Discussione:Robinia pseudoacacia

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- Occorre insistere sul carattere invasivo e infestante della Robinia e sulla sua azione demolitrice della vegetazione autoctona. Infatti la Robinia non si inserisce in nessuna fitoassociazione europea tendendo a sostituire specie locali per costituire colonie pure a danno dello sviluppo fitosociologico e quindi ecologico di una associazione vegetale, di un ecosistema, di un ecotessuto o di un intero paesaggio, con notevole perdita di identità floristica, di biodiversità e di efficienza bio-ecologica generale. Inammissibile la sua collocazione fra le specie "naturalizzate". Casomai "alloctone storicizzate". Si noti che di alloctone storicizzate ve ne sono molte in Italia, dal Cupressus sempervirens al Platanus sp., etc. La più nota di esse è il Pinus pinea. Queste specie, però, non sono invasive perché non si riproducno spontaneamente, o lo fanno con estrema lentezza. Ciò non toglie però che in alcuni casi si verifichino pesanti intrusioni. Un esempio può essere quello delle colonie di Pinus pinea che erodono i bei querceti del versante aprico della catena del Chianti. E che dire del Pino nero d'Austria sulle Alpi? Si potrebbe continuare a lungo, non è proprio il caso. Ma, ribadisco, mentre "storicizzate" va benissimo, "naturalizzate" non è (a mio avviso) accettabile.
Non si raccomanderà mai abbastanza di non piantare Robinie e di eliminare, per quanto possibile, quelle esistenti, specie laddove esse iniziano ad intaccare, o hanno ormai totalmente sostituito, i nostri boschi mesofili e meso-termofili di latifoglie (querceti, castagneti, orno-ostryeti, populeti etc.) e relative associazioni ed ecosistemi.
Un discreto metodo per eliminare le Robinie è quello di avvelenare la pianta madre (se già non troppo grande) e i polloni con un defoliante e di sostituirli subito con piantagione di Corylus avellana. Le siepi di Noccioli sono anche adatte a circoscrivere i robinieti per impedirne l'espansione.
Si veda, peraltro, la Voce Piano sub-montano al paragrafo "Piante alloctone invasive" e relativa nota.

Tutto ciò vale, con maggiore gravità e urgenza, anche per l'Ailanto (Ailanthus altissima), con il quale assai presto si dovranno fare i conti, come è già avvenuto per alcune isole (Ischia, Montecristo, etc.) dove si è dovuto intervenire pesantemente.
--Diesis (msg) 22:32, 17 mar 2012 (CET)Diesis (msg) 13:36, 25 giu 2009 (CEST)[rispondi]

Specie naturalizzata significa semplicemente che ha stabilito popolazioni in grado di riprodursi autonomamente. --l'etrusco (msg) 03:00, 18 mar 2012 (CET)[rispondi]
Questione di opinioni. Sempre da rispettare, beninteso. Ciao, --Diesis (msg) 19:16, 18 mar 2012 (CET)[rispondi]
Mi permetto di dissentire, non è affatto questione di opinioni bensì di definizioni standardizzate nel mondo scientifico. Chiunque può attribuire un altro significato ai termini, ci mancherebbe, ma poi non può pretendere di essere compreso dagli altri.--l'etrusco (msg) 22:12, 18 mar 2012 (CET)[rispondi]


Nomenclatura[modifica wikitesto]

E' fatto acclarato che la specie sia nota col nome volgare di acacia presso il grande pubblico (immagino sia ritenuta una acacia rustica). Questo non merita una nota. Però tutta la parte della nomenclatura divide tra uso "corretto" e "incorretto" del termine acacia, insistendo sul fatto che il termine acacia sarebbe correttamente da riferirsi alle mimose e quello scorretto alle robinie. Ora, secondo me i problemi sono due: 1)in primo luogo si fa confusione tra nome scientifico e norme vernacolare. Il nome scientifico è robinia, e questo è chiaro: può essere attribuito correttamente o non correttamente ad uno specimen, ma nessuno chiama questa pianta acacia in contesto scientifico. Il nome vernacolare "acacia" si può definire "non corretto", ma non esistono nomi vernacolari di per se "corretti" o "sbagliati" (ecco perché c'è stato bisogno di inventare nomi scientifici). Il nome vernacolare è di per sua natura impreciso. 2)mancano le fonti. Quando si dice che in italiano "acacia" indica solo la robinia, si pecca di eccessiva sicurezza, e si dovrebbe per lo meno citare una fonte a sostegno dell'affermazione. Un qualsiasi documentario sull'africa vi mostrerà felidi appollaiati sulle locali acacie. Difficile sostenere che l'uso del termine sia scientifico (o che siano robinie...), anche perché viene spesso utilizzato al plurale, e sarebbe l'unica specie chiamata col nome scientifico in un documentario. Più banalmente, dato che questa prova è alla portata di tutti ma è aneddotica, basta osservare cosa dice un qualsiasi dizionario al termine "acacia": http://www.grandidizionari.it/Dizionario_Italiano/parola/A/acacia.aspx?query=acacia Ci si riferisce chiaramente sia alle robinia che alle altre specie chiamate acacia (facendo confusione, per la verità, ma tanto basta per attestare il doppio uso). Io riscriverei la parte suggerendo l'ambiguità che esiste in italiano col termine acacia, sottolineando la multiformità dei nomi vernacolari, conservando lo schema robinica-acacia-mimosa. --Podestà (msg) 01:35, 15 mar 2013 (CET)[rispondi]

Ho risolto il problema, credo, citando le fonti e distinguendo tra termini scientifici e termini in italiano corrente--Gep (msg) 10:06, 22 mag 2017 (CEST).[rispondi]

Problema di testo copiato integralmente[modifica wikitesto]

Sono intervenuto wikificando e riportando le fonti in un testo recentemente aggiunto alla voce. L'ho messo in un nuovo capitolo ("La diffusione in Toscana dal Settecento ad oggi"). Nel cercare le fonti, che erano assenti, ho purtroppo constatato che il testo inserito era integralmente copiato da qui. È necessario, quindi, riassumerlo, anche perché, pur contenendo informazioni molto interessanti, entra spesso in dettagli della situazione toscana non adatti ad una voce enciclopedica.

Ho già inviato un messaggio all'utente che aveva inserito il testo copiato, chiedendogli di intervenire.--Giorgio Eusebio Petetti (msg) 11:50, 14 apr 2020 (CEST)[rispondi]

il testo in copyviol è stato rimosso e la cronologia "bonificata". --ESCULAPIO @msg 14:34, 14 apr 2020 (CEST)[rispondi]