od avverso. Elencatemi un solo caso suffragato da prove cliniche. Questa domanda è stata fatta sia al rappresentante della FDA che al rappresentante EFSA intervenuti al simposio sulla stevia di novembre 2010 tenuto ad Asuncion (Paraguay). La risposta dei due personaggi interpellati è stata: non ne abbiamo ! A questo punto, credo che le bugie siano giunte alla fine. La presunta tossicità della stevia è dovuta alle grandi multinazionali dei dolcificanti chimici che vedevano e vedono in questi estratti un nemico da combattere e basta. Per quello che riguarda l'aspartame andate a rivedere gli ultimi test americani e giapponesi. Forse si capirà cosa è dannoso. Un ultima considerazione: stiamo parlando di una pianta usata da secoli e senza che nessuno sia mai "morto di stevia". Abbiamo di contro un'altra pianta che uccide più esseri umani che gli incidenti d'auto nel mondo. Eppure è una pianta che si incentiva alla produzione. Sto parlando del tabacco. Ditemi allora: dov'è l'ipocrisia? nel osteggiare una pianta che si sa benissimo che l'unico effetto collaterale è per le industrie del chimico o la benevolenza per le varie lobby ? per favore, basta bugie !

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a volte è necessario decidere[modifica wikitesto]

Nel 1899, il botanico svizzero Mosè Giacomo Bertoni descrisse per la prima volta la pianta come spontanea nel Paraguay orientale e ne osservò il sapore dolce.

Il primo scienziato che le descrisse fu proprio il botanico paraguaiano Bertoni che nel 1887 attribuì alle foglie vari effetti

o l'una o l'altra; parafrasando il linguaggio giuridico "ne bis in idem": io non saprei quale, ma una delle due affermazioni è falsa

--Astasie (msg) 09:32, 29 mag 2022 (CEST)[rispondi]